[Non sono un camorrista] Eppur non mi piace (come scrive) Saviano
lunedì 10 novembre 2008 | Scritto da marco monaco - 1.560 letture |
Sono mesi oramai che si sente parlare dell’Agro Aversano come un enorme contenitore di monnezza e di camorra che, lo si dica subito, per me sono la stessa cosa.
Il simbolo della lotta alla criminalità, qui, non è un uomo delle istituzioni, un cittadino di questa terra, un politico, un interratore di rifiuti tossici ma un giornalista: Roberto Saviano, che con una meritevole campagna di sensibilizzazione ha svegliato un paese da un letargo più o meno voluto. Ecco allora che i media lo hanno portato alla ribalta ed il Paese non poteva più fari finta di dormire. Ora si è creato un fenomeno strano: si sta talmente esagerando, nella parte degli svegliati di soprassalto, che guai a chi critica Saviano. Se pure gli dici che si veste malissimo sei dalla parte dei camorristi. Sia chiara una cosa: Saviano dice delle cose verissime e sacrosante (non sempre) nella sua analisi politico – economico -sociale.
Quello che non mi piace è lo schieramento: da che parte stai? lo chiedono tutte le organizzazioni ed anche i media. Chi critica Saviano, è suo nemico, indi, amico della camorra e da guardare con sospetto, ma mi raccomando che sia un sospetto accompagnato da visibile e remunerativa indignazione. Ma perché dico io? ci si può schierare su temi sociali e culturali come se esistessero fazioni opposte?
Si badi che chi sta dalla parte della camorra mica lo dice. Lo dicono quegli idioti (scelti non sempre casualmente) che intervistano per le strade dell’Agro Aversano o in quartieri ad hoc dell’Area Metropolitana. Chi muove le leve, chi non rischia, chi sta sempre “là” nonostante tutti gli arresti, chi, sebbene ci sia la camorra, ha i soldi ed il potere…questi ti diranno sempre di essere dalla parte del “giusto” e della legalità.
Sia chiara anche un’altra cosa: Saviano ha scritto un libro ed è diventato famoso e ricco? A me fa piacere che sia diventato ricco e famoso scrivendo un libro e non taglieggiando la gente come la fanno i delinquenti di qualsivoglia risma. Si parla di legalità, ancora, come fosse un compitino delle medie con i buoni da una parte ed i cattivi dall’altra.
Quello che mi fa paura, francamente, non è la camorra che spara. Questa è solo volgare delinquenza! È quella che fa paura al buon borghese, tanto per parafrasare Pietrangeli lo ricordate? Voi gente perbene la pace cercate, la pace per far quel che volete, diceva. Io temo la mafia sommersa: quella dei partiti che dispensano prebende ed incarichi; quella degli imprenditori che vanno alle parate sulla legalità ma poi si dimenticano di pagare i contributi ai loro operai e non investono in sicurezza; quella delle corporazioni, delle lobbies, dei professionisti strafottenti, arrivisti e spregiudicati, dei politici conniventi, più o meno esplicitamente, che guardano al loro bacino elettorale.È ora di dire basta alle parate politico amministrative fatte, anche, di consigli comunali, sulla legalità, vuoti e svuotanti, che hanno il sapore della provinciale uscita domenicale con il vestito “buono”. Di arresti e leggi speciali, poi, ve ne sono stati a migliaia ma la camorra continua ad esserci. Vuoi vedere che il problema non sono “i camorristi” ma siamo noi che li generiamo con la nostra, apparente innoqua, spregiudicata ambizione?
Temo tutti coloro che per decenni (e continuano a farlo), con o senza dolo, hanno avallato un modo di pensare basato su “amicizie”, raccomandazioni, segnalazioni, prepotenze e sopraffazioni. Sono questi sistemi a consentire ai violenti di assurgere a soggetti di terrore e di sopraffazione. La camorra spara quando è debole ma noi ne abbiamo paura solo quando spara, prima e dopo ce ne disinteressiamo.
Consiglio in merito la lettura di “Solo per giustizia” del giudice Raffaele Cantone.
http://www.ibs.it/code/9788804580119/cantone-raffaele/solo-per-giustizia.html
A’ Marco, finalmente ti leggo!!!!
