[L’embrione clericale]Parte 1: il metodo laico
lunedì 26 gennaio 2009 | Scritto da Redazione - 2.137 letture |
articolo di Socialista Eretico
Roma (25/12/2068) – In occasione delle celebrazioni del Natale, il papa Omar II è tornato sul tema dell’ eugenetica per l’ omosessualità : “se Dio ha ispirato l’uomo nel trovare i mezzi per guarire da una malattia , l’ uomo ha il dovere di applicarli perchè sia compiuto il progetto divino”.
Marco Pannella, leader storico dei Radicali , dal Mare della Tranquillità dove sta seguendo il summit “ per le democrazie elitarie” che quest’anno ha in tema “no tasse? no rappresentanti” ha duramente replicato: “il Vaticano tenta una nuova ingerenza nell’ Italia della partitocrazia illiberale e sfascista. I Radicali da sempre schierati per la laicità, la libertà degli individui, contro l’ingerenza oscurantista e misantropa della Chiesa Cattolica denunceranno il Vaticano all’ ONU per violazione dei diritti dell’ individuo embrionale.”
La laicità ci permette di non essere succubi delle posizioni della chiesa ma non ci dice nulla sulla bontà o meno di tali posizioni. E’ insomma una posizione di metodo e non di merito.
Consideriamo la posizione sull’embrione ad esempio.
Chi sa dire per quale motivo sarebbe laica la posizione che assegna diritti dalla nascita, quella che assegna diritti dalla capacità del feto di essere indipendente dal corpo materno, quella che assegna diritti dal completamente del sistema nervoso
e non quella che assegna diritti dall’ innesco di quel processo di crescita/invecchiamento/morte che in biologia(si badi bene, in biologia, non in teologia) caratterizza la comparsa di un nuovo individuo ?
Esiste infatti una profonda differenza tra le problematiche di fine vita e quelle di inizio vita: mentre per le prime vi è un individuo che può esprimere la sua volontà, le seconde riguardano “individui” che non possono esprimere la propria volontà.
Di più: riguardano lo stabilire quando comincia quello sviluppo che porterà (forse) alla capacità di avere una propria volontà .
Ed è proprio su questo punto che interviene la cultura della società .
Non è il neonato, feto, embrione a decidere della propria sorte, è la madre (in occidente) a decidere per esso e la società a stabilire da quando a quando ella può decidere.
Per tutte le definizioni, insomma, non vi è la volontà di un individuo ma una decisione ideologica della società : quando un corpo umano acquisisce il diritto inalienabile alla vita.
Nessuna differenza di metodo vi è tra la scelta di un paletto e l’altro da cui stabilire la comparsa di questo nuovo soggetto nello Stato diritto. E’ sempre una decisione ETICA della comunità politica di riferimento.
Sfatato il mito dell’ “embrione clericale” , si può discutere delle ripercussioni di una decisione o l’altra sulla società
– quale sarebbero i vantaggi teorici della difesa dell’embrione fin dal concepimento? quali ripercussioni si avrebbero in concreto sulla legislazione ed in particolare sulle leggi 40 e 194 ?
compagnucci non ci siamo:
ci manca il corsivo
e c’è un’ immagine di bimbo che non c’entra nulla e lo sottolineo non tanto per schifo(che pure esiste) verso il movimento politico che l’ha elaborata quanto perchè in questo testo NON vi è alcun messaggio contro le pratiche di fecondazione assistita.
Articolo sistemato… per evitare problemi, la prossima foto per l’articolo segnalacela tu, ok? 😉
thanks
non vedo l’ora di pubblicare il seguito…
La posizione di Socialista eretico e’ fin qui ineccepibile
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