[La fine del… regime partitocratico] La truffa del referendum elettorale
mercoledì 9 novembre 2011 | Scritto da Gionny - 1.031 letture |
E’ da qualche settimana che sono state consegnate in pompa magna le firme per il referendum elettorale promosso da Parisi e da Veltroni. Chi scrive è tendenzialmente molto attento a quanto dicono di questi due personaggi della politica italiana perché con un po’ di esperienza si impara che diffidando a priori da ciò che dicono si fa sempre la scelta giusta.
Però stà volta ingenuamente, molto molto ingenuamente, mi sono rallegrato alla notizia che stessero promovendo un referendum cosìcchè abrogando l’odiato porcellum avrebbero, Parisi e Veltroni, restituito agli italiani il sacrosanto diritto di poter scegliere i loro candidati. Ad aprirmi gli occhi però ci ha pensato il vecchio Eugenio Scalfari… Mentre assistevo alla sua noiosissima litania anticav alla festa democratica a Firenze, il suddetto furbacchione ha invitato tutti ad andare a firmare per abrogare il porcellum in favore del mattarellum per riavere finalmente la possibilità di scegliere il proprio candidato tramite le preferenze…
Mattarellum? Preferenze? Anche sta volta il trio Veltroni-Parisi -Scalfari non si era smentito; tutto d’un tratto mi è apparso chiaro e cristallino l’ennesimo squallido bluff con cui la nomenklatura politica ed editoriale “democratica” ancora una volta sia riuscita ad abbindolare i suoi elettori e chi inorridito dalla nefandezze del cavaliere sperava di poter trovare almeno nell’opposizione una patina di sincerità. A conferma di tutto ciò è arrivato l’appoggio all’iniziativa referendaria di Vendola e Di Pietro.
Ora vorrei far un facile esercizio di confronto fra la legge Mattarella e quella Calderoli.La prima è un maggioritario, ha uno sbarramento del 4%. NON ha le preferenze. NON permette di scegliere un partito tra i tanti che si presentano in una coalizione. I candidati sono scelti dalle segreterie, ed inserito nel collegio, o, per la parte “proporzionale”, in un ordine prestabilito, in una lista “bloccata”.
La seconda, ovvero il Porcellum, mantiene lo sbarramento del 4%. Non ha le preferenze. Permette di scegliere un partito tra quelli che si presentano in una coalizione (determinata dalla scelta del “candidato premier”). I candidati sono scelti dalle segreterie, ed inseriti, in un ordine prestabilito, in una lista “bloccata” ed inoltre contiene un premio di maggioranza sproporzionato. Insomma, una legge che è stata chiamata col nome che merita. Dunque le preferenze non sono presenti in nessuna delle due leggi.
Inoltre si farebbero sempre più insistenti le voci di molti costituzionalisti secondo cui la Corte Costituzionale non potrebbe giudicare ammissibile un referendum abrogativo che di fatto, creando un vuoto legislativo in materia di legge elettorale, diventerebbe un referendum propositivo e quindi inammissibile dato che in italia i referendum possono essere solo abrogativi. E fin qui Parisi-Veltroni-Scalfari sono riusciti a raggirare i più sprovveduti, ma ce n’è anche per i più scaltri che ormai si sono rassegnati alla latitanza democratica in questo paese. Infatti pochissimo si è parlato di un altro referendum abrogativo che va ad stralciare solo i passi del Porcellum in cui si parla di liste bloccate e del premio di maggioranza mantenendo così un profilo abrogativo e dunque ammissibile dalla Corte. Ovviamente questo referendum non era sponsorizzato da alcun partito ed è stato promosso dal Stefano Passigli ex parlamentare DS e professore di scienze politiche a Firenze. Dunque Veltroni e Parisi con Repubblica passeranno per gli eroi che tentarono di riformare la tanto odiata porcata di Calderoli. Male che possa andargli, qualora cioè la Corte reputi ammissibile il referendum, potranno comunque ottenere una legge elettorale in cui rimarranno i partiti a scegliere i candidati da mandare nei collegi uninominali. L’unica speranza è che evitino di mandarmi nuovamente nel mugello DiPietro, ma potrebbe andarmi peggio.
Per la cronaca sono un uninominalista convinto, a patto però che il candidato sia emanazione del territorio e lo si possa scegliere tramite le primarie!
Gionny D’Anna: una ventina d’anni abbondante, è il vero black block di Labouratorio, lo mandiamo ai comizi di Scalfari per farlo crescere sempre più incazzato, in vista della fine del mondo prossima ventura
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