[Labouratorio n.32] L’Europa Enigmistica
lunedì 15 settembre 2008 | Scritto da Redazione - 1.557 letture |
Editoriale di Nicola Carnovale
Ad otto mesi dalle elezioni europee, regna su di esse la grande incognita della legge elettorale, sebbene “ratio” consiglierebbe quantomeno la conoscenza in tempi utili – almeno un anno prima – del meccanismo elettorale. Allo stato, appare anche difficilmente comprensibile in quale direzione si muoverà un eventuale modifica del sistema elettorale, e se esso riguarderà non solo l’introduzione di una soglia di sbarramento – che allo stato appare elevata – ma, cosa non secondaria, se questa interesserà anche l’ampiezza delle circoscrizioni.
Il tutto rende oggettivamente incomprensibile quanti e quali liste, o quali aggregati, saranno presenti alla tornata, ed in quale porzione più o meno ampia di territorio l’aspirante candidato o ri-candidato debba iniziare ad adoperarsi per la ricerca dei consensi, sempre che, l’abolizione anche per l’europee della preferenza, cosa assai gradita al Premier ed a Veltroni, elimini quasi del tutto questo meccanismo troppo diretto e democratico, di molto invasivo ai disegni delle oligarchie partitocratiche. Una eventuale quanto probabile riforma del sistema elettorale non influirà semplicemente sulla tornata europea in se.
Essa rischia di essere la continuazione di una modifica materiale dell’attuale sistema politico ed istituzionale del paese, portato furbescamente avanti senza il varo di riforme costituzionali o di sistema, ma con l’applicazione e la creazione a piacimento dei meccanismi elettorali. Una soglia di sbarramento pari al 5%, confermerebbe non solo l’esclusione pressoché definitiva di alcune forze dal gioco politico – il tutto in piena continuità con quanto avvenuto già nell’aprile scorso – ma potrebbe vedere soccombere, visti i sondaggi, anche forze oggi rappresentate nel Parlamento della Repubblica quali l’Udc. Non si tratta quindi di discutere solamente di una legge elettorale, o di stabilire un meccanismo di ripartizione dei seggi piuttosto che un altro. Si tratta, anche se implicitamente, di stabilire quale sistema politico avrà l’Italia negli anni avvenire. Appare pertanto opportuno che questa discussione sia fatta nelle forme e nei modi più consoni, senza scorciatoie e soprattutto senza alcuna furbizia. Ed è altrettanto auspicabile che questa sia fatta con la massima convergenza possibile non solo tra le forze ad oggi presenti in Parlamento, ma anche tra i numerosi e consistenti gruppi extraparlamentari. Nessuno è così inesperto da non capire che più alta dovesse essere la soglia di sbarramento, maggiori sarebbero le possibilità di catalizzare consensi a destra e manca, per Pd e Pdl.
Come maggiore diverrebbe ancor di più la forza contrattuale e la spregiudicatezza delle rispettive oligarchie dirigenziali verso le formazioni minori. In sostanza, meno competitor, creano meno problemi. Teorema calzante, specie se si osserva il Pd. Una leaderschip debole, una guerriglia interna senza esclusioni di colpi bassi ed una linea politica incomprensibile, qualora esistente, non possono essere le premesse per un rilancio democrats nella tornata europea, ma divengono sempre più fattori confusionali anche per l’elettorato più tradizionale. Nello schieramento opposto cresce lo stato d’insofferenza tra le fila del Pdl verso l’alleato federalista. Dalla Mole al Campanile di San Marco, passando per il Pirellone, è tutto un rivendicare presidenze di regioni. In più, la Lega è data in costante ascesa nei recenti sondaggi, ed il nascente partito unico del centrodestra – a forma, gusti e somiglianza del suo unico ed indiscusso leader – non può stare perennemente sotto schiaffo. Quale migliore reazione che accrescere di altri 5 – 6 punti percentuali la differenza tra le due forze? Appare evidente che al Pd Veltroniano (per nulla ai suoi rivali interni, specie D’Alema) ed al Pdl, convenga una riforma elettorale che preveda una elevata soglia di sbarramento. Sbarramento che per la tornata europea – come ormai dai molti palesato – non ultimo lo stesso Parisi (la moglie di cesare è sempre sopra ogni sospetto!) non trova giustificazione nell’esigenza di avere una minore frammentarietà per una maggiore governabilità. Ma si sa, non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. Ed ascoltare non è una delle doti migliori di questa classe politica. Ma in tanto il tempo passa. E la legge elettorale europea continua ad essere un rebus da settimana enigmistica. Speriamo che qualcuno si decida a guardare la pagina delle soluzioni.
SOMMARIO DEL NUMERO 32
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