[883 MW di Potenza]Suoni dall’adolescenza
venerdì 26 dicembre 2008 | Scritto da Peppe Potenza - 1.014 letture |
Erano le vacanze di Natale
dell’anno di quel freddo micidiale
il mio peugeot col gelo arrancava
tossiva un po’ partiva e si fermava
mi supero’ uno col fifty nero
lo vidi che rideva son sicuro dall’alto del suo fifty
sia di me che del peugeot
Queste poche righe oltre ad essere un suono ricorrente durante la mia adolescenza mi sembrano oggi una realistica metafora della fotografia italiana. Mentre la crisi economica è pronta a raggiungere il picco nei prossimi mesi, le luci di natale assumono contorni differenti a seconda del cittadino che si appresta a guardarle. Alcuni le vedranno nel pieno della loro consueta brillantezza, altri, fino a ieri vivi protagonisti della società del consumismo, saranno costretti a guardarle attraverso la lente della recessione economica, altri ancora rintracceranno la gioia del Natale nelle piccole tradizioni di sempre. Questa analisi spicciola della fotografia dei consumi natalizi non si fonda su dati statistici o su previsioni scientifiche, ma è semplicemente l’immagine immortalata da un attento osservatore che nei giorni antecedenti la festa ha vissuto più angoli d’Italia. Proprio nell’osservare questi spaccati di vita più volte mi è apparsa dinnanzi agli occhi la metafora del Fifty e del Peugeot.
Ricchi regali sfarzosi o madame accompagnate dall’autista personale a fare shopping si contrappongono all’assalto alla Caritas o all’acquisto del pane a mezzo di social card. I grandi evasori fiscali risultano essere in stridente contrasto rispetto agli impossibilitati a pagare le bollette, così come manager fallimentari lautamente ricompensati rendono impossibile accettare il mancato rinnovamento del contratto di lavoro di tanti giovani precari. La nostra è l’Italia in cui la crisi tocca il cuore dei più, sfiorando appena i ricchi.
In questo Natale rifuggo da proclami di egualitarismo, di eccellenti bontà, di magniloquenti libertà che di giorno in giorno assumono sempre più il triste sapore dell’ipocrisia. Mi inorridisce l’ idea di dover affidare il mio futuro e quello di un’intera generazione nelle mani del messaggio unico, quello di un buonismo che dona il grasso che cola.
A questo Natale l’unico messaggio che gli si addice e attraverso il quale vorrei fare i miei personali auguri è il messaggio d’amore verso il prossimo, che ci consenta di far si che sia sempre Natale e soprattutto che sia Natale per tutti. Amare spesso significa dover compiere delle rinunce. La piccola grande rinuncia che ci consentirà di avere una speranza di futuro consisterà nel sacrificio dei nostri egoismi alla collettività fraterna degli uomini.
Tag: 883, crisi economica, metafora, Natale, peppe potenza
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