[Onda Verde] Intervista esclusiva con Alì Reza Soltani. Per capire davvero cosa sta succedendo
venerdì 24 luglio 2009 | Scritto da Tommaso Ciuffoletti - 2.347 letture |
Alì Reza Soltani, per gli amici è semplicemente Alessandro, gestore di uno dei locali più frequentati e piacevoli di Firenze, quel Caffè S.Ambrogio che s’affaccia proprio sulla piazza dedicata al patrono di Milano e che ogni sera si anima come poche altre zone della città.
Oggi Alessandro è un uomo e un imprenditore di successo, ma la prima volta che arrivò in Italia, lui nato nel nord-ovest dell’Iran poco lontano dal confine con quella che oggi è la Repubblica dell’Azerbaigian, era uno dei ragazzi dell’Associazione degli studenti iraniani contro lo Shah. Per questo quando esplose il movimento rivoluzionario contro il regime di Mohammad Reza Pahlavi tornò in Iran per unirsi alle proteste. Era la prima fase della rivoluzione, tra la fine del 1978 e i primi mesi del 1979, quella in cui ancora i tratti della rivolta non si erano esauriti nelle cupe rughe del volto di Ruhollah Khomeini. Quella in cui erano presenti aspirazioni laiche e secolari accanto a vagheggiamenti marxisti e fervori di nuove “eresie” islamiche.
Alessandro torna in Italia all’inizio del 1979. Da quel momento costruirà la sua vita in Italia, senza mai smettere di tenere le fila di rapporti d’amore, d’attenzione, d’apprensione per il suo paese, dove intanto si costruiva quella cosa chiamata Repubblica Islamica.
Oggi Alessandro è in contatto quotidiano con la gente del suo paese, attraverso la stampa, il satellite e soprattutto Internet. Discutere d’Iran con lui è l’occasione per conoscere meglio una realtà di cui tanti parlano e scrivono, ma che pochi conoscono in profondità.
Non più gli yankees, oggi i “colonialisti” sono russi e cinesi
. Il primo punto che Alessandro chiarisce, all’inizio della nostra conversazione iraniana, è il mutato quadro internazionale. Meglio ancora, chiarisce come è mutata la lettura che l’opinione pubblica iraniana dà del quadro internazionale.
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