[Filosofeggiando]La barba di Socrate (per un’etica dell’autoironia)
giovedì 12 febbraio 2009 | Scritto da Redazione - 513 letture |
articolo di Tomaso Greco
Sapere di non sapere.
O so qualcosa a proposito del non sapere niente e mi contraddisco, oppure non so proprio niente e vado per tautologie.
Nietzsche non l’ha mai sopportato, e infatti odiava Socrate. Io, più modestamente, mi sento antropologicamente tautologico, ma eticamente contraddittorio.L’umano tautologico non produce niente (come potrebbe?), ma definisce, giudica, fa di sè stesso un contenitore riempibile, che non aggiunge nulla al mondo, nè lo modifica. E’ pura verità, la sua verità, che si autogiustifica.
Ma da par suo è drammaticamente, inesorabilmente, un moralista contraddittorio. Nella sua etica, il principio di non contraddizione viene violato continuamente, in nome dell’ignoranza.
Ogni sua scelta morale rimane in bilico tra il muro dell’ignoranza e il baratro del mondo.
Il moralista contraddittorio cammina sul filo, si danna per rimanere in equilibrio e cerca altre vie più sicure: a gran voce lo chiama Il moralista eteronomo – dai vieni con me, saranno gli altri a darti il metro – , ancora più forte lo incalza un autonomo – ricorda, hai tutto dentro di te! il mondo non ti serve – ; ed egli ascolta le voci che lo conducono ora da una parte, ora da quell’altra. Ma ogni volta, egli si ritrova su quel filo, incapace di imboccare altre vie.
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