[Uomini che aizzano le Donne] Dall’indignazione all’incazzatura!
mercoledì 16 febbraio 2011 | Scritto da Plex - 1.179 letture |
Non arrampichiamoci sugli specchi. Domenica scorsa, nelle mille piazze italiane ed europee, non si è difesa la dignità delle donne, che di certo Berlusconi non ha nè mai avrà il potere di mettere in discussione. Nessuno ha nemmeno difeso la propria di dignità, che quella si difende con le proprie scelte di vita giorno per giorno. Non si è nemmeno eretta barriera alcuna tra donne per bene e donne per male, che nessuno è sceso in piazza per attaccare nessuna puttana, vera, presunta o occasionale.
La manifestazione del 13 Febbraio è stata una manifestazione antiberlusconiana. Cicchitto placati, non c’è proprio nulla di cui dolersi!
Vivaddio anzi, che dopo 17 anni 17 di Berlusconismo non ci siamo ancora tutti rassegnati. Vivaddio che dopo 17 anni 17 di mobilitazione nazionale contro Berlusconi, talvolta giustificata, molto più spesso volte a giustificare l’esistenza politica di partiti e personaggi di cui si sarebbe volentieri fatto a meno, siamo ancora in grado di mobilitarci. Vivaddio che a un’escalation di eversione politica e istituzionale dello schieramento Berlusconiano c’è ancora chi ha la forza di dire al mondo che c’è chi sta dall’altra parte e non ci sta, non è d’accordo, non nè può più!
Stabilita e valutata positivamente l’esistenza di una reazione che certifichi che l’elettroencefalogramma non è piatto, è forse utile interrogarsi un attimo sulla natura di questo, potente ma potenzialmente effimero cenno di vita.
Si è abusato particolarmente di due parole, legate semanticamente. Dignità e indignazione. In principio furono gli indignati, addirittura organizzati attorno a un sito internet.
In seguito, la manifestazione del 13 è nata all’insegna della difesa della dignità della donna, che si è assunto fosse offesa dai comportamenti del Premier.
Dal mio umile punto di vista questo tipo di reazione emotiva è sostanzialmente inutile e potenzialmente patologica.
Senza arrivare a dire, come faceva il sociologo canadese Marshall McLuhan (fedelmente riportata dal nostro Tommaso Ciuffoletti), che “l’indignazione morale è una tecnica usata per dotare l’idiota della dignità”, ritengo che con l’indignazione ci si consola della propria superiorità morale, ma non si fa nessun passo avanti. Alla lunga può dare dipendenza e ridurci erroneamente a pensare di potere attribuire all’indegnità altrui tutto quanto non è in nostro potere di cambiare.
Avanzo dunque, alle donne e agli uomini di buona volontà, la mia modesta proposta, che permetta di conciliare la necessità di una reazione all’esistente che non ci piace con la volontà di cambiarlo, quell’esistente. L’illuminazione mi è venuta osservando i nostri amici e fratelli sull’altra sponda del Mediterraneo, che con coraggio e determinazione, scacciano uno dopo l’altro i propri tiranni. Si sono forse detti indignati i compagni patrioti tunisini? Dichiaravano forse offesa la loro dignità i compagni patrioti egiziani? Certo che no! Loro, erano, sono, INCAZZATI NERI!
Sostituiamo dunque alla stitica e raffinata indignazione la più rustica ma ben più potente incazzatura. Se la prima infatti ti spinge a ritrarti da ciò che la provoca (rendendoti sostanzialmente inoffensivo), la seconda ha il pregio di buttarti con forza dirompente a travolgere ciò che l’ha causata. L’incazzatura è un fiume che rompe gli argini fino al mare, l’indignazione la chiusura stizzita di una sorgente. L’indignazione è aventiniana, l’incazzatura è rivoluzionaria!
Incazziamoci allora, contro tutto ciò che c’è d’ingiusto. Motiviamo la nostra incazzatura, facendola così montare sempre più. Incateniamo il Marchese di Lampedusa che dice che pure quando sembra cambiare, alla fine rimane tutto uguale. Guardiamo alle storture della nostra Italia e incazziamoci. Individuiamo i responsabili e chiediamo loro conto. Urlando. Così che ci senta qualcun altro e si incazzi a sua volta. L’incazzatura infatti, a differenza dell’indignazione è inclusiva e coinvolgente. La tua collera può diventare la mia. La tua indignazione è più difficile, che magari sotto sotto, sono un pò più indegno di te.
Si comincia da Berlusconi, perchè è giusto così, perchè è la punta dell’iceberg, perchè è un simbolo, perchè se non riusciamo a liberarci di lui non riusciremo mai a liberarci di nulla. Ma non fermiamoci a Berlusconi. Lui deve essere appena l’inizio.
Prendiamo ancora spunto dai compagni patrioti dell’altra sponda e proclamiamo una giornata della Collera. Io propongo una data. 17 Marzo. 150 anni dopo!
