[referendaria] Legittimo impedimento: perplessità di metodo
lunedì 16 maggio 2011 | Scritto da Gionny - 821 letture |
Ho sempre detestato le leggi ad personam, le ho sempre viste come un enorme specchietto per allodole fatto apposta da Berlusconi per giustificare la sua crociata contro la faziosità e la politicizzazione della magistratura, per attrarre attorno a se fedeli adepti e ciechi nemici creando quel clima da derby continuo congeniale alla sua politica populista e personalistica. Sia chiaro la magistratura in Italia se non è politicizzata quanto meno sfugge enormemente al controllo di altre istituzioni dello stato ed è in grado non solo di far cadere i governi (cioè capovolgere la volontà popolare) ma anche influenzare pesantemente moltissimi ambiti della nostra società.
Sia chiaro inoltre che a Berlusconi del garantismo importa ben poco, tanto meno di una riforma coerente e profonda del sistema giudiziario. Possiamo però dire che il Berlusconismo per molti è sembrato l’unica via in grado di riformare in profondità questo paese e per questo molti continuano a dargli credito, poiché nonostante la sua incapacità riformatrice sia ormai palese risulti ancora essere l’unica strada che possa almeno mettere sul tappeto questioni cruciali per l’Italia.
Ma se come dicevo detesto le leggi ad personam non posso certo tollerare i referendum ad personam. Per la prima volta infatti il 12 e 13 giugno saremmo chiamati decidere se è legittima o meno una legge fatta apposta dal Cavaliere per tutelare se stesso ed i suoi ministri da procedimenti penali a loro carico. Si tenta cioè di utilizzare il referendum per sguarnire Berlusconi di uno scudo giudiziario, il che mi lascia assai perplesso anche alla luce della transitorietà della legge visto che i processi posso essere rimandati per un massimo di 18 mesi (giusto il tempo perché si possano prescrivere).
Sono perplesso perché mi pare sconcertante vedere quanto il berlusconismo (con la b minuscola) dilaghi anche a “sinistra”; infatti se nella forma ortodossa il Berlusconismo invoca la piazza e il mandato elettorale per la rivoluzione liberale in Italia la sua controparte speculare a “sinistra” invoca invece la piazza per la difesa della costituzione della democrazia. Questo infatti è stato il teatrino della politica finora, piazza piene di ultrà pronti a tutto per osannare o eliminare il Caimano; ma mai questo populismo becero era giunto ad inzozzare l’istituzione del referendum unico strumento di democrazia diretta vigente in Italia. Mi chiedo perché sminuire anche l’istituto del referendum a questo mero ruolo di arma politica per combattere Berlusconi dove proprio lui vuole che lo si combatta, scendere in campo in casa sua e regalargli un altro successo sperando ciecamente che l’abbattimento del Caiamano passi attraverso le aule di tribunale, ammettendo implicitamente una nostra inferiorità politica…e questo punto anche etica?
Gionny D’Anna
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