[Generazioni che si incontrano] La democrazia ha ancora un senso?
lunedì 16 maggio 2011 | Scritto da Giorgio Giannelli - 776 letture |
Labouratorio non ha età. E’ patrimonio degli spiriti liberi e inquieti, dovunque essi siano.Giorgio Giannelli, classe 1926, è sicuramente uno di loro. Espulso dal liceo classico “per avere spernacchiato un professore”, partigiano, cronista parlamentare, scrittore, le riflessioni che pubblica su Facebook sono dirette, sintetiche, eppure dense di spunti sempre originali. Clicca sul logo per gli altri articoli della sua rubrica.
Nei 150 di storia nazionale, fino al 1892, quando Turati fondò il partito socialista, non si può parlare di democrazia. Dopo la repressione postunitaria, instaurata dalla monarchia sabauda, la prima mossa che parla di democrazia fu quella del distacco del movimento socialdemocratico da quello massimalista e rivoluzionario, in breve il passaggio dall’anarchia alla responsabilizzazione della classe operaia o più genericamente degli sfruttati. Non a caso Turati lo chiamò il partito socialista dei lavoratori italiani. Venti anni dopo era finito tutto. Il neomassimalismo, trasformatosi in fascismo, rifece perdere altri venti anni a chi sperava in un avvenire democratico per il popolo italiano. Chi importò la democrazia in Italia furono gli eserciti italiani che sconfissero il nazifascismo con le armi, ma la lenta avanzata delle truppe angloamericane lungo la penisola lasciarono tracce di ben diverso genere, quale la rivalutazione e l’affermazione degli elementi mafiosi e camorristici dalla Sicilia, a Napoli, fino a Roma. Il 25 aprile fu il successo, molto apparente, delle formazioni partigiane più o meno clandestine, nel senso che, di fronte alle centinaia di migliaia di presunti antifascisti, chi aveva realmente combattuto con le armi il tedesco oppressore erano state poche migliaia di giovani e di ex militari del Regno. La Costituzione della Repubblica fu il primo atto di compromesso storico tra democristiani e comunisti. De Gasperi aveva paura di un possibile successo di Togliatti e viceversa. Per la reciproca paura, la Costituzione tolse ogni possibilità di espansione democratica popolare, lasciando ogni deliberazione ai partiti politici che si ritrovarono nel parlamento nazionale. Dal 1948 a oggi, la parola democrazia, intesa in senso libertario della parola, è una vera e propria utopia. Parlare di democrazia oggi è semplicemente paradossale. Ogni cosa dimostra che siamo almeno 150 anni indietro e non si è fatto un passo avanti. Da qui la necessità di cominciare a intenderci che cosa s’intende per democrazia oggi.
Giorgio Giannelli, nato nel 1926, è il più giovane di tutti i Labouranti.
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