[Uomini che osservano le Donne] Riflessione fuori linea di una giornata in rosa.
mercoledì 16 febbraio 2011 | Scritto da Stefano Del Giudice - 699 letture |
Le piazze d’Italia si sono tinte di rosa , con decisione,parecchi sfottò ma anche molta compostezza. C’erano un po’ tutte, tutte quelle donne ( e sono state tante ) che hanno sentito la necessità di rappresentare in modo degno il mondo femminile e prendere le distanze dalle tante pupe intraprendenti e poco vestite che ormai siamo abituati a veder rimbalzare come tante palline da ping pong: da un reality ad un calendario, da una fiction ad un incarico politico ,tutto in scioltezza e con il sorriso d’ordinanza ,magari passando dalle serate hard di Arcore o Villa Certosa ,da uno spot tv o da un cinepanettone.
Le donne “normali “, invece, hanno voluto scandire il proprio sacrosanto distinguo,ribadire il proprio diritto a difendere ed a rivendicare la propria dignità, e sono riuscite nell’impresa tutt’altro che scontata di evitare di cadere nel tranello di una manifestazione meramente politica o addirittura di auto gambizzarsi in un frusto amarcord dell’epopea femminista. Bravissime queste donne “normali” , perché hanno avuto l’intelligenza di non scadere nel sessismo ,preferendo invece sollecitare e pretendere la presenza solidale degli uomini ; ancora più brave per non aver dato facili spunti alla critica sprezzante ma stantia degli ascari del Cavaliere, che non hanno potuto sparare a zero sulle solite strumentalizzazioni “da sinistra” e non hanno neppure potuto fare del bieco umorismo machista sulla “rivolta delle racchie”: la manifestazione è stata realmente trasversale, fatta di tante belle persone impegnate a rivendicare con orgoglio i propri valori ,ma è stata soprattutto la dimostrazione che le donne che lavorano anche 15 ore al giorno per 1200 euro al mese,quale che sia il proprio credo politico, non vogliono vedersi additare come le stupide di turno,quelle che non hanno capito come funziona il mondo e sono destintate a rimanere al palo, mentre altre ottengono soldi facili e spicciola notorietà solo perché il palo che hanno scelto è quello per la lap dance.
Di fatto,il capolavoro delle donne in piazza è stato quello di riuscire a non fare una manifestazione contro Berlusconi, bensì contro il più intrigante e subdolo berlusconismo, colpito in uno dei suoi simboli più autentici,ossia la milizia di culi, tette e cosce che ormai, in un eterno spot, ci propina fra un bunga bunga e l’altro l’effimera ricetta della felicità , sospesa fra un telefonino hi-tech e uno slip che rialza le chiappe.
Ma c’è di più: i sorrisi delle donne che manifestavano non erano taroccati col botox, ma avevano rughe e talora sacrosante dentiere, perché spesso erano quelli di anziane ragazze che avevano votato per la prima volta nel lontano ’46, orgogliose di poter raccontare il loro primo voto ed in particolare il primo voto del suffragio universale dell’Italia repubblicana;c’erano poi i sorrisi delle antiche femministe,quelle che i cortei li avevano fatti a vent’anni per un’ideale di liberazione sessuale come compimento di una più generale libertà della persona; c’erano infine i sorrisi di tante donne che vivono l’angoscia e le preoccupazioni dell’avere venti ,trenta o quarant’anni in questo nuovo millennio avaro di certezze.Tutte costoro sono stati i minuscoli tasselli di un puzzle che ci ha restituito almeno l’idea di un Paese ancora capace di una vita interiore e,magari,anche di un futuro al femminile lontano dal clichè delle pupe imbellettate e sculettanti che si pagano l’auto e la pelliccia compiacendo il sultano di turno. Se qualcuno non l’ha capito,insomma,è tempo di finirla con la storia delle brave ragazze che vanno in Paradiso e di quelle quelle cattive che vanno dovunque, perché la società civile sa perfettamente che sono le prime quelle che mandano avanti la baracca ,quelle che a scuola,in fabbrica , in ufficio o in famiglia ,si fanno valere ed apprezzare ,ma soprattutto rispettare.
Sarebbe tuttavia facile trionfalismo se questa bella pagina di pubblica virtù civile dovesse esaurirsi nella celebrazione di se stessa, per tornare poi mestamente a lasciare spazio sui giornali alle imprese delle eroine del bunga – bunga: sarebbe il fallimento,sarebbe in qualche modo un sistema ipocrita per rinnegare tutto. Sarebbe anche troppo facile, ammettiamolo, pensare che una manifestazione, ancorchè ben riuscita, possa bastare a salvare la dignità delle donne e l’interrogativo che emerge è proprio quello della direzione in cui indirizzare l’afflato positivo della “piazza rosa”. Forse, è tempo di cominciare proprio a dimenticare Berlusconi ,le sue mignotte e la sua prostata bionica, per tornare invece a parlare di madri che lavorano,di laureate precarie , di partite Iva che lavorano fra mille sacrifici ma non possono neppure sognare di comprarsi una casa perché non c’è una banca che voglia concedere loro un mutuo. E’ tempo di recuperare l’idea di una società fondata sul merito anziché sulle marchette. Se non è ora, quando???
Stefano Del Giudice_sono nato a Montevarchi 45 anni fa (anche se mi sono trasferito per lavoro a a Pistoia da alcuni anni), ma nonostante l’età e gli studi più che decorosi (maturità classica e laurea in giurisprudenza ) conservo il gusto per il “politicamente scorretto” ed i punti di vista rigorosamente impopolari. Sono insomma un gran rompicoglioni che mette bocca dappertutto, con pericolose divagazioni nel mondo dei blog…
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