[MAGGIANATA EPOCALE]Il crollo dell’Impero di carta,i rischi per la democrazia,la prospettiva bellica.
giovedì 28 luglio 2011 | Scritto da Alessandro Maggiani - 1.971 letture |
”Nei consigli governativi, dobbiamo guardarci le spalle contro l’acquisizione di influenze che non danno garanzie, sia palesi che occulte, esercitate dal complesso militare-industriale. Il potenziale per l’ascesa disastrosa di poteri che scavalcano la loro sede e le loro prerogative esiste ora e persisterà in futuro”
”Io credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà di quanto non lo siano gli eserciti permanenti. Essi hanno di già messo in piedi un’aristocrazia facoltosa che ha attaccato il Governo con disprezzo. Il potere di emissione deve essere tolto via dalle banche e restituito al popolo, al quale esso appartiene propriamente.”
Thomas Jefferson
Le citazioni sono importanti,più difficile è trovare quelle necessarie.Le due riportate sono di gloriosi Presidenti degli Stati Uniti d’America,due liberali,due credenti nel libero mercato,due epoche diverse,due diversi pericoli segnalati con profetico anticipo nel loro gravare sulla sopravvivenza delle isitituzioni democratiche.
Parole profetiche,ripetiamo,previsioni che convergono ora nel 2011,in questo decisivo tornante lungo la salita della Storia,nel quale complesso militare industriale e potere finanziario si accavallano,si stimolano a vicenda spingendo l’umanità verso l’inevitabile punto di rottura del sistema economico globale.
Guerra del Vietnam,anni 60,gli USA si avventurano nella più sciagurata impresa bellica della loro epoca di dominio globale.Il debito pubblico crollato nettamente dopo il secondo conflitto mondiale torna ad aumentare sotto la presidenza di Kennedy e Johnson, sotto il peso della spesa per armamenti che gia a partire della guerra di Corea e dopo la crisi della Baia dei Porci era stata notevolmente implementata. Bloccati nel pantano vietnamita gli Stati Uniti emettono dollari e aumentano il proprio debito sacrificando sul mercato novanta mila tonnellate d’oro per continuare a stampare banconota secondo gli accordi di Bretton Wood.
Ma il sistema non regge,le riserve auree non bastano.
Il presidente Nixon cosi’,nel 1971,decide di intervenire rinnegando i patti che avevano regolato l’economia globale del dopoguerra,superando la convertibilità in oro della moneta in modo tale da rendere svalutabile il dollaro ed ”esportare” inflazione nei paesi concorrenti.
Quaranta anni fa,l’inizio della fine,il momento della nascita della più grande bolla finanziaria di tutti i tempi: la bolla del debito.
Slegata la banconota da ogni riferimento reale,dismessa la veste del dollaro come ”derivato” dell’oro,gli USA da allora non possono fare altro che combattere periodicamente guerre più o meno fredde per mantenere il dollaro come moneta di riferimento globale. Si innesca cosi’ un meccanismo perverso per il quale a ogni guerra segue nuovo indebitamento,a nuovo indebitamento depressione,a ogni depressione svalutazione per ”esportare” inflazione e con essa far salire export,spesso proprio in armi.
Istituzionalizzato il sistema con la demolizione di ogni freno statale sotto la Presidenza Reagan,illusi che la sola potenza militare fosse la vera riserva aurea, inebriati e acciecati dal crollo dell’Unione Sovietica,gli USA a partire dalla presidenza di Bush Senior,con l’entrata quindi ufficiale e stabile delle industrie belliche e della CIA alla Casa Bianca,non hanno fatto altro che perseguire il ciclo guerra-debito-recessione-inflazione-export-crescita-guerra,gonfiando talora una bolla tecnologica,talvolta una militare.
Esemplificativo della teoria che sottende questo sistema è la battuta del presidente Reagan che interrogato in merito al debito pubblico rispose: ”è,grande?bene,ora potrà andare in giro da solo”.
Su questo solco teorico semina guerra e debito senza discontinuità anche Bush Junior,che,eletto finanziato dalla lobby militare,scatena dopo l’undici Settembre una guerra ”globale” a un entità vaga come Al Qaeda,prendendo di mira Afghhanistan e Iraq,non a caso primo paese che comincia a commerciare petrolio in euro.
Nel decennio 2001-2011 le spese militari volano come non mai e con loro il debito pubblico.Gli USA portano il costo del denaro praticamente a zero e stampano,stampano,stampano banconota e obbligazioni comprate saggiamente dal nuovo concorrente cinese.Ma non sono solo le casse pubbliche ad essere gonfiate di debiti sostanzialmente virtuali,garantiti solo da una potenza militare a sua volta produttrice di debito.
Sono anche le banche private,le assicurazioni a essere ”truccate”,spinte nel proprio motore da una benzina potente e pericolosa,i derivati finanziari,strumenti che hanno consentito ad esempio a Lehman Brothers o Enron di contrarre debiti senza contabilizzarli.
Ad oggi i ‘‘derivati”( future,cds,swap,opzioni) ammontano a otto volte l’intero PIL mondiale.Un immenso castello di carta di cui è caduto solo qualche foglio,con i crack del 2008 prontamente coperti con nuovo debito pubblico.
Si debito pubblico,nella patria del libero mercato si pubblicizzano perdite private per il semplice motivo che se l’amministrazione Bush era piena di ex consulenti dell’industria bellica o petrolifera,quella del presunto rinnovatore Obama pullula di ex dipendenti di Goldamn Sachs a partire del segretario al tesoro Geithner fino a Larry Samuelson.
Arriviamo cosi ai nostri giorni,a questa situazione drammatica,con un mondo sommerso di debiti,una moneta di riferimento,il dollaro,troppo svalutata per essere ancora tale,le agenzie che per la prima volta degradano il rating USA.
L’ordine mondiale è tutto da ricostruire.
Il gioco bellico non è più opzione per farlo? Per ora pare cosi,l’Impero morente tenta di attaccare i concorrenti esportanto inflazione.Basterà? Dubitiamo,ma intanto complesso militare industriale e sistema finanziario avranno reso le democrazie occidentali simulacri di quel che erano,riducendo interi paesi a oligarchie tecnocratiche, avvicinando il rischio di movimenti reazionari e di un redde rationem globale:un nuovo terribile conflitto armato,unico e ultimo arbitro per stabilire chi farà il ”prezzo” nel mercato globale del nuovo millennio.
Alessandro Maggiani,buon uomo religioso ed onesto, è mantenuto dai suoi genitori per assenza di speranze. Campione di polemica ai giochi della gioventù del 1997, ha come unico hobby la contemplazione delle donne. Bombarolo mancato, ha sbagliato epoca in cui nascere.
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