[Labouratorio 64] Il grande Bluff
martedì 30 agosto 2011 | Scritto da Redazione - 2.275 letture |
Ma quali lacrime e sangue, ma quale cinghia da stringere, ma quali tagli orizzontali verticali o obliqui. Supercazzole in libertà, ecco di cosa si trattava.
C’aveva già provato a Luglio Tremonti (sempre promosso all’orale, quanto perennemente bocciato allo scritto e perfettamente incorniciato in questo libro), a fare una finta manovra di rigore, con tutti i tagli però rimandati a data da destinarsi, quando magari la tempesta finanziaria si sarebbe acquietata, e chissà, con nuove elezioni alle porte senza un governo da additare ad affamatore del popolo.
I mercati e la speculazione internazionale non hanno però l’anello al naso, e se hanno dimostrato a più riprese di ritenere del tutto insufficiente una politica di rigore non accompagnata da adeguati strumenti volti a fare ripartire la crescita, sicuramente ancor meno si possono fare convincere da una finta politica di rigore, sempre però rigorosamente priva di idee per fare ripartire l’economia.
Così ad agosto i grandi fondi finanziari americani e alcune scellerate banche tedesche hanno ripreso a soffiare sulla crisi del debito vendendo titoli di stato italiani, gonfiando a livelli record i rendimenti (e con essi l’interesse sul debito e il famigerato spread) e costringendo la BCE a un massiccio acquisto di titoli italiani e spagnoli per riportarli a livelli sostenibili.
La politica della BCE, di fatto nelle mani dell’asse di autodistruzione europea che viaggia sulla direttrice Parigi-Berlino, è però quella della bella stronza, che te la fa annusare (comprando poco e per poco tempo i tuoi titoli di stato) senza dartela mai (decidendosi una volta per tutte a garantire tutto il debito emesso in Euro), chiedendoti però in cambio sacrifici sempre maggiori.
Ed è così che in sfregio a qualunque concetto di indipendenza e sovranità ci ha mandato la sua letterina con i compiti per casa, che erano sostanzialmente tagli alla spesa fino al raggiungimento del Santo Graal dell’Europa contemporanea, il mitico Pareggio di Bilanco. Sia ben chiaro, senza garantire alcun impegno di lungo termine in cambio dei compiti che vengono richiesti.
Il tutto ha costretto il governo a una repentina quanto ridicola marcia indietro nel bel mezzo della canicola agostana, per rimettere mano hic et nunc al disastrato bilancio del paese. E dopo un diluvio di ipotesi, e una bozza di manovra uscita dal Consiglio dei Ministri già sconfessata dai coraggiosi partecipanti al prestigioso consesso, e che pure conteneva alcune norme di buonsenso, quali il contributo di solidarietà ai redditi medio alti, ecco che dopo un paio di settimane il diluvio di critiche ha sotterrato ogni parvenza di mannaia al provvedimento che presumibilmente il governo presenterà in parlamento. Nessun contributo di solidarietà, nessuna patrimoniale, nessun aumento dell’IVA, nessun taglio delle province (vengono tolte, se tutto va bene in 6 mesi circa, dalla Costituzione, non dalle voci di spesa), neppure una discutibile riforma delle pensioni degna di questo nome. Rimangono soltanto, seppur ridotti, i tagli agli enti locali, che sono la principale voce di taglio della manovra, a testimonianza del coraggio di chi la propone. Il poco che si gratta, oltre che dai comuni, viene ovviamente espropriato ai soliti noti, piccoli imprenditori e consumatori. Il grande Bluff di un governo imbelle ed incapace è servito alla speculazione. Che già si lecca le mani, ironizzando sulle due settimane di austerità all’italiana. Non è chiaro quanto ci metteranno a scoprirlo ai piani alti dell’Europa che conta e quali saranno le loro reazioni.
Ma parlare del governo è sparare sulla croce rossa. La verità che Labouratorio ripete da mesi è che nessuno in Europa sembra avere le palle e la testa per affrontare la portata della crisi in atto. Che è una crisi in primo luogo politica, che nasce dall’assenza di governo delle istituzioni economiche e monetarie europee. E a cui occorre dare una risposta politica a partire da due architravi.
I) Una politica economica che accompagni la lotta di tagli agli sprechi e all’evasione a un percorso di investimenti per la crescita, tanto a livello nazionale quanto soprattutto a livello europeo. Senza crescita nessun taglio servirà a fermare la speculazione!
II) Una dura lotta politica a livello comunitario per modificare sostanzialmente ruoli e compiti della Banca Centrale Europea, partendo dall’assunto che, così com’è, l’Unione è destinata a un rapido collasso.
Ora, soprattutto su questo secondo punto, non si sono sentite parole e idee chiare da parte dell’opposizione di sinistra. Il Pd, intento nel difficile compito di difendere e attaccare contemporaneamente il sacrosanto ma purtroppo inutile sciopero della CGIL, non si distingue certo per vocazione europeista e originalità di pensiero.
Così van le cose nel bel paese, nella bella Europa, nel bell’Occidente. Dove si gioca al gioco delle tre carte, dove si punta tutto sul Grande Bluff.
SOMMARIO n.64
- [Labouratorio 64] Il grande Bluff
- [Intervista a Luca Fantacci] “E se all’euro affiancassimo le monete locali?”
- [Cose da non fare] Morire per il Debito
- [Islam] La parte integrante dell’Europa
- [Alienamenti] Di Breivik o delle colpe della nuova destra
- [Regole d’oro] Troppi crauti fanno male
- [Il Grande Bluff] Dacci oggi la nostra manovra quotidiana…
- [Labouratorio espanol] Quando “l’editto bulgaro” è Made in Spain.
- [E poi c’è sempre il Colosseo] Non serve venderlo, basta metterlo a bilancio!
- [Mondoperaio in Labouratorio] “Turbanti, stellette e democrazia” Intervista a Gianni De Michelis
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