[La domanda esistenziale] Meglio un giorno da Scajola o cento da Scilipoti?
giovedì 28 luglio 2011 | Scritto da Stefano Del Giudice - 1.461 letture |
Se fosse il personaggio di un film , ci vorrebbe il miglior Danny De Vito per interpretarlo, magari doppiato dal Nino Frassica prima maniera. Ma Scilipoti non è un film, Scilipoti esiste ed attraversa sorridente la propria vicenda surreale con la forza interiore che solo i personaggi consapevolmente caricaturali sanno di avere.
Di lui, fino ad oggi,si è detto peste e corna,soprattutto per quella storia del mutuo che “ qualcuno “ gli avrebbe pagato per cambiare casacca, lasciando l’IDV per un improbabile gruppo parlamentare giunto in soccorso del governo Berlusconi. Su di lui si è anche ironizzato fino all’inverosimile ,vuoi per il disinvolto nulla idologico in cui si muove,vuoi per quel suo grottesco subordinare il voto di fiducia al ripensamento della legislazione in tema di agopuntura. Il “responsabile “ Scilipoti,insomma,è stato eletto a simbolo del trasformismo di questa politica sciatta e decadente,finalizzata al mero utile personale al di là di tutto e nonostante tutto, ma d’altronde non si può fare a meno di convenire che la sacrosanta indignazione coagulatasi intorno alla sua figura si è clamorosamente dissolta al corrosivo contatto del carattere caricaturale della sua presenza politica. Va bene, si dirà che alla fine Scilipoti non ha inventato nulla e che altri hanno fatto forse anche di peggio, ma questa pur vera affermazione non basta a spiegare,in un Paese senza memoria storica e politica come il nostro, il graduale mutarsi dell’indignazione nei suoi confronti in una sorta di diffusa ilarità: dopo tutto, il nostro eroe ha pur sempre tirato la corda oltre l’inverosimile ,platealizzando comportamenti che per altri più scafati parlamentari sono praticabili solo nell’ombra protettiva del sottobosco politico. La verità è che,come ebbe a scrivere Giorgio Bocca tanti anni fa, la maggioranza dei politici potrebbe morire sotto i colpi del ridicolo, mentre ve ne sono alcuni altri che sanno sguazzare e prosperare proprio nel loro essere grotteschi. Scilipoti è essenzialmente uno di questi ,o forse il più sfacciato fra questi, dato che la sua forza pare proprio la capacità di interpretare il peggio della nostra classe politica in modo così maldestro e sgangherato da rappresentare una parodia perfetta.
Si tratta,alla fine, di una operazione simile ai libri di barzellette ed alle pubblicità in cui Totti ironizza su se stesso,giustificando i suoi ricchi contratti col fatto che la figura del calciatore ignorante come una capra fa ridere,ma soprattutto fa vendere migliaia di abbonamenti telefonici in più alla faccia dei tanti laureati disoccupati . Anche Scilipoti fa ridere, ma intanto salva le chiappe al governo in debito di fiducia parlamentare, si candida ad un posto di sottosegretario e si permette di presentare al mondo la sua imperdibile autobiografia con la benedizione sonnolenta e rassegnata di un Berlusconi bollito ed a corto di idee. Il tutto, alla faccia di chi crede che la politica, in questo Paese, sia ancora una cosa seria.
Durerà? Non durerà? Non è questo il problema.Il problema è che ormai si è capito che in questa politica marchettara e cialtrona è meglio vivere cento giorni da Scilipoti che uno da Scajola: allegria più, faccia tosta più, agopuntura più, più, più…
Stefano Del Giudice, ha comprato il suo libro, ci scrive sopra articoli, è il suo unico vero fan…
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