[Riformare la giustizia non si può, si deve] Quer pasticciaccio brutto della Procura di Milano
domenica 23 gennaio 2011 | Scritto da Isidoro Niola - 991 letture |
Silvio Berlusconi è indagato per concussione e prostituzione minorile. Insomma, continua la collezione di reati che procure della Repubblica sparse più o meno in tutto il Paese addebitano al Nostro, il quale grida puntualmente ogni volta alla persecuzione giudiziaria ovvero al complotto.
Ancora una volta tocca alla procura di Milano puntare l’indice contro il Cavaliere. I fatti sono arcinoti e, del resto, tutta la stampa italiana non ha perso occasione per ricordarli, approfondirli, colorarli di dettagli torbidi (più o meno rilevanti ai fini delle indagini). Il 27 maggio la 17enne marocchina Ruby (ribattezzata Rubacuori dai media che ne hanno fatto una celebrità) viene fermata e portata in Questura perché accusata di un furto di alcune migliaia di euro. Il premier chiama il capo di gabinetto della Questura spiegando che la minore è nipote del presidente egiziano Mubarak ritenendo “opportuno evitare che sia trasferita in una struttura di accoglienza” aggiungendo che “sarebbe meglio affidarla a una persona di fiducia” (la consigliera regionale, diventata altrettanto celebre, Nicole Minetti). Alla luce di questi fatti, poi portati all’attenzione della Procura meneghina, scatta l’accusa di concussione, vale a dire il reato che punisce il pubblico ufficiale che, abusando dei suoi poteri costringe o induce un’altra persona a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro o altra utilità. Nel caso di specie, dalla ricostruzione della Questura, si può presumere che il premier abbia abusato dei suoi poteri inducendo i funzionari della Questura a fare qualcosa di indebito (non condurre Ruby in una struttura per minori) così procurando un’utilità alla stessa Ruby.
Fin qui nessun problema. Indagine semplice in quanto non occorre venire a conoscenza di ulteriori fatti per sostenere che Berlusconi ha concusso il disgraziato capo di gabinetto della Questura per ottenere che Ruby non finisse in una struttura d’accoglienza.
Da qui però comincia la follia e la foga persecutoria della Procura. Nasce da una domanda legittima, a dire il vero: perché Berlusconi combina tutto questo addirittura mettendoci la faccia (anzi, la voce) per una 17enne marocchina, accusata di furto? Be’, insomma, fate due più due e la risposta è lì. Ma la Procura non può limitarsi al due più due e alle regole di buon senso…Sente puzza di altro reato: prostituzione minorile. E allora si scatena la caccia alla prova: centinaia di utenze telefoniche messe sotto controllo, decine di funzionari utilizzati per sbobinare le registrazioni, risorse pubbliche (umane, materiali ed economiche) letteralmente dilapidate. Ma per cosa?
Per sapere se il premier avesse fatto sesso a pagamento con Ruby Rubacuori! Ma la Procura di Milano non è solo un ufficio giudiziario che persegue i reati, quanto anche un ufficio amministrativo che ha in dotazione determinate risorse (immagino, limitate, visti i tempi di vacche magre) e che non può sottrarsi alla responsabilità di rendere conto di come utilizza tali risorse. Ebbene, proprio “responsabilità” è la parola chiave di tutta la vicenda. Vi pare normale che un ufficio pubblico, finanziato da quello che Oltremanica chiamano taxpayers money, possa decidere di dilapidare migliaia di euro, decine di risorse e apparecchiature per verificare se un vecchio pervertito maiale ultrasettantenne abbia fatto sesso con una minorenne “dietro pagamento o altra utilità” (come dice il codice penale)? Insomma, se al posto dell’uomo più potente (e forse più odiato) d’Italia ci fosse stato un qualsiasi altro tizio ultrasettantenne depravato, porco e maniaco, la Procura sarebbe stata ugualmente così pronta a investire (dilapidare?) così ingenti risorse e perdere tutto questo tempo per scoprire alla fine se quel porco era stato a letto con una minorenne dietro compenso?
E cari anti-berluscones, non vi permettete di dire che Berlusconi non può essere equiparato ad un qualsiasi vecchio maniaco che va a prostitute minorenni, in quanto egli è il Presidente del Consiglio ed in quanto tale avrebbe maggiori responsabilità. E’ proprio questo ragionamento che è inaccettabile…Non solo tutti sono uguali davanti alla legge (anche Berlusconi!) ma anche la legge (e quindi chi la applica) deve essere uguale nei confronti di tutti (anche di Berlusconi). Tanto più se il reato in questo è un cosiddetto reato comune, cioè che chiunque può commettere a prescindere dalla carica ricoperta. Se il protagonista delle torbide vicende brianzole fosse stato una persona meno famosa, dubito che la Procura avrebbe dato alla faccenda tutta questa importanza. Invece, nel caso di specie, non si poteva perdere l’ennesima occasione non solo per colpire l’odiato Cavaliere nero a livello penale (per quello sarebbe bastata l’accusa di concussione, per sostenere la quale non v’era bisogno di altre attività d’indagine) ma anche per farlo apparire dinanzi al Paese come un depravato schifoso. Bisognava annientarlo a livello morale.
