[Storia e Dossier] I protagonisti dell’anarchismo in Italia – Errico Malatesta
martedì 23 settembre 2008 | Scritto da Redazione - 7.588 letture |
Labouratorio è orgoglioso di presentare il lavoro di Giovanni – Gionny – D’Anna sui protagonisti dell’anarchismo in Italia. Come già avvenuto in precedenza, Labouratorio pubblica un lavoro preparato per un esame universitario. Una “tesina” di grande interesse, chiara e puntuale.
Quella che segue è la terza ed ultima puntata, dedicata a Errico Malatesta. Qua trovate la seconda puntata, dedicata a Michail Bakunin, dopo la prima dedicata a Carlo Pisacane.
Con questa puntata si chiude il ciclo dedicato agli albori dell’anarchismo in Italia. Ringraziate il prode Gionny per il suo lavoro!
… e ovviamente buona lettura
I PROTAGONISTI DELLA NASCITA E DELLO SVILUPPO DELL’ANARCHISMO IN ITALIA
di Giovanni D’Anna
Errico Malatesta
Si può dire che l’anarchismo in Italia come movimento diffuso e attivo inizi con l’approdo agli ideali anarchici di Malatesta e si esaurisca con la sua morte nel 1932. Sicuramente fu l’unico dei capi storici dell’anarchismo italiano che nonostante abbia più volte rivisitato il suo ideale politico abbia sempre rifiutato il riformismo e il parlamentarismo;probabilmente l’anarchismo si esaurì proprio perché non aveva più motivo di esistere in una democrazia sempre allargata e nonostante il mutamento profondo degli scenari politici l’anarchismo non riuscì mai a uscire da una visione settaria e quasi religiosa dell’ideale politico. Lo schierarsi a priori contro qualunque tipo di riformismo pragmatico fu letale per un movimento che per buona parte dell’800 italiano aveva guidato i tentativi insurrezionali.
Malatesta come molti altri anarchici iniziò la sua militanza politica nell’orbita del repubblicanesimo radicale infatti già a 14 anni fu ammonito dalla questura di Napoli per un epigramma in latino inviato al Re definito “il più impudico di tutti gli uomini”. Ma è all’Università di Medicina che il giovane rivoluzionario inizierà la sua militanza a Napoli infatti dal 1867 frequenta gruppi garibaldini e partecipa a manifestazioni antimonarchiche e anticlericali, fu nel repubblicanesimo più radicale che egli formerà la propria coscienza politica basata sul razionalismo,positivismo e democraticismo. Nel 1870 subisce il primo arresto insieme al fratello Aniello per una manifestazione studentesca che appoggiava i moti mazziniani in Calabria. Nel 1871 con la fine della Comune di Parigi il movimento democratico italiano si spacca sull’analisi politica dell’esperienza parigina, l’aspra polemica fra Mazzini e Bakunin il primo assai critico con la Comune e il secondo fervido sostenitore degli insorti porterà ad un insanabile distacco che fece approdare al socialismo rivoluzionario i più radicali fra i quali Malatesta e molti ex garibaldini che a decine partirono per appoggiare gli insorti francesi. Nel maggio dello stesso anno Malatesta inizia a frequentare assiduamente la sezione dell’Internazionale di Napoli il cui animatore era proprio dallo stesso Bakunin. La rottura con il repubblicanesimo fu totale egli infatti si rese conto che nemmeno nella repubbliche più progredite il proletariato era veramente libero ma sempre schiavo del modello di produzione capitalista tale visione fu certamente dovuta all’entrata in contatto di Malatesta con Carlo Cafiero allora delegato di Engels in Italia.
Insieme a Cafiero Malatesta prenderà le redini dell’Internazionale napoletana e in breve fu insieme ad altri alla guida del movimento insurrezionale italiano, le sue attività a Napoli portarono alla nascita di un giornale “La Campana” e all’istituzione di una scuola per gli operai analfabeti napoletani. L’irreversibile rottura con il repubblicanesimo non contaminerà però l’ethos del mazzinianesimo assai radicato in Malatesta che dedicherà un intero numero del “La Campana” alla morte del grande patriota morto nel marzo del 1872 per cui Malatesta scriverà queste parole “A Giuseppe Mazzini terrore della monarchia. I socialisti napoletani promettono sicura vendetta con la rivoluzione sociale. Sicura vendetta”. Il 4 agosto dello stesso anno vide finalmente la luce a Rimini la Federazione internazionale dei lavoratori italiani primo movimento organizzato su scala nazionale dell’anarchismo formata da ventuno sezioni soprattutto delle Marche dell’Emilia e dalla Campania vide fra i suoi principali animatori Malatesta, Cafiero e Costa. L’organizzazione fu ovviamente improntata su una linea assai libertaria e per nulla verticistica gli intenti politici si riassumono nel nome che fu dato all’organo ufficiale di stampa ovvero “La rivoluzione Sociale” e nel motto di ispirazione Proudoniana “l’emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi”e che “ l’emancipazione economica del lavoratore è il grande fine quale ogni movimento politico deve essere subordinato come mezzo”. Il gruppo di rivoluzionari non tarda a mettersi all’opera per l’attuazione della rivoluzione sociale che trova un terreno illusoriamente fertile nella crisi economica dei primi anni 70. Nel 73’ si tiene a Bologna il secondo congresso dell’A.I.L. interrotto dalla repressione poliziesca che cattura Costa, Cafiero e Malatesta.
