[Intervista a Gianni Pittella] “In Libia emergenza umanitaria, occorreva essere in campo”
venerdì 25 marzo 2011 | Scritto da Matteo Pugliese - 854 letture |
Labouratorio continua a intervistare esponenti dei principali partiti sulla crisi libica. Dopo l’intervista al radicale Marco Perduca, e quella, molto sentita, al ministro degli esteri Franco Frattini, per il Partito Democratico e’ intervenuto Gianni Pittella.
52 anni, Gianni Pittella e’ uno dei vicepresidente del Parlamento Europeo. In passato anche una militanza nei Giovani Socialisti. Nel parlamento europeo si occupa di economia ed integrazione europea. Nel PD, e’ uno degli esponenti piu’ preparati sui temi di politica estera.
1)Tunisia, Egitto e adesso Libia…Da due mesi il mondo ha gli occhi puntati sull’infuocata situazione del Nord Africa. Fin dove puo’ arrivare questa ondata rivoluzionaria? E’ davvero rintracciabile un desiderio di democrazia che accomuni le varie rivolte?
Anche i piu accaniti sostenitori del complotto alquaedista hanno dovuto finalmente ammettere l’origine spontanea e popolare delle sommosse che stanno percorrendo il mondo arabo e che hanno cambiato in pochi mesi la geografia delle dittature con i quali finora l’Occidente ha trattato appoggi politici ed economici in cambio della stabilita dei rifornimenti energetici e dell’isolamento dei movimenti fondamentalisti. Questo non vuol dire che in Tunisia, Egitto e oggi nell’area della regione libica che si sta opponendo al regime di Gheddafi siamo a un passo dalla democrazia compiuta. C’e ancora molto da fare e l’Europa ha un grande compito da assolvere.
2)In Libia in particolare si tratta di una rivolta consapevole per la liberta’ e la democrazia o siamo di fronte ad una terribile e cruenta resa di conti fra Clan rivali?
In Libia si fronteggiano un esercito ben organizzato e finanziato dalle ricche casse del raìs e una gran parte della popolazione stanca di essere governata con le leggi ispirate da concezioni feudali e medioevali, come il taglio della mano e del piede per i ladri o le frustate alle adultere, e di vivere sotto il tallone di un dittatore e della sua famiglia. La Libia non e l’Afghanistan.
3)Quanto è reale il pericolo del Fondamentalismo Islamico in Libia e piu’ in generale nelle varie rivoluzioni in atto?
Credo che se riusciremo a accelerare la transizione verso istituzioni realmente democratiche e sotto la spinta della presa di coscienza politica e civile che Internet ha favorito e fatto crescere tra la popolazione giovanile, la borghesia intellettuale, i piccoli e medie imprenditori, i professionisti, il rischio che la rivolta si faccia risucchiare da uno Stato regolato dalla Sharia sia molto scarso. Stanno chiedendo di entrare finalmente nella modernita non di riscivolare nel Medioevo.
4)Trattato di Amicizia Italia-Libia. In occasione della sua ratifica, i deputati radicali hanno fatto un ammirevole ostruzionismo in parlamento. In quella stessa votazione il Pd, che oggi condanna Gheddafi, ha invece votato a favore. Troppa Realpolitik da parte del principale partito di opposizione?
La Libia e un partner strategico per lItalia nello scacchiere mediterraneo, speriamo di poter stringere il prossimo accordo di amicizia con i rappresentanti del popolo libico.
5) Le sembra che nel corso delle rivolte le democrazie occidentali abbiano adottato una condotta adeguata? Quanto bisognera’ attendere per una politica mediterranea chiara e strategica dell’Unione Europea?
In Europa siamo passati da una prima fase di timore e sconcerto per la rapidita e la portata di quanto e successo, che sconvolgeva in pochi giorni rapporti e visioni del mondo mediorientale che avevano garantito per decenni stabilita politica e solidi accordi commerciali, a una prudente apertura e presa datto che ha visto all’opera soprattutto le singole diplomazie, e’ mancata e manca ancora una politica dellUnione in grado di riposizionare il vecchio continente nel nuovo scenario in una prospettiva di sviluppo e di crescita comune tra le due sponde del Mediterraneo.
6) Cosa pensa dell’improvvisa e misteriosa chisura della Borsa la mattina dopo il precipitare della situazione a Tripoli?
Probabilmente si e’ impedito che la crisi si ripercuotesse sulla quotazione delle piu grandi aziende italiane in un clima di grande incertezza.
7)L’Italia ha strettissimi rapporti economici, specie sul piano energetico, con il vicino libico. Ritiene la strategia prima attendista, poi moderatamente interventista adottata dal governo la via migliore per tutelare questi interessi? Qual è la posizione del PD rispetto a questa crisi?
Prima di tutto la crisi libica costituisce un’emergenza umanitaria, come ha sancito l’Onu nella sua risoluzione che ha determinato l’intervento militare e come io stesso avevo chiesto di considerarla da tempo: occorre essere in campo per difendere la popolazione e il suo diritto all’autodeterminazione, senza calcoli cinici.
Il problema dei profughi provenienti dalla Libia rischia di peggiorare. Di quali strumenti puo’ disporre l’Italia per impegnare l’Unione Europea a una gestione comunitaria del problema dei rifugiati e piu’ in generale del paventato rischio di un’invasione di immigrati dalle coste nordafricane?
L’Europa e gia intervenuta in mare con l’Agenzia Frontex nel soccorso ai profughi provenienti dal Nordafrica, ora si deve al piu presto attuare un programma di accoglienza che coinvolga tutti i paesi europei e nel quale lItalia deve fare la sua parte, le dimensioni del fenomeno non sono ancora il fenomeno biblico che la Lega agita davanti agli occhi atterriti dei suoi elettori, siamo ai livelli dei flussi gia gestiti nel 2008, ma e’ chiaro che ci si deve muovere con efficienza e rapidita nel sostegno umanitario a chi fugge da guerra e carestia. Certo prendere in ostaggio gli immigrati di Lampedusa e l’intera politica estera italiana per ricattare lUe non e’ il miglior sistema per accreditarsi agli occhi dei nostri partner europei e dei futuri governi dellarea del Maghreb.
Matteo Pugliese_20 anni e un’onorata carriera nel Sismi. A dirla tutta, è l’infiltrato di Labouratorio nei servizi.
Commenti recenti