Il paradosso vero di tutto ciò è che nessuno potrà rinfacciare ai giudici meneghini l’uso irragionevole che essi hanno compiuto del loro potere d’accertamento. Esiste nel nostro ordinamento una disposizione della Costituzione che dice che il pubblico ministero “ha l’obbligo di esercitare l’azione penale” così che se qualcuno chiede ad un pubblico ministero come gli sia venuto in mente di rivoltare mari e monti per scoprire se un vecchio ha pagato una minorenne per portarsela al letto, il p.m. interpellato potrà sempre rispondere: “l’azione penale deve essere obbligatoriamente esercitata e io l’ho fatto”. Ineccepibile, sul lato formale. Tuttavia, l’obbligatorietà dell’esercizio dell’azione penale puzza in questo caso di una giustificazione addotta dalla magistratura per non rispondere delle scelte che vengono fatte quando si decide di perseguire certi reati piuttosto che altri. A rigor di logica ed in via del tutto teorica, l’obbligatorietà dell’azione penale comporta che un ufficio giudiziario indaghi a fondo su ogni denuncia, segnalazione, notizia di reato che ad esso provenga. Tuttavia, nella realtà, non è ipotizzabile che ciò accada né tantomeno è ipotizzabile che i magistrati mettano sullo stesso piano tutte le segnalazioni di reato che essi ricevano (da un portafogli borseggiato nella metro ad un omicidio). Diventa quindi necessario che gli uffici si diano delle priorità scegliendo su quali reati concentrarsi e quali invece trattare in maniera più superficiale (o non trattare affatto). Né più né meno di quanto accade ogni giorno in un ufficio (pubblico o privato) che deve occuparsi di diverse pratiche. Nell’operare tale scelta l’ufficio in questione deve ispirarsi ai principi di proporzionalità e di ragionevolezza, cioè utilizzare mezzi adeguati e necessari al fine perseguito. Del resto un’altra disposizione della Costituzione afferma che “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”. Ciò significa che per indagare su un omicidio, un’organizzazione a delinquere, una fitta rete di corruzione, un ufficio giudiziario (che è pur sempre un ufficio pubblico e quindi sottoposto all’osservanza del principio di buon andamento) potrà più che ragionevolmente mobilizzare centinaia di risorse e portare avanti indagini dispendiose (sotto il profilo economico e del tempo). Ma un tale dispiego di energie trova la stessa giustificazione per perseguire un caso di prostituzione minorile? Ecco appunto…davvero alla Procura di Milano non avevano reati più gravi da perseguire con quelle risorse e con quella dedizione? Be’ io non ci credo…
E che non si dica che chi scrive è berlusconiano…Questa è solo la critica di un cittadino italiano che vuole che chiunque utilizzi risorse pubbliche risponda di come tali risorse siano spese e dimostri che meglio di così non avrebbe potuto spenderle. Non è politica. Si chiama buon andamento della pubblica amministrazione. E’ scritto nella Costituzione.
Isidoro Niola_28 anni, leguleo e azzeccagarbugli. Insomma un brutto ceffo.
Caro Isidoro,
so bene, da passate frequentazioni universitarie, che, come me, non sei un fan del Cavaliere. Tuttavia, non condivido il tuo ragionamento. Tutto il tuo apprezzabile sforzo interpretativo della Costituzione si basa sul duplice presupposto 1) che il reato di prostituzione minorile sia “meno importante di altri” e 2) che la carica pubblica che ricopre B. sia del tutto neutra rispetto alla gravità.
E non trovo che questi siano presupposti validi.
Sub 1, direi che la ripugnanza sociale connessa al reato di prostituzione minorile giustifica l’utilizzo di risorse (anche ingenti).
Sub 2, almeno per me, vale la cara vecchia regola della proporzionalità tra potere e responsabilità…..
Celentano direbbe: ué, forte questo qui!
In primis, non confonderei la necessaria riforma della Giustizia nel nostro Paese con il caso ultra-anomalo di Berlusconi e dei suoi comportamenti da dittatorello del Terzo Mondo.
Abbiamo capito che nel suo privato il Cavaliere è il classico ricco malato, vizioso e pervertito maiale “etero” che gioca a fare il sultano e che per tal motivo deve cambiare gruppi di prostitute (professioniste o occasionali) ogni settimana o quindicina di giorni.