Tornati in libertà l’anno successivo trovano il Comitato Italiano per la Rivoluzione Sociale già pronto per l’azione grazie all’aiuto di altri militanti provenienti anche essi dal democraticismo radicale, entusiasmati dalle manifestazioni e dagli scioperi dell’estate del ’74 gli internazionalisti con l’appoggio di alcuni capi repubblicani organizzano l’insurrezione per il 5 agosto a Bologna. Ma a causa degli arresti di tutti i leader repubblicani fra i quali Aurelio Saffi,Alessandro Fortis e Domenico Francolini saranno solo gli internazionalisti a tentare l’insurrezione. Il piano era quello di far convergere da varie zone montagnose del bolognese i rivoltosi in città dove insieme agli insorti guidato da Bakunin avrebbero proclamato la Comune. Ma visto l’arresto dei repubblicani che oltretutto causerà aspre polemiche in parlamento l’insurrezione viene stroncata facilmente dalle forza dell’ordine al corrente di tutto il piano. Moltissimi saranno gli internazionalisti ad essere arrestati fra cui Costa e Malatesta altri come Bakunin e Cafiero fuggiranno in Svizzera. Tutti gli arrestati comunque saranno prosciolti e tornano alla militanza attiva già nell’ottobre del ’76 quando nonostante le continue irruzioni della polizia riusciranno a delineare una mozione unica da portare alla seduta dell’Internazionale Generale di Berna oltretutto in quest’occasione verrà approvata la nuova linea ideologica dell’anarchismo comunista sotto l’influenza di Kropotkin grande amico di Cafiero e Malatesta.
In Svizzera gli italiani insieme agli spagnoli saranno isolati dagli altri anarchici europei che decidono di convocare un congresso unitario con i socialdemocratici di tutta Europa mentre gli internazionalisti italiani si arroccano su posizioni settarie e intransigenti solo Costa inizia qui a meditare un ripensamento sulla strategia dell’anarchismo italiano anche se non abbandonerà ancora i compagni. Dello stesso periodo è la frequentazione da parte di Malatesta della Massoneria che lo accolse dopo il processo in seguito ai fatti di Bologna, nonostante la sua rinuncia a praticare qualunque rito di iniziazione egli fu fortemente voluto dai massoni dai quali però si allontanò allorquando essi applaudirono l’insediamento al governo della sinistra storica. Dopo la rottura di Berna e la breve esperienza massonica Malatesta e Cafiero progettano un nuovo piano insurrezionale nel Sud Italia per la primavera dell’77 sperando di attirare le simpatie delle plebi meridionali che già avevano tradito Pisacane. Le simpatie del proletariato verso Malatesta giungeranno solo nell’aula del tribunale nel quale egli verrà processato in seguito alla disfatta di questo ennesimo tentativo di rivolta, Malatesta infatti alla sbarra non perderà l’occasione per trasformare il banco d’accusa in una tribuna di propaganda dell’anarchismo che riscuoterà solo a parole e tardivamente le simpatie della popolazione locale. Uscito di carcere per Malatesta seguirà un lungo periodo di fuga in giro per il mediterraneo finchè non si stanzierà definitivamente a Londra dove inizia una fruttuosa opera di propaganda e sobillazione negli ambienti operai della città riscuotendo notevoli simpatie. Nell’estate dell’81 proprio a Londra insieme all’amico Kropotkin prenderà parte al Congresso Internazionale che vedrà la partecipazione di tantissimi delegati anche da paesi extraeuropei quali Turchia, Stati Uniti ed Egitto. Nonostante fosse stato designato come responsabile dell’Associazione Malatesta è costretto a ritornare in Italia per occuparsi più da vicino dell’anarchismo che proprio in questo periodo aveva perso uno dei più grandi leader ed animatore, Andrea Costa infatti amico e compagno di Malatesta nelle elezioni del 1882 verrà eletto in Parlamento nelle liste dell’estrema sinistra democratica di Felice Cavallotti. Paradossalmente l’abbandono di Costa grazie anche all’intenso lavoro di Malatesta porterà al rafforzamento del movimento Libertario che prende le redini di tutto il movimento operaio. Ma proprio mentre le associazione Anarchiche stavano attraversando un periodo di ristrutturazione e di ampliamento il carovita fa scoppiare scioperi in tutta la penisola ai quali ovviamente prendono parte tutti gli esponenti dell’anarchismo, seguiranno lunghi processi per cui il movimento ne esce dissanguato. Malatesta sarà fuori dal carcere solo verso la fine del 1886 quando pubblica la sua opera più famosa Fra Contadini.
