[Lab 35] La Creatura e la strutturale non democraticità della democrazia
mercoledì 22 ottobre 2008 | Scritto da Tommaso Ciuffoletti - 2.024 letture |
Labouratorio esce in maniera irregolare. E’ perchè anche la mia vita lo è. Stavolta è il creatore a ribellarsi alla creatura e a costringerla ai ritmi, nonchè agli scompensi della propria vita disordinata.
E così Labouratorio ha la stessa periodicità del mio relax: sporadico e imprevedibile. Di chi è la colpa? Per buona parte mia, per la restante parte del Partito Socialista, più in generale, se si vuole, della politica. Una politica vecchia, fatta di isterie di un passato che non c’è più, di uomini inadatti a questo tempo e di ritualità tanto dispendiose, quanto inutili.
Sto verificando sul campo quanto molta della retorica sulla democrazia dei partiti sia roba che va bene per animar dibattiti tra inanimati, ma alla fine a poco altro serve. Anzi, sono ormai così rassegnato alla non democrazia delle cosiddette assemblee democratiche che mi son messo a raccogliere i dati della mia esperienza politica per scrivere un breve trattato che ancora non ha titolo, ma che avrà come sottotitolo: “Manuale di sopravvivenza per giovani dirigenti sull’orlo di una crisi di nervi”.
Ciò che segue è un breve estratto di quanto finora scritto che parte dall’analisi del funzionamento delle “assemblee democratiche” per trarre alcune norme di valore universale.
Punto 1) Il guaio delle “assemblee democratiche” è che le persone di buonsenso hanno pudore.
Questa constatazione è uno dei cardini su cui si regge il nostro ragionamento.
Il pudore che solo le persone di buonsenso hanno è ciò che le inibisce dal prendere parte a dibattiti e discussioni pretestuose imbandite da chi tale pudore non contempla o è disposto a mettere serenamente da parte in nome di interessi propri ed esclusivi. Questo rende strutturalmente minoritarie le ragioni del buonsenso anche laddove la maggioranza degli “assemblati” ne sia dotata.
Punto 2) Specularmente vale anche la regola per cui le persone prive di buonsenso, o più precisamente prive di un buonsenso applicato alla realtà di gruppo, sono spudorate.
La spudoratezza è infatti propria di chi non è dotato di buonsenso, laddove per “buonsenso” intendiamo la capacità di com-prendere ragioni altre dal proprio interesse. Più precisamente la spudoratezza è propria di chi strumentalmente persegue fini o difende interesse che solo egli, o un gruppo particolare, ritiene degni di tutela anche a scapito dell’interesse collettivo.
Lo spudorato non si fa remore ad imbandire polemiche pretestuose da cui il ragionevole pudico si astiene, finendo così per consegnare proprio alle non-ragioni dello spudorato il “mainstream” della discussione e, spesso, della decisione.
SOMMARIO DEL N.35
- [Lab 35] La Creatura e la strutturale non democraticità della democrazia
- [Divine confusioni] Scienza ed etica
- [Roba che conta] Moscate d’autunno
- [Per farla spiaccia] Privatizziamo la RAI
- [LABOURACOULTURA] L’intrinesca spiritualità laica del suono
TI STIMO FRATELLO! 8)
e io, lo sai, ricambio!
Quanto sbagliava Cartesio quando diceva che “Il buon senso è la cosa del mondo meglio ripartita”.
caro tommaso, usa il buon senso e, per aiutarti a farlo, ti parlo di una mia esperienza personale
hai mai partecipato ad una trattativa sindacale? io sì, diciamo a diverse. le prime volte ne sono uscito sconvolto. anzi, direi peggio, frastornato. tutte le volte mi chiedevo che senso avessero certe contrapposizioni fittizie e stanche, certe ripetizioni senza scopo, certe perdite di tempo senza ragione. poi, piano piano, mi sono accorto che tutto quel processo, pure senza esprimere ragioni, aveva una sua razionalità. la razionalità stessa di un processo di digestione: prima la bocca, poi lo stomaco, poi l’intestino e poi lo sai anche tu cosa. una grossa digestione collettiva che produceva sintesi tra un gruppo di lavoratori incazzati e una parte datoriale poco incline ad interessarsi dell’incazzatura degli stessi.