Se la questione fosse tutta qui POTREBBE anche e solo interessare personali valutazioni “morali” o “moralistiche” che prescindono da un’incidenza giuridico-penale.
Ma non è così.
Chi ha una minima conoscenza di certi ambienti saprà bene che, oggi, dove c’è prostituzione a qualsiasi livello (specie se organizzata per prestare un “servizio” continuo, alias “associazione a delinquere”) c’è anche e matematicamente l’induzione, l’incitamento, lo sfruttamento, lo spaccio di stupefacenti e non di rado la tratta, l’abuso e la circonvenzione di minorenni…..tutti reati abbastanza gravi previsti e puniti severamente dal nostro vigente Codice Penale.
Reati resi ancor più “pesanti”, sia eticamente (ma non moralisticamente), sia giuridicamente, se vedono oggettivamente coinvolto a vario titolo uno dei massimi esponenti dello Stato che risulta avere riscontrati e frequenti “rapporti” con simili ambigui ed illegali ambienti; rapporti che lo rendono naturalmente ed estremamente ESPOSTO e RICATTABILE nelle sue supreme ed istituzionali funzioni.
Ed è anche e soprattutto su quest’ultimo aspetto che la Magistratura (chi se non lei?) DEVE indagare e FARE il suo dovere….altro che le sciocchezze dell’ “attacco politico-giudiziario”!!!!
Senza dimenticare, inoltre, che Berlusconi è imputato anche in altre centinaia di processi di natura finanziaria (e non solo dalla Magistratura italiana) ai quali finora si è sottratto (e vuol sottrarsi) in vario modo,
anche con anticostituzionali leggi ad personam che prevedono la sua impunità.
Attenzione quindi ai falsi garantismi….Berlusconi non è mai stato e mai sarà una “vittima”, nè personalmente, nè nella sua qualità di Primo Ministro o di leader del partito di attuale maggioranza, perché lui il “vulnus alle Istituzioni”, ovvero il “colpo di Stato silenzioso”, l’ha già dato e fatto nel nostro Paese, facendo passare la sua vittoria elettorale come “autorizzazione democratica” a fare tutto ciò che gli passa per la testa in barba a tutte le leggi dello Stato ed alla Costituzione repubblicana.
Isidoro,
quante verità in poco più di 70 righe…
è indubbio che a distanza di tempo ciò che si è sempre predicato non ha speranza di essere, oggi più che mai.
Siamo sempre allo stesso punto, ed ancora la “sinistra” non riesce a portare idee, programmi, progetti…gli viene in aiuto la magistratura, che agisce (non tutta per fortuna) facendo guerra alla persona.
Io rimango sulle mie posizioni: gli avversari si battono sul campo, con programmi e proposte concrete; ma pare che non sia così, mah… mi sembra di esser tornata indietro di vent’anni, e proprio non mi piace.
Mi fermo, per non ritornare su argomenti triti e ritriti e per non essere poi fraintesa, come spesso accade da chi vuol leggere ciò che gli pare e non ciò che scrivo,
Comunque, a parte tutto, finalmente ho trovato qualche cosa da leggere senza che mi prendano le convulsioni della nausea…
Un piacere rileggerti, come ho già detto anche ad Ale
Il ragionamento fatto non è privo di logica, però credo abbia qualche pecca.
“E cari anti-berluscones, non vi permettete di dire che Berlusconi non può essere equiparato ad un qualsiasi vecchio maniaco che va a prostitute minorenni, in quanto egli è il Presidente del Consiglio ed in quanto tale avrebbe maggiori responsabilità. E’ proprio questo ragionamento che è inaccettabile…Non solo tutti sono uguali davanti alla legge (anche Berlusconi!) ma anche la legge (e quindi chi la applica) deve essere uguale nei confronti di tutti (anche di Berlusconi).”
Il cittadino Silvio Berlusconi è uguale agli altri dal punto di vista dei diritti, ma ha qualche dovere e incombenza in più: il governo dell’Italia. Questo implica che l’indagine sul reato di prostituzione minorile che la procura sta cercando di portare avanti non necessariamente deve limitarsi al reato di prostituzione minorile. Esempio: può essere che le le ragazze venissero portate ad Arcore e riaccompagnate utilizzando la scorta? E’ possibile che le ragazze siano venute a conoscenza di informazioni riservate sottoposte al segreto di stato? E’ possibile, visto il grande giro di affitti, contratti di lavoro, donazioni cospicue non sottoposte neanche a tassazione (ebbene sì, c’è da considerare anche questo) che si possano riscontrare violazioni di altro genere? Credo proprio di sì.
Se si fanno indagini su un vecchio maniaco qualunque che va a prostitute minorenni, non è mica semplice che vengano fuori queste cose.
