[Non sono un camorrista] Eppur non mi piace (come scrive) Saviano
lunedì 10 novembre 2008 | Scritto da marco monaco - 1.559 letture |
Sono mesi oramai che si sente parlare dell’Agro Aversano come un enorme contenitore di monnezza e di camorra che, lo si dica subito, per me sono la stessa cosa.
Il simbolo della lotta alla criminalità, qui, non è un uomo delle istituzioni, un cittadino di questa terra, un politico, un interratore di rifiuti tossici ma un giornalista: Roberto Saviano, che con una meritevole campagna di sensibilizzazione ha svegliato un paese da un letargo più o meno voluto. Ecco allora che i media lo hanno portato alla ribalta ed il Paese non poteva più fari finta di dormire. Ora si è creato un fenomeno strano: si sta talmente esagerando, nella parte degli svegliati di soprassalto, che guai a chi critica Saviano. Se pure gli dici che si veste malissimo sei dalla parte dei camorristi. Sia chiara una cosa: Saviano dice delle cose verissime e sacrosante (non sempre) nella sua analisi politico – economico -sociale.
Quello che non mi piace è lo schieramento: da che parte stai? lo chiedono tutte le organizzazioni ed anche i media. Chi critica Saviano, è suo nemico, indi, amico della camorra e da guardare con sospetto, ma mi raccomando che sia un sospetto accompagnato da visibile e remunerativa indignazione. Ma perché dico io? ci si può schierare su temi sociali e culturali come se esistessero fazioni opposte?
Si badi che chi sta dalla parte della camorra mica lo dice. Lo dicono quegli idioti (scelti non sempre casualmente) che intervistano per le strade dell’Agro Aversano o in quartieri ad hoc dell’Area Metropolitana. Chi muove le leve, chi non rischia, chi sta sempre “là” nonostante tutti gli arresti, chi, sebbene ci sia la camorra, ha i soldi ed il potere…questi ti diranno sempre di essere dalla parte del “giusto” e della legalità.
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