[Welcome to the Jungle] Insicurezze post-moderne
martedì 23 settembre 2008 | Scritto da Andrew Nat - 1.562 letture |
“Ci dicono continuamente che nessuno è al sicuro ma questo lo sapevo già e non è mai stata una buona scusa per barricarmi dentro casa la tele accesa e la porta chiusa”. Ultimamente stavo sentendo questa canzone alla radio – sapete di quelle radio commerciali che noi snob della musica d’elite non ascoltiamo – che proponeva nel testo un non so che di intelligente e di graffiante.
La canzone mi ha colpito, non solo per il ritmo tribale e coinvolgente, ma proprio le parole con cui si attacca questa povera società martoriata. Il testo in questione è tratto dalla nota canzone Safari di Jovanotti, non che sia un estimatore dell’artista, ma quando qualcuno propone delle idee originali abbinate a una lirica molto sentita, allora scatta nel pensiero dell’ascoltatore un momento di riflessione. Il tema trattato da Jovanotti non è di semplice risoluzione, anche perché numerosi studiosi (filosofi, sociologi etc…) hanno dibattuto sulla poca fiducia che ogni individuo ha ‘nell’altro’.
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