Nel caso di Silvio Berlusconi la probabilità è molto alta, basti pensare che da una pista su delle truffe con carte di credito sono venute fuori delle pressioni del premier sull’Agcom per bloccare programmi come Annozero.
Per questo voglio che l’inchiesta vada avanti.
[…] questo articolo che, pur non condividendo il contenuto, solleva delle questioni […]
Ma è chiaro che la Sinistra (di tutte le specie) non può cavarsela sperando che Berlusconi sia tolto di mezzo giudiziariamente! Troppo facile e troppo comodo!
Occorrono proposte e soluzioni politiche ed economiche convincenti ed efficaci per poterlo davvero sostituire al Governo!
Ma, ribadisco, come cittadini dobbiamo PRETENDERE che, sulla base di quanto è stato riscontrato di penalmente rilevante, sia fatta piena luce ed all’occorrenza attivato un procedimento giudiziario contro il “cittadino” Belusconi, che nella fattispecie è anche Primo Ministro.
Secondo me l’autore di questo articolo, nonostante l’ottimo utilizzo di lingua italiana e di logica, non conosce il significato di “prostituzione minorile”. Non riesco a spiegarmelo diversamente.
Salve ragazzi ringraziando tutti per aver condiviso la vostra opinione e scusandomi per il ritardo, rispondo ai commenti ricevuti sia su FB sia su Labouratorio.
Mi pare che si continuino a confondere la responsabilità politica e quella giudiziaria. Non condivido l’idea che il presidente del Consiglio (solo perchè tale) debba essere più responsabile di altri sotto il profilo penale. Mi pare di vivere la frase di chiusura di uno dei miei libri preferiti…Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri…Insomma l’uguaglianza davanti alla legge la si declina anche in questo modo. Pretendo lo stesso trattamento per lui come per qualsiasi altro individuo quando si tratta di indagare su un reato comune.Altrimenti viene meno la credibilità della magistratura, che invece è istituzione cardine del nostro ordinamento.
La sottrazione a precedenti processi e la sua ostinazione a non dimettersi non hanno alcuna attinenza con l’oggetto dell’articolo, che non voleva fornire un’analisi politica. Se proprio volete sapere la mia, Berlusconi dovrebbe essersi dimesso da un pezzo per il suo fallimento politico (uno dei più clamorosi della storia d’Italia)…altro che processi e vicende giudiziali…
Il senso dell’articolo non era difendere Berlusconi ma partire dalla sua vicenda per spiegare qual è (a mio modo di vedere) il male vero della magistratura: l’autoreferenzialità. Un magistrato non risponde a nessuno del proprio operato e questo non è accettabile. Responsabilità non solo civile – come propone Claudio – ma anche amministrativa. Un magistrato deve giustificare il dispiego di risorse per le proprie attività d’indagine e dimostrare che non poteva fare meglio. Tutti gli uffici pubblici funzionano così (almeno in teoria): solo quelli giudiziari no.
Caro Mario, non è falso garantismo. E’ solo che la deriva giustizialista non salverà questo Paese da Berlusconi e chi davvero è garantista lo è sempre anche con il suo peggior nemico. Quanto poi all’osservazione secondo cui “Chi ha una minima conoscenza di certi ambienti saprà bene che, oggi, dove c’è prostituzione a qualsiasi livello (specie se organizzata per prestare un “servizio” continuo, alias “associazione a delinquere”) c’è anche e matematicamente l’induzione, l’incitamento, lo sfruttamento, lo spaccio di stupefacenti e non di rado la tratta, l’abuso e la circonvenzione di minorenni…..tutti reati abbastanza gravi previsti e puniti severamente dal nostro vigente Codice Penale” non mi pare di aver trovato nulla che possa far pensare che i p.m. seguissero queste piste. Ricordo che la prostituzione non è un reato e che qui per dimostrare che Berlusconi si è trombato Ruby (che è l’unico fatto a rappresentare reato) si sono messe sotto ascolto centinaia di telefonate e impiegati decine di funzionari…insomma soldi e uomini che potevano essere utilizzati meglio per la nostra sicurezza.
Discorso analogo anche in risposta ad Antonio. Non penso proprio i pm abbiano cominciato e continuato le indagini perchè sentivano puzza di bruciato (cioè di reati più gravi)…avevano bisogno di far apparire Berlusconi come un lurido porco pervertito, quale evidentemente è, sapendo che la stampa non si sarebbe persa una parola delle intercettazioni…Così voilà il massacro mediatico-giudiziario (a spese nostre) è servito…Serve a qualcosa? Temo di no…La magistratura ha questo compito? Mi pare di no.
A chi dice che la prostituzione minorile non è meno grave della concussione, direi che il codice penale – a giudicare dalle sanzioni che prevede per i due reati – è abbastanza chiaro.