[In piazza con Lab] Il movimento studentesco…Spacca!
venerdì 31 dicembre 2010 | Scritto da Francesco Berni - 1.377 letture |
Torna Labouratorio, torna la voglia di scrivere e trattare di socialismo. Oggi più che mai c’è bisogno di urlare che si è da una parte sola, quella dei lavoratori, dei precari e degli studenti.
Il ddl Gelmini è stata la scintilla che ha fatto scoppiare il malessere di una generazione che, seppure consapevole che avrà meno rispetto a quella precedente, si è altamente rotta i coglioni di pagare la crisi del neoliberismo e di dover rinunciare al diritto all’istruzione.
Il sottoscritto si è immatricolato nel sistema universitario nel lontano 2005. Nel giro di 5 anni ha visto il crollo della qualità della didattica, dei servizi, e un aumento vertiginoso delle tasse universitarie, giusto per fare un piccolo esempio.
Chi è sceso in piazza, chi ha occupato monumenti, strade, aeroporti e ferrovie, lo ha fatto per immediate cause vertenziali, per difendere il diritto dei propri fratelli minori all’istruzione e per immaginari nuovi futuri possibili all’interno della “crisi permanente”.
Due anni fa vi fu l’Onda, movimento travolgente durato pochi mesi, che si fondava su un assunto basico: noi “generazione erasmus”, che abbiamo studiato negli altri paesi Ue, non possiamo accettare tagli alla ricerca, al diritto allo studio e alle istituzione formative, e nemmeno forme di aziendalizzazione all’italiana dell’Università.
Lì perdemmo, perché volevamo il ritiro di tagli già approvati e soprattutto perché il movimento non aveva chiarezza nella piattaforma politica e non vi era coordinamento tra le varie realtà territoriali.
Appariva ed era perlopiù una protesta corporativa, tanto è vero che all’inizio, nelle proteste, c’erano pure i fascisti del Blocco. Non c’era un’analisi complessiva sulla società italiana, sulle tematiche del lavoro e del precariato.
O meglio, certi discorsi le avanguardie già li facevano, ma erano minoritarie.
Poi in 2 anni la crisi si è aggravata, il governo, fiaccato da bunga-bunga e crolli di Pompei, non era più una invicibile armata; un’altra consapevolezza all’interno dei movimenti era sorta: occorreva una piattaforma comune con lavoratori, precari, con i movimenti per l’acqua pubblica e contro il nucleare, con la Fiom e con tutto il cucuzzaro, insomma.
Occorreva dire che T.I.N.A. era morta e che l’alternativa sarebbe arrivata.
I “ né rossi né neri, ma liberi pensieri” non potevano avere più voce, perché finalmente qualcuno in Italia aveva deciso che si ricominciava a fare Politica con la P maiuscola, che le idee e la discussione sarebbero tornate al centro del dibattito pubblico, dando così un bel calcio nel culo al pragmatismo faccendiero e fascistoide che ha imperato nell’ultimo trentennio.
Poi, a livello organizzativo, fondamentali furono due avvenimenti: il consolidamento della rete di Uniriot, la nascita di Link e della Rete della Conoscenza ( qui rivendico con orgoglio di essere stato determinante per la fondazione di Link Tuscia).
Questi 2 anni mi hanno confermato una vecchia asserzione di Pier Paolo Pasolini: «La Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratico-rivoluzionarie del popolo italiano. Intorno c’è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline.»
La rottura con il deserto culturale di questa Seconda Repubblica è avvenuta con il lavoro svolto dal movimento studentesco, tutto il resto è noia: chi sta fuori da quelle assemblee decide di stare fuori dalla costruzione di un nuovo futuro possibile.
Chi dice che siamo i nuovi sessantottini non ha capito nulla di noi.
Una mia vecchia battuta delle giornate del 2008, e che riscuote ancora successo, suonava così: «Non vogliamo essere i nuovi sessanttottini perchè non abbiamo alcuna intenzione di fare la fine di Giuliano Ferrara e Paolo Liguori.»
Questo non era facile sarcasmo, era semplicemente dire, con uno slogan, che noi non siamo smossi dall’occupare ogni poltrona, come fecero i sessantottini, covata di indegni magnoni, di puttane, nani e ballerine (eccetto poche figure adamantine come Mario Capanna).
Nelle assemblee, c’è consapevolezza che il tempo delle vacche grasse è finito, nessuno pretende il tutto e subito: quello che ci ha smosso è la ricerca di un minimo di decenza per questo maledetto Paese e per questo folle Mondo.
I punti programmatici sono chiari:
- Sapere come bene comune.
- Acqua come bene comune.
- No al nucleare, sì alle rinnovabili.
- Difesa del patrimonio archeologico e artistico italiano (in Italia i chimici del restauro in beni culturali non trovano lavoro, e poi crolla Pompei).
- Difesa del territorio italiano (nel Veneto delle disastrose alluvioni stanno provando a chiudere l’unica facoltà nella regione che si occupa di pianificazione del territorio, che è allo Iuav)
- lotta vera al baronato, che dopo l’approvazione del ddl Gelmini è ancora più forte e consolidato.
Poi, come Link-Rete della Conoscenza abbiamo proposto un’ Altrariforma dell’Università, visibile su www.wikisaperi.org, sito da un po’ di giorni hackerato e quindi non più visibile.
Chiudo con un’ultima considerazione. Io ho cominciato a fare attività politica a 14 anni, con la Sinistra Giovanile (ognuno ha i propri scheletri nell’armadio, e parlarne pubblicamente mi aiuta a superare questo trauma adolescenziale, vi prego quindi di avere pietà di me). Ma la prima volta che ho fatto la Politica con la p maiuscola è stata col movimento dell’Onda 2 anni fa. Per la prima volta ho sentito aria pulita e non la puzza di merda e i personalismi dei partiti e delle loro giovanili…
Da quello che ho vissuto posso dire che è un movimento veramente democratico, dove tutti possono contribuire alle decisioni finali, dove nessuno decide e decidono tutti, dove, dopo che io faccio un intervento fiume citando Carlo Rosselli e Riccardo Lombardi, arriva uno dei leader dei disobbedienti veneziani e mi stringe la mano.
Concludo dicendo che non so se questo movimento riuscirà a cambiare il Paese, ma sicuramente sarà un attore politico con il quale tutti dovranno confrontarsi.
Un movimento che, superato brillantemente il 14 dicembre con la spiazzante fantasia del 22, ha deciso che il conflitto viene prima della sua estetica e che non si farà intrappolare facilmente da “zone rosse”, o da anziani col sigaro in bocca che salgono sui tetti come Babbo Natale.
P.S. : il movimento è forte e rigoglioso perché in esso sono del tutto assenti i famigerati “Re Mida al contrario”, conosciuti col nome di Giovani Democratici e Unione degli Universitari.
P.P.S. : Viterbo is not Lazio, Orvieto is not Umbria.
Tuscia Nazione…da Roma secessione !!!
Francesco Berni, 24 anni, nato e cresciuto nella ridente e fascistissima città di Veterbe…comincia l’impegno politico culturale 10 anni fa nella Sinistra Giovanile dei Ds, esperienza che lo segnerà profondamente nell’animo negli anni seguenti.
Ne esce grazie alla musica Punk, allo Ska e alle amate letture turatiane e lombardiane…poi fa l’Onda nel 2008, nel 2009 fonda Link Tuscia, e poi si trasferisce a Venezia…dove perde ben 10 kg di ciccia.
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