Essa nasce dall’ampliamento del nuovo programma dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, qui Malatesta si esprime sul problema organizzativo delle società attribuendo ai comuni quali enti territoriali e alle corporazioni quali enti professionali il compito di gestire produzioni e servizi. Sarà proprio in questo motivo che per un’insieme di circostanze il movimento libertario entra in crisi; innanzitutto nei primi anni novanta si concludono una serie di processi pendenti sui maggiori esponenti anarchici verranno quasi tutti incarcerati per alcuni anni, inoltre in questo periodo si diffuse il fenomeno del bombismo espressione degli anarchismo individualista che puntava a sobillare le masse tramite sanguinosi attacchi dinamitardi alle persone e alle cose rappresetnatni l’ordine costituito, Malatesta nell sua opera di riqualificazione del socialismo anarchico condannerà sempre la pratica individualista in ogni caso i vari attentati messi in atto screditeranno pesantemente il movimento anarchico di fronte all’opinione pubblica e al movimento operaio. Infine altra circostanza che graverà sul futuro dell’anarchismo sarà la nascita del Partito Socialista dei Lavoratori nell’estate del 1892 Turati e i dirigenti socialisti scelsero la linea riformista e furono favorevoli all’entrata in parlamento e ad allearsi con il Partito Radicale e tutte le forze democratiche, i militanti anarchici sconfitti dalla maggioranza riformista si trovarono isolati anche da gran parte della base operaia.
Si può dire che con la nascita del Psli il moviemento anarchico abbia perso quel suo radicamento sociale che gli permise di sopravvivere alle numerosissime persecuzione giudiziarie. Gli anni che conclusero l’ottocento furono funestati da violente manifestazione e dalle carestie che colpirono tutta l’Italia, l’occasione per nuove sommosse anarchiche non mancò ma se essi riuscirono a rendersi noti di fronte all’opinione pubblica fu solo per l’omicidio del re Umberto reo secondo il suo assassino Gaetano Bresci di aver premiato con la medaglia il generale Bava Beccaris responsabile della durissima repressione dei moti di Milano del ’98. In quest’ultima fase del secolo Malatesta tenta di rinsaldare al centro il movimento anarchico spaccato a destra dalla nascita del partito socialista e a sinistra dalla sempre maggiore diffusione dell’ideale individualista che trovava il suo organo di diffusione nel quotidiano siciliano “Avvenire Sociale” criticato più volte da Malatesta che non risparmiò dure critiche nemmeno all’”Avanti!” giornale socialista e considerato riformista. Malatesta nel polemizzare con i socialisti sperava di attirare verso il suo movimento quanti di tendenza libertaria ed insurrezionale fossero insofferenti alle derive legalitarie imposte dal partito ai suoi iscritti. Questa manovra politica verrà mossa da Malatesta dal nuovo quotidiano da lui fondata “L’Agitazione Sociale” egli infatti comprese che con l’entrata in parlamento dei socialisti gli anarchici prima di tentare nuove sortite insurrezionali avrebbero dovuto riempire lo spazio lasciato a sinistra dai socialisti. Si può dire quindi che con l’inizio del 900 il movimento anarchico italiano entrerà in una crisi irreversibile che si concluderà con la morte del suo grande ispiratore, Malatesta, che morirà nel 1932, da allora in poi l’anarchismo vivrà relegato ai margini della vita politica e solo dopo il ’68 e specialmente con la diffusione del movimento Punk si ebbe un ultimo canto del cigno stroncato questa volta da agenti esterni quali la repressione e l’eroina.
Di fatto l’anarchismo scomparve perché non riuscì mai ad affrontare ideologicamente il parlamentarismo cosa che invece riuscì a tutti gli altri movimenti di sinistra l’anarchismo morì d’anarchia si esaurì perché le situazioni erano radicalmente mutate, il proletariato e gli umili a cui si riferivano i militanti anarchici come sempre nella storia del 900 non si dimostrarono una classe unita e compatta per la rivoluzione essi potevano simpatizzare certo per quegli ideali che lottavano per i diritti dei più umili ma non era certo interesse primario del proletariato la lotta per costruire una nuova umanità, forse perché di una nuova umanità non c’era bisogno. Per migliorare le condizioni delle plebi contadini furono necessari molti anni di durissime lotta ma nel corso del secolo il proletariato trovò una condizione di vita accettabile proprio all’interno della democrazia borghese e capitalista che gli anarchici volevano abbattere. Resta il fatto che nessun ideologia nelle storia si era spinta mai così avanti nel progettare una società ideale libera sia nell’economia sia nello spirito.
Bibliografia
– Giampietro Berti, Errico Malatesta e il movimento anarchico ed internazionale Franco Angeli storia”2003 Milano
– George D.H. Cole “Storia del pensiero socialista vol I-II” Laterza Bologna 1977
– Errico Malatesta “Epistolario 1873-1932” a cura di Rosaria Bertolucci centro studi sociali Carrara 1984
– www.anarchopedia.org
– www.movimentoradicalsocialista.it
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