[Labouratorio di squola dibatte] Controkorrente. Magari il problema fosse la Gelmini!
martedì 4 novembre 2008 | Scritto da Tommaso Ciuffoletti - 1.128 letture |
Nei giorni scorsi su La Nazione di Firenze e su Il Riformista, è stata – e ringrazio – pubblicata una mia lettera critica nei confronti delle proteste di piazza contro il decreto Gelmini. Più precisamente si tratta di una critica a quei ragazzi che di motivi per protestare contro le istituzione ne avrebbero a bizzeffe, ma che invece di mobilitarsi in maniera realmente spontanea, legittima, critica e ragionata, seguono “l’onda” di proteste avviate da chi difende interessi che non sono i loro.
In realtà – e nella lettera sta scritto – ci sarebbe bisogno di un movimento autenticamente generazionale (per quanto brutta possa sembrare l’accezione). Per questo la protesta contro la protesta è una provocazione per aprire il dibattito. Antonello Cresti e Gionni D’Anna non hanno perso tempo. Labouratorio offre il suo spazio a chiunque avrà altro tra dire. Tra affinità e divergenze, ma con un’unica cifra comune: lasciamo perdere le banalità, per quelle ci sono già altri che son più bravi di noi.
Caro Direttore,
si può essere, da sinistra, perplessi sulle proteste contro il decreto Gelmini? Io, da socialista, lo sono. In primis perché mi pare che il decreto, che tutto è tranne che una seria “riforma” del sistema scolastico, sia stato oggetto di critiche per lo più estranee al merito della questione. Sull’università, ad esempio, il decreto non dice quasi niente ed è casomai la legge Finanziaria a prevedere tagli ai fondi per l’università, in media del 3% l’anno. Il famigerato decreto 137 prevede: la votazione espressa in decimi, l’insegnamento di quello che un tempo era la mai studiata Educazione Civica, la reintroduzione del voto in condotta e infine la previsione di un unico insegnante per le classi della scuola primaria. Che questo sia un decreto giustificato solo da ragioni di mera urgenza contabile è palese, che su questo si possano muovere obiezioni di merito è giusto. Ma è altrettanto giusto chiedersi cosa c’entrino con il decreto Gelmini le proteste dei ricercatori universitari e degli studenti delle scuole superiori.
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