L’argomento non è nuovo alle nostre frequenti conversazioni “pizzaiol-telefoniche” eppure un commentino è doveroso farlo per la straordinaria occasione.
D’accordissimo sul “savianismo” specie quello letterario….(ho ricevuto di recente degli inviti per la presentazione di ben due libri di chiarissima ispirazione e scia “savianista” scritti-scopiazzati da personaggi delle nostre parti, già ben noti per il loro inopportuno e ridicolo iper-protagonismo….che palle!!!). Era comunque inevitabile che attorno alla figura di Saviano, specie in Italia e nel Mezzogiorno, si sarebbe allestito il solito Circo Barnum mediatico-politico con codazzo piazzaiolo gesuitico-fariseo-giustizialista.
Ed era altrettanto inevitabile che Saviano stesso (considerata pure la sua giovane età) ci sarebbe cascato in tutto o in parte.
Penso che la sua recente affermazione: “Voglio andarmene dall’Italia” sia incoffessabilmente riferita soprattutto a questo festival delle “buone coscienze a buon mercato” di quella gente che, per dirla alla De André, “dà buoni consigli quando non può più dare cattivo esempio”.
E’ sempre più chiaro come il sole che la “camorra” in Campania è una cultura, una “weltanschaaung” molto più radicata e complessa di quella mafiosa in Sicilia, non foss’altro perchè la prima nasce dalla disperazione e dalla lotta individuale per la sopravvivenza delle foltissime plebi inurbate nell’ex capitale del Regno delle Due Sicilie, mentre la seconda ha origini più propriamente “borghesi” e “affaristiche”, anche se non meno violente e prevaricatrici, nel ristretto e socialmente selezionato personale di fiducia (amministratori e guardiani-mazzieri) dei grandi latifondisti siciliani.
Da qui si capisce la differenza tra la struttura generalmente atomizzata e orizzontale della camorra e quella più compatta e verticale della mafia; tra la spacconeria e l’esibizionismo sottoproletario del “camorrista tipo” e la discrezione e mellifluità borghese del “mafioso tipo”.
Da qui si capisce perché il camorrista arrestato trova il suo intero quartiere a difenderlo e a cercare di sottrarlo alla polizia, mentre per il mafioso arrestato ciò non avviene affatto, anzi spesso costui è oggetto di tentativi di linciaggio da parte dei suoi stessi concittadini.
Da qui si capisce anche il perché in Sicilia la mafia ammazza i giudici mentre a Napoli la camorra non lo fa.
Bravo, concordo con te. Atteggiamenti italioti come quelli che descrivi, sono lo specchio più lampante di quest’italietta ipocrita di cerebrolesi, pacchi “scavicchia ma non apra” e suonerie per cellulari, che ormai ha superato ogni limite (poc’anzi, a proposito, ho sentito al TG che il libro dell’anno è il “nuovo” di Harry Potter, che è “la stessa cosa con Saviano; entrambi giovani, entrambi combattono un male che non vuole andarsene”… diceva chi lo presentava: un tizio con una faccia da cerebroleso sulla 50ina).
E fra patrentesi, mò Saviano ci ha finito di scassare la gran minchia, vabbè? Con la sua faccia da stracchino che fa la parte della vittima.
Ma che se ne vada via e non rompa più i coglioni! Mischinello! E che voleva, che la camorra gli battesse le mani? Lo sapeva in che guaio andava a cacciarsi, no? E finiamola na buona volta!
A Savià, MA VAFANCULO DOVE VUOI TU VA!
Saviano va preso a scatola chiusa senò sei un camorista! Saviano interviene alla manifestazione di piazza per la libertà di stampa contro il monopolio di Berlusconi ma poi guadagna miliardi grazie a Mondadori e Endemol (produzione tv berlusconiana a Vieni via con me); Saviano attacca la Lega ma va a chiedere aiuto da Maroni con la presentazione di Gianni Riotta perchè ha “problemi con la scorta”; Saviano è adorato dalla sinistra ma intervistato da Panorama dichiara di essersi formato su ideologi nazifascisti come Evola e Celine, inoltre interviene a casa pound, centri sociali di ultradestra; Saviano dice di essere odiata dalla camorra, ma la camorra ha clonato il dvd di Gomorra e lo vende a migliaia di copie al mercato nero… Tutto bene, se qualcosa di Saviano non ti convince sei un camprrista!