[Soldi soldi soldi!]Lettera di un bravo consumatore al presidente Berlusconi
venerdì 26 dicembre 2008 | Scritto da Lidano Lucidi - 1.591 letture |
Lettera tratta dal libro “Sto Al Verde, un eroe del nostro tempo” di Gino Sto Al Verde
Caro Presidente Berlusconi,
Le scrivo per complimentarmi con Lei per sue tesi. Lei dice, a ragione, che bisogna essere ottimisti, che la crisi è in mano ai consumatori che devono spendere per rilanciare i consumi. Era ora che si riportava il confronto politico ed economico sull’economia reale e non su quella finanziaria legata alle borse internazionali. Se i consumatori non spendono i negozi non vendono la merce e sono costretti a licenziare. Mica ci vuole tanto a capire questo concetto.
Tutti noi dobbiamo fare uno sforzo a fare i regali di natale, tutti noi dobbiamo fare uno sforzo per andare al veglione di capodanno in modo da rilanciare l’economia legata alle sale da ballo e ai ristoranti, e visto che ci siamo, bisogna passare in un negozio di abbigliamento per comprare il vestito nuovo. E se proprio vogliamo essere veri e fieri patrioti, dobbiamo anche comprare un regalino extra per la ragazza.
Sono orgoglioso di quello che ho fatto fino ad oggi. Ho sostenuto i consumi con orgoglio, ho speso fino all’ultimo centesimo per compare il pane, il latte, pagare le tasse, mandare i figli a scuola, addirittura per amore di patria mi sono indebitato per compare una casa. Lo so è poco, devo fare di più. Ma Le testimonio che ci sono dei veri e propri eroi. Conosco un vero patriota che si è rotto un dente di proposito pur di sostenere il reddito dei dentisti. È stato felicissimo quando ha pagato la fattura. Un altro addirittura si è finto malato per spendere € 200,00 euro per un’ecografia. E quando ha saputo che per una lastra in una struttura pubblica doveva aspettare un anno lui mica si è arrabbiato, tutt’altro, ha fatto salti di gioia perché poteva spendere € 200 in una struttura privata e sostenere i consumi sanitari. L’ho invidiato. Questi si che sono eroi del nostro tempo, e non quei pensionati a 400 euro al mese che neanche vanno a consumare la colazione al bar, e non si degnano di andare a mangiare una pizza al sabato sera. Io se fossi in Lei gli dimezzerei la pensione, non sono dei buoni consumatori, e poi sempre a lamentarsi. Addirittura c’è un pensionato che si lamentava che le medicine costavano troppo. Vergogna caro pensionato.
Sono conscio nella missione che ci ha assegnato, io novello missionario dei consumi so che mio dovere è spendere, spendere e ancora spendere. Ho però un piccolo problema, ho toccato il fondo. Non ho più un centesimo per piangere, e la banca non mi vuole fare prestito perché non ho un lavoro. Lei è un grande Presidente, e io amo il mio paese, così mi propongo di aiutarla a spendere il Suo patrimonio, anzi Le dirò di più, organizzerò una squadra di disoccupati, cassaintegrati, studenti, lavoratori in mobilità, pensionati a poche centinaia di euro al mese, che mi aiuteranno a tenere alti i consumi. Io e i miei amici, da buon patrioti come Lei, ci impegniamo a spendere fino all’ultimo centesimo dei Suoi fondi e lo facciamo senza chiedere nulla in cambio. Pensi Presidente lavoreremo gratis per Lei, e Le giuro che non Le faremo neanche la vertenza sindacale. Noi siamo felicissimi di essere rimasti al verde, siamo felicissimi di essere disoccupati, cassaintegrati, piccoli imprenditori strangolati dalla recessione, studenti senza futuro. Sprizziamo ottimismo da tutti i pori, noi siamo con Lei.
Sì caro Presidente, Yes we can.
io personalmente non credo alla crisi: la verità è che gli italiani non sanno fare un passo indietro e rinunciare a qualcosa. Ad esempio, per le feste natalizie tutti gli alberghi erano pieni e trovare un posto era impossibile, idem per cenoni e i negozi pieni di gente. In una famiglia di quattro persone ci sono minimo tre autovetture, sei cellulari, e il sabato e la domenica sono giorni sacri per uscire e mangiare al ristorante. Nel mio paese di 40.000 abitanti ci sono più bmw e mercedes che auto della Fiat, per non parlare del consumo di carburante. Sono chiacchiere, la fame, quella vera , per fortuna in pochi la conoscono, gli altri invece non sanno rinunciare, fare un piccolo passo indietro. Per fortuna l’Italia non è ancora un paese povero, basta farsi un giro per i locali e le strutture alberghiere per capire che gli italiani stanno bene e non soffrono la fame. Guardiamoci indietro, confrontiamoci con altri Paesi Europei e non, e solo lì potremmo assaporare la fame, ma quella vera. Un saluto da una cittadina ottimista^
è vero,in Italia c’è molto ignoranza e poca cultura,soffriamo tutti di complesso d’inferiorità e mancanza di individualità,se sotto il culo molti hanno la fiat punto o il vestito non griffato ci sentiamo sub,quest’anno si usa l’abbigliamento viola allora tutti viola c’indebitiamo per apparire mentre al fine mese arriviamo senza soldi i soldi se li fanno i furbi tutti gli stilisti con i loro mega yachts alla nostra faccia