[La fine…del Porcellum] Non è il maiale che diventa vecchio,ma il vecchio che diventa maiale
mercoledì 9 novembre 2011 | Scritto da Stefano Del Giudice - 1.441 letture |
Mentre il Premier godereccio va a bisbocciare dall’amico Putin, i nanetti della politica nostrana si
esercitano nel vecchio giochino della riforma elettorale, quel divertente esercizio di equilibrismi
e nuovi scenari possibili che va tanto di moda in mancanza di soluzioni concrete ai problemi del
Paese.
Di fatto, potremmo riassumere la questione come segue: nessuno ha idee chiare per un
programma convincente da presentare agli elettori; nessuno ha la forza o il coraggio di mettere
la faccia su proposte impopolari ma efficaci per rimettere a posto l’economia; tutti comprendono
che occorre fare comunque qualcosa e sulla base di questo il mercato offre da alcuni mesi diversi
candidati premier ( da Montezemolo in poi ) tanto ricchi di ambizione quanto poveri di appeal
elettorale.
Non resta, allora, che dare la colpa al “porcellum”, la legge consapevolmente nata come una
gran porcata e che alla fine continua a far comodo all’intera classe politica, che sostanzialmente
se ne sta servendo come alibi per mascherare di fronte al Paese la propria inadeguatezza. E’
infatti evidente che cambiare la legge elettorale non risolve di per sé il problema del debito
pubblico e non può creare sviluppo economico ed occupazione dove non ci sono. L’abbandono
del porcellum ,tuttavia,può alterare gli equilibri esistenti ,nel senso che può restituire forza
contrattuale a chi sta a metà del guado ( il terzo polo ben visto dai “poteri forti” ), può fare il gioco
di quella parte del PD che cerca disperatamente argomenti per silurare Bersani, ma soprattutto
può dare in prospettiva un ruolo di pompiere a chi fino ad oggi ha fatto l’incendiario (Di Pietro).
Siamo insomma nel pieno del risiko all’italiana, il politichese fine a se stesso che prescinde
dall’idea di dare la priorità alle questioni che interessano veramente ai cittadini e che,a ben
guardare, ha già ampiamente fallito.
La verità,qualsiasi cosa dicano Mariotto Segni e Parisi, è che l’Unione Europea è stata
chiarissima, nel senso che ha normativizzato il principio secondo il quale,una volta cambiata
la legge elettorale, i Paesi membri devono far decantare il tutto ed aspettare almeno un anno
prima di correre alle urne. Perchè mai ? Be’,forse perché qualcuno ha voluto dare ai singoli
Stati un messaggio chiaro,ossia quello di cercare di elaborare leggi elettorali BUONE e non
semplicemente vantaggiose per gli uni e penalizzanti per gli altri. Insomma, chi ha studiato la
recente storia politica italiana ( un cantiere istituzionale degno di quelli sulla Salerno Reggio
Calabria ) ha capito che certi politici concepiscono le riforme non come apporti migliorativi
al sistema,ma semplicemente come espedienti tattici per “contare” molto di più del proprio
peso politico. Craxi,insomma,comandava l’Italia col 12 %,ma se la Lega ha più o meno lo
stesso peso elettorale ,ma ottiene molti più deputati e senatori di quelli che avrebbe con un
sistema proporzionale puro, non è che le cose siano cambiate di molto. Al massimo,si può
dire che Craxi si guadagnò per questo l’odio di comunisti e democristiani, mentre i leghisti
possono sempre difendersi obbiettando che il “porcellum”, alla fine, ha fatto comodo a tutti, da
Berlusconi, ai “democrat” a Scilipoti.
Già, Scilipoti. Il Forrest Gump della politica italiana, l’idiota non troppo meraviglioso inserito da
Di Pietro in una lista bloccata, è l’altra faccia della medaglia di un sistema di “impresentabili” che
i partiti hanno imposto ai loro elettori grazie all’abolizione del voto di preferenza e che non è
circoscritto alle varie segretarie o igieniste dentali del premier, ma è stato alimentato da TUTTE
le forze politiche che si sono preoccupate di piazzare ogni genere di portaborse, faccendieri o
pretoriani che avessero fatto per loro del lavoro, anche e soprattutto sporco. Non dobbiamo
dimenticare, infatti, che se una volta i soldi giravano senza problemi e si poteva remunerare certi
prestatori d’opera senza alcuna difficoltà , oggi i bilanci dei partiti impongono che a pagare sia
qualcun altro,ad esempio lo Stato, con l’assegno mensile che spetta al parlamentare , gli enti
pubblici territoriali o gli enti di secondo grado. Insomma, non diamo tutte le colpe al povero
Cavalier Pompetta, il quale ,come ha spesso fatto notare la Procura di Milano, ha spesso messo
mano al proprio portafoglio ,dimostrando di non badare a spese per ricompensare le persone a lui
grate…
Il problema insomma non è la legge elettorale, ma la classe politica che l’ha voluta e che, fondamentalmente, è pronta a giubilarla non per ritrovato senso delle istituzioni ,ma solo per continuare a far finta di niente mentre il Paese affonda. Ecco perché non possiamo permetterci di aspettare che poteri forti e poteri marci si mettano d’accordo ,varino
una nuova riforma col trucco e ci facciano il solito “culo così” con un governo di unità nazionaleo similare, in grado di esigere sacrifici dal Paese ma, in quanto governo di transizione, senza
impegnarsi a portarlo in salvo: questo impegno, infatti, spetterà di diritto al futuro ed incerto
nuovo esecutivo, figlio della nuova legge elettorale e del nuovo parlamento.
Insomma, è il caso di lasciar perdere gli alibi e le scuse e di andare al voto, nonostante questa
legge sia fatta male ed abbia tutti i difetti del mondo : come dice il detto, del maiale non si butta
via niente, dato che le liste le fanno i partiti,non il porcellum, e quindi non sarebbe una fatica
immane provare a candidare gente seria ed affidabile in cui il Paese possa riconoscersi e che
possa poi esprimere un governo autorevole o almeno credibile. Davvero vogliamo credere che i
Milanese o i Tedesco siano solo un inevitabile risultato della riforma elettorale? Davvero vogliamo
dare ad intendere al “popolo bue” che tutto è cominciato con l’elezione di Ilona Staller, in
arte Cicciolina ? E’ il caso di ricordarsi che l’onorevole pornostar fu eletta dai porcelloni, non
dal “porcellum” , in un tempo in cui cambiare la legge elettorale era considerato un tabù quasi
quanto certi spettacoli “ hard”. Il premier, insomma,ha forse davvero le “orge contate”, ma non è
detto che la politica e la lap dance divorzino così in fretta come si vorrebbe far credere….
Stefano Del Giudice, il più assiduo dei Labouranti!
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