[Roba che tocca]Moscate d’inverno
martedì 3 febbraio 2009 | Scritto da Redazione - 1.753 letture |
Nel grande circo che e’ il mondo si possono trovare i personaggi piu’ insoliti, le vicende umane piu’ tragiche, i fatti piu’ incredibili. Diciamo subito che Francesco Mosca non e’ cosi’ insolito, la sua vicenda non e’ affatto tragica, i fatti che gli sono accaduti non sono poi cosi’ incredibili.
Pur tuttavia ci sembrerebbe irriconoscente non dedicare su queste pagine un tributo a chi, con le sue scelte e le sua disavventure, ha animato queste pagine per tanti numeri. Del resto, Francesco Mosca incarna forse meglio di chiunque altro la parabola politica del socialismo italiano degli ultimi 16 anni.
Ha iniziato la sua vicenda politica all’indomani di tangentopoli iscrivendosi al SI, ha vissuto da vicino la stagione della diaspora socialista seguendone tutte le evoluzioni e convulsioni fino all’entusiasmo per la Rosa nel Pugno, quando diventa segretario della Federazione dei Giovani Socialisti. Dalla nascita della Costituente Socialista, di cui aveva previsto il fallimento, prova, senza troppo entusiasmo, a lanciare una costituente a livello giovanile, con scarsi esiti, fatto del quale in molti lo hanno rimproverato.
Discusso per la sua presunta subalternita’ all’innominabile Villetti, ha dimostrato la sua coerenza politica nella pur discussa scelta di schierare l’organizzazione giovanile a sostegno di una delle mozioni del congresso del PS.
Non ha mai avuto una grande fama al di fuori della FGS che pure trovava al suo interno strenui difensori del proprio segretario. Francesco Mosca e’ stato il segretario della FGS per due anni, sei mesi e 22 giorni. La sua vicenda umana e politica e’ stata profondamente legata a questa organizzazione. Per questo ancora maggiore deve essere stata la sua amarezza nel vedersi sfiduciato dai propri fedelissimi all’indomani di una lettera aperta al segretario del PS Nencini in cui coraggiosamente manifesta il suo nascente distacco dalla linea del partito. Quel distacco che trova compimento nella lettera di dimissioni che pubblichiamo qui.
Non prima di tributare il nostro plauso al gesto romantico che Francesco Mosca ha fatto ieri, presentandosi non atteso, al congresso dell’ “unica comunita’ politica in cui ancora si riconosce”, per “porgere l’altra guancia” ai compagni che lo avevano sfiduciato. Ha riconosciuto i propri errori ribadendo le proprie idee, si e’ dimesso da ogni carica. Chapeau.
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