«Ora, fra breve, rovescerò il mio furore su di te e su di te darò sfogo alla mia ira. Ti giudicherò secondo le tue opere e ti domanderò conto di tutte le tue nefandezze. Né s’impietosirà il mio occhio e non avrò compassione, ma ti terrò responsabile della tua condotta e saranno palesi in mezzo a te le tue nefandezze: saprete allora che sono io, il Signore, colui che colpisce» (Ezechiele 7,8-9).
Andrea Pisauro_detto Plex, 26 anni, molti dei quali vissuti con calma. Ora però è INCAZZATO COME UNA BESTIA!!! E’ il vicedirettore di Labouratorio, un tempo responsabile.
spero nessuno invochi il conflitto di interessi se dico che questo articolo mi è molto piaciuto. e apprezzo in pieno la prpoposta del 17 marzo come data nella quale incazzarsi, per chè in 150 anni speravamo di aver raggiunto una situazione migliore, e invece ci è persino difficile festeggiare, sospettosi come siamo di chi è quello che festeggia accanto a noi. E poi è verissimo che la nostra dignità non può toccarcela nessuno, ma il 13 eravamo in piazza anche per protestare contro i criteri di scelta di molte delle donne messe a rappresentarci
Ci mancherebbe che tu t’incazzassi per queste scemenze. Tu hai fatto degli errori ma non sono poi così gravi. Basta togliere dalla cartina l’isola di Lampedusa e riconoscere che i fratelli magrebini non sono incazzati neri, sono solo marroncini, eppoi,cerca di non frequentare le brutte compagnie. Quell’Ezechiele e quegl’altri sette otto o nove che siano, non mi piacciano per niente. Pensa ad altro…
Assolutamente d’accordo con Plex! Soprattutto su quel “Vivaddio anzi, che dopo 17 anni 17 di Berlusconismo non ci siamo ancora tutti rassegnati…(etc.)”.
Per il resto è del tutto evidente che l’Italia di oggi non è la Tunisia e l’Egitto di oggi. Come l’Italia di ieri non è mai somigliata, neppure lontanamente, alla Francia di fine Settecento!
Il nostro Paese continua a rappresentare, nel contesto ormai non solo dell’Occidente, una “anomalia” che io definisco da tempo “socio-antropologica”….e va da sé che gli atteggiamenti delle nostrane “destre” e “sinistre” ne sono un evidente riflesso!
Non lo so. Il fatto è che noi abbiamo avuto un Kossiga che ha avuto la capacità di rendere quasi del tutto inefficace l’incazzatura di piazza presentandola come atteggiamento “estremistico” (che in Italia a livello d’immagine conta peggio di qualsiasi altra cosa)e quindi isolandola; dù manganellate e passa la paura. Ma al di là di questo mi chiedo, ci incazziamo e poi? Quello di cui siamo più o meno certi è che il reuccio non reggerà ancora a lungo, e non per merito dell’incazzatura popolare, ma perchè ai piani alti stanno muovendo le cose già da un bel pò, fanno e disfano tutto loro; forse mi sbaglio ed è solo una mia sensazione, ma questa mi pare una rivoluzione “dall’alto”, noi qua sotto che ci agitiamo come formichine ma tanto i giochi si fanno là nell’iperuranio del Parlamento. Incredibilmente più difficile sarebbe per noi “popolo” preparare una nuova generazione politica, perchè parliamoci chiaro, una volta caduto Berlusconi qua rimane comunque il deserto a livello politico, di leadership, e di tante altre cose. Però nessuno si vuole buttare realmente in politica, nessuno si vuole accollare questo rischio. Manco io, anzi io per prima. Diciamo che vogliamo tutto e lo vogliamo subito, ma vogliamo cosa? E da chi lo vogliamo?
Cara Silvia,
si festeggia un’Idea, e chiunque voglia festeggiare la stessa Idea è benvenuto.
Io la butterei sulla collera creativa. Incazziamoci in modo originale, per obiettivi concreti ma con tecniche nuove. Sorprendiamoci come popolo!
Basta essere il paese in cui ti puoi assentare per 10 anni e…tanto resta tutto uguale!
Chiaro Mario, la Tunisia e l’Egitto sono storie diversissime. Ciò non vuol dire che non possiamo imparare qualcosa da loro!
@Fabrizio t’ho perso alla prima riga…
@Pri
Ma in questo l’incazzatura può essere pedagogica. Se è cronica e non molli finchè non hai l’osso ad eempio. Puo’ essere finalizzata a obiettivi precisi e non generici. Impone una risposta nel merito.
Vediamo, magari Labouratorio lancerà un movimento di incazzati con qualche obiettivo strategico, chissà!
è vero Andre… la tua critica dell’indignazione come sentimento politico è astuta e quanto mai attuale
grazie Alessia!
17 Marzo come giorno di incazzatura nazionale? Non male come idea