[Carne al fuoco] Chi non passa alla storia, passa alla geografia
lunedì 19 maggio 2008 | Scritto da Plex - 2.443 letture |
Consapevoli di non poter passare alla storia, forse succubi di una sindrome di minorità, tipica di chi è erede di chi la storia l’ha fatta, i leaders della costituente stanno utilizzando gli ultimi giorni prima della presentazione delle mozioni in un’accanita discussione di geografia.
Geografia politica per la precisione, dividendosi in agguerrite fazioni che discettano se collocarsi a destra o a sinistra del PD.
Per carità, meglio del vuoto pneumatico che fin qui ha contraddistinto il dibattito precongressuale, ma ciononostante una discussione sterile.
Le possibili collocazioni emerse dal dibattito sono all’incirca due (e mezzo): la prima, in ordine cronologico, è quella proposta e riproposta da più parti di dare luogo a una nuova Epinay, dal nome della cittadina francese dove ebbe luogo il congresso con cui Francois Mitterand tenne a battesimo il PS francese, dando luogo ad un più vasto rassemblement socialista collocato a sinistra del PD. E’ questa anche la posizione della candidata Locatelli, che però non si sbilancia riguardo a come ci si dovrebbe porre rispetto al PD.
Ed in effetti è proprio in relazione ai partecipanti alla Epinay di cui sopra (SD?Rifondazione?Parti del PD?Vaste ma generiche forze della sinistra?) che le possibilità si moltiplicano e la chiarezza si perde dietro all’angoscioso dubbio: unire chi, dentro cosa? L’unica certezza di questa posizione, che vale come una posizione e mezzo, è che dobbiamo stare a sinistra del PD.
La seconda possibilità è stata esplicitata da Gianni De Michelis nella manifestazione fiorentina in cui dichiarava il suo possibile endorsment per la candidatura Nencini (a proposito, Nencini facci un fischio e dicci cosa pensi!): il PS deve diventare una zattera che galleggi tra PD e PDL.
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