[Retoricamente] Per tutti quelli che “eh, ma siamo in Italia…”
giovedì 9 giugno 2011 | Scritto da Gionny - 1.364 letture |
Parlare del merito dei referendum in questo periodo,di barbara faziosità politica dove anche i referendum sono diventati arma politica per entrambi le parti,pare un esercizio impossibile e non intendo affrontarlo.
Cercherò di affrontare una questione,di gran lunga più importante dei quesiti referendari, cioè la questione che viene tirata fuori dai vari comitati dei NO,spesso i più sprovveduti, per opporsi a qualsiasi grande opera in questo paese richieda un notevole sforzo economico. Ovvero che in Italia per l’illegalità dilagante per l’infiltrazione mafiosa o per il malcostume politico tutto debba bloccarsi, nessun ponte dovrà essere costruito,nessuna centrale nucleare dovrà essere progettata non perché si contesta l’utilità di un progetto,non perché si ritiene sbagliato,come secondo me è,costruire centrali nucleari adesso ma perché “si sa come vanno a finire le cose in Italia”. Questo atteggiamento abbastanza qualunquista e conservatore ci fa capire quanta poca fiducia riponiamo nella collettività e nella politica che senza dubbio non offrono esempi positivi ma non rispecchiano la realtà di un paese che può e deve credere in sé. Ed è proprio questo sentimento di sfiducia nella collettività e quindi nel prossimo che aumenta i processi di mal costume perché è sintomo di un’assuefazione che porta solo ad isteriche indignazioni e ci fa rifuggire dal confronto con l’altro e con le nuove esperienze. Questo atteggiamento rinunciatario porta solo alla morte civica di una nazione perché fa perdere l’amore per essa,quell’amore senza cui nulla potrà mai migliorare ed è destinato anzi a peggiorare perché se non si crede più nel proprio paese non si crede in chi ci sta intorno per cui l’unico punto di riferimento non potrà che essere il nostro tornaconto personale.
E mi mortifica sentirlo dire sopratutto dai miei coetanei perché se davvero non crediamo che il motivo per cui non si possa costruire una centrale nucleare sia perché temiamo l’infiltrazione mafiosa allora ragazzi emigriamo e lasciamo questo paese in mano ai nostri coetanei che sono disposti a perdere la vita in mare per arrivare in questo paese che forse si meritano più di noi.
“ma non rispecchiano la realtà di un paese”…”temiamo l’infiltrazione mafiosa”
Giovanni, non so dove tu abbia vissuto. Nel napoletano dove sono cresciuto non sono sensazioni o paure irrazionali, e’ lo stato delle cose. Il “cappotto” a favore di Forza Italia/PdL in Sicilia te lo ricordi? I Cosentino, le infiltrazioni alle stesse primarie PD in occasione delle comunali partenopee…
Ma davvero credi che a Berlusconi interessi la politica energetica nazionale? E’ talmente lungimirante che le risposte si chiamano Gheddafi, Putin, svendite a Sarko’… far quattro centrali importando tecnologia dalla Francia credi che serva ad altro che a smistare soldi pubblici a qualche imprenditore privato che fara’ l’ industriale di contorno al lungimirante programma nucleare italiano? Ma la Salerno-Reggio Calabria l’ hai mai fatta? Esperienze con Malpensa ne hai avute?
Purtroppo ci ho provato per un decennio a discorrere razionalmente, in Italia. Non funziona, non funziona coi farabutti e con la mentalita’ farabutta che regge il paese. Quelli di destra, sinistra e centro. Quelli che hanno corrotto lo spirito civico, col beneplacito di larghe fette di popolazione (finche’ si magna…). Qualunquismo? No, no: e’ l’amarissima conclusione di chi non vuol negare la realta’. Non si ama il proprio paese? E chi lo amerebbe, gli ingenui che si fanno abbindolare e che non hanno avuto il coraggio di dire NO al sistema?
“allora ragazzi emigriamo e lasciamo questo paese in mano ai nostri coetanei che sono disposti a perdere la vita in mare per arrivare in questo paese che forse si meritano più di noi.”
Ecco, mi sento di sottoscrivere questa. Il fatto e’ che io non son disposto ad accettare le condizioni di vita che il mio paese offre ai miei “coetanei” disperati perche’ per fortuna non sono alla fame. Perche’ per fortuna le umiliazioni italiane nel resto dell’ occidente non sono ancora la norma, e ho la sventura (?) che ne’ io ne’ i miei coetanei italiani siamo ridotti al punto di immolarci o prendere i fucili. Semplicemente ce ne si va e a chi di voi ha il coraggio/incoscienza di restare a certe condizioni… che il cielo ve la mandi buona. Ma per favore non prendete per il culo perche’ e’ inaccettabile.