[Labouratorio 59] La III Guerra Mondiale
venerdì 25 marzo 2011 | Scritto da Redazione - 1.217 letture |
Labouratorio e la Terza Guerra Mondiale
Labouratorio ama, nonostante tutto, l’Italia e avrebbe volentieri celebrato il 150esimo anniversario della sua formazione con un numero patriottico e sentimentale.
Lungi dall’avere esaurito i sentimenti, se il mondo continua a correre verso il futuro a questa velocità, rischiamo però presto di rimanere senza la patria. Per questo, abbiamo deciso di spostare il focus dalle vicende nostrane a quelle mondiali, nella consapevolezza che se avrà ancora senso parlare di Italia tra altri 150 anni, sarà perchè saremo stati in grado di cogliere e affrontare le formidabili minacce alla pace e all’attuale configurazione del mondo che gli eventi recenti crediamo stiano mettendo pesantemente in discussione.
In questo numero cercheremo allora di spiegare perchè parlare di Terza Guerra Mondiale è decisamente meno allarmistico che paventare apocalissi nucleari in Giappone, di cui peraltro, parleremo presto.
Su Labouratorio non abbiamo mancanto di raccontare gli incredibili accadimenti che hanno sconvolto il Nord Africa negli ultimi mesi mentre la quasi totalità delle diplomazie occidentali organizzava tornei di bridge nei ministeri degli esteri invasi dalle ragnatele. (Labouratorio 55 e Labouratorio 57)
Mentre emerge con sempre maggiore chiarezza la portata dello sconvolgimento geopolitico in atto, è lecito chiedersi cosa abbia portato alla rottura degli equilibri nel Mediterraneo.
La miccia è stata la crisi economico finanziaria che ha investito l’Occidente nel biennio 2007-2008.
Questa ha determinato tra le altre cose un progressivo disimpegno degli americani nell’area improvvisamente impegnati a fare i conti con la trionfale avanzata cinese.
La mancanza dello sceriffo di Washington si è andata ad aggiungere alla definitiva crisi dell’idea di un’Europa unita sotto il profilo politico, affossata dagli egoismi nazionalistici generati dalla crisi.
Tutto ciò ha provocato l’esplodere senza controllo delle contraddizioni economiche e politiche accumulatesi nell’area.
Le possibili evoluzioni della crisi libica sono ovviamente moltissime, ma alcune conseguenze di portata generale è già possibile coglierle. La spaccatura del blocco occidentale e le differenti posizioni dei paesi europei minacciano in modo drammatico la costruzione della Patria Europea, come pensata e sognati dai padri fondatori più di 50 anni fa.
La spaccatura tra il Blocco Atlantico e quello del cosiddetto Bric (Brasile Russia India Cina) a cui si aggiunge la Germania per via della dipendenza della sua crescita da quella delle economie emergenti, rischia di determinare la linea di frattura di una nuova Guerra Fredda, più complessa e articolata di quella del secolo passato. Una Guerra Fredda Multipolare, combattuta a colpi di speculazioni e OPA ostili nelle borse e nei consigli di amministrazione dell’opulenta Europa, e a colpi di cannone e missili Tomahawk sulle inermi masse senza futuro del continente africano.
Una guerra per il controllo dei mercati e per il predominio sulle materie prime, in un mondo di 7 miliardi di persone che reclamano spazi, risorse, occasioni.
La novità di questi scenari accresce la confusione e alimenta dubbi e incertezze. Per questo non siamo affatto stupiti della quantità di giravolte e retromarce, delle inedite alleanze, della volatilità delle posizioni politiche e diplomatiche, tanto nello scenario internazionale quanto nel teatrino della politica italiana
In questo bailamme noi siamo sempre più convinti di alcuni fatti.
Il primo, è che mai come in tempo di crisi bisogna ripartire dai propri valori. E i nostri valori, ciò che più di ogni altra cosa è il contributo della civilta’ occidentale all’Umanità, sono i valori di Libertà, Giustizia Sociale, Democrazia.
Per questo pensiamo oggi più che mai che valga quanto scrivemmo nell’editoriale del numero 55, Gotta Catch’em All.
Il secondo riguarda il futuro dell’Europa. Gigantesche crepe si sono accumulate negli ultimi 5 anni nel progetto di costruzione di un Unione forte e libera, al punto da rendere concreto il pericolo di sostanziali passi indietro sulla strada dell’integrazione economica, politica e sociale. Noi crediamo pero’ che le nostre possibilita’ di sperare nel mantenimento degli stessi standard di liberta’ e benessere e il raggiungimento di ulteriori traguardi di civilta’ passi necessariamente dalla costruzione di una vera federazione di stati, con un governo e un parlamento eletti a suffragio universale da tutti i cittadini, una politica autonoma e un ruolo chiaro e rispettato nel mondo. Gli Stati Uniti d’Europa sono l’unica prospettiva strategica sensata che si pone di fronte ai popoli europei.
Per questo, abbia ritenuto utile pubblicare, a distanza di quasi 70 anni, l’unico manifesto strategico valido per l’Italia e per l’Europa tutta nel secolo presente: il Manifesto di Ventotene.
Il terzo punto riguarda invece solo noi. La rinascita di Labouratorio all’alba di un nuovo decennio è coincisa con una precisa scelta editoriale. Quella di un approccio tematico, un numero alla volta, sviscerando le questioni in profondità. Una scelta in controtendenza, nel momento in cui sempre più l’informazione diventava leggera e superficiale, a portata di link, di una scorsa veloce, nello svolazzare tra un click e l’altro. Approfondire in un mondo strutturalmente superficiale è però difficile. Pretendere concentrazione quando tutti soffrono sindromi da deficit di attenzione può sembrare perfino velleitario. Ma l’enorme mole di informazioni che ci investe quotidianamente richiede un nuovo approccio. Per questo Labouratorio evolve di nuovo. Più agile nella forma, più solido nei contenuti e sempre più convinto della necessità di fare rete. Restate collegati!
SOMMARIO N.59
- Per una nuova politica economica in Europa
- [Eurotecnocratismi] La politica monetaria UE fatta a spese dei membri più deboli
- [Invadeteci] Lettera aperta al Segretario Generale delle Nazioni Unite.
- [Vasco docet] Non siamo mica gli americani…
- [150 anni e…sentirli tutti] Trasformerò il Parlamento in un bivacco per i miei…ippopotami
- [150 e non sentirli!] Il mio diletto è bianco, (verde) e vermiglio
- [Intervista a Gianni Pittella] “In Libia emergenza umanitaria, occorreva essere in campo”
- [La Libia brucia] Il caso libico. Possibile salvare la faccia?
- [La Libia brucia] Intervento in Libia, tardi e male
- [A’ Francesi…] Tenetevi Carlà ma non toccateci i gioielli!
- [Maggianate] Il bacio alla francese
- [Nuclearismi] Italia – Giappone 0 -3 , ovvero “Siamo tutti terremotati”
- [Labouratorio di futuro] Il Manifesto di Ventotene
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