strano a dirsi ma era proprio così, e non potevi pensare di saltare senza rischi una parte della catena. perchè si formassero convizioni collettive era necessario seguire quella liturgia.
ma la domanda più interessante è: perchè funziona così? io credo perchè la parte razionale, di ‘buon senso’, quella conservata dal pudore di ognuno è solo un piccolo ingranaggio del motore che fa muovere le persone. cos’altro, allora? beh, le emozioni, le passioni, le ambizioni, gli istinti, le vanità. tutta una serie di pulsioni umanissime che compongono una nostra sfera a-razionale. e tutte queste pulsioni, quando si compongono in ambiti collettivi, si esprimono, si governano, si limitano non già attraverso impulsi intellettuali ma attraverso ritualità che possono sembrare animalesche e apparentemente insensate, quali quelle che stanno alla base del tuo futuro best seller dedicato a giovani dirigenti.
non è detto, insomma, che gli interessi e le intenzioni delle persone si dimostrino attraverso espressioni intellettuali propriamente dette.
perchè, però, mi sono appassionato e avventurato in questa risposta? perchè credo che questi argomenti abbiano riflessi importanti nel modo in cui noi abbiamo di affrontare il nostro impegno.
il primo aspetto: siamo troppo abituati a pensare che basti avere ragione per ottenerla. che basti esprimere la posizione sempre più giusta, sempre più attuale, sempre più avanzata perchè l’elettorato ce lo riconosca e ci premi.
il secondo, speculare al primo. siamo troppo abituati ad le espressione del cervello dei nostri interlocutori, non considerando che solo il 5% delle decisioni passi per esso, e non la loro pancia.
vuoi che sia ancora più provocatorio: ma chi ti ha mai detto che democrazia sia confronto tra idee? molto di più è gestione di pance e istinti. o almeno il tentativo di indirizzare pance e istinti verso prospettive migliori.
un tempo, occuparsi di politica era occuparsi di questo. e la cosa che oggi mi spaventa non è tanto che ciò non si faccia più ma che rispetto a prima ci si diverta molto meno.
fraternamente-
fede
ps: perdonatemi maiuscole ed errori, ma non correggo e non rileggo
mamma mia pari pari nell’assemblea di facoltà che ho assistito oggi! Rimango allibito a sentire delle frasi dette da persone spudorate: “occupamo, famo quarcosa che dellà stanno già a fa!”
Viva chi ha buonsenso e sopratutto amor proprio!
Ho la citazione del libro:
“A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio”
(Oscar Wilde)
Ragassuoli, attrezziamoci per un numero special da pubblicare entro la settimana. Che ne dite ce la si fa?
Tra i temi anche il Congresso Radicale!
Fede (Parea), perchè non scrivi un pezzo prendendo spunto dal tuo commento?
già fede, non sarebbe una cattiva idea. mi piace molto infatti quando sottolinei che “siamo troppo abituati a pensare che basti avere ragione per ottenerla. che basti esprimere la posizione sempre più giusta, sempre più attuale, sempre più avanzata perchè l’elettorato ce lo riconosca e ci premi.” questa posizione, come tu ben sai, la condivido moltissimo e mi piacerebbe sviscerarla.
a presto
diciamo che parea dopo la botta che ha preso si riprende nel 2020..magari per quella data si riprende!|
che porta, ad esempio, a qs
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Mi sta’ colpendo tantissimo il divario tra btp e bund, giunto a 119 punti, ma, per me, potenzialmente raggiungente punti 145, “tra un po'”. Ne ho parlato con alcuni dirigenti ( due o tre) di primare banche d’investimento qui a Londra, ( tra l’altro, tra quelle meglio uscite dal’uragano di qs ultimi 15 mesi), che ben conosco perche’ miei ex clienti ( e per qs, a me, in qs casi, rispondenti) Tutti mi han dato, piu’ o meno la stessa spiegazione della cosa, spiegazione, che trovo, letteralmente da brividi: DEMOCRACY ISSUES. L’Italia e’ ormai definita UFFICIALMENTE una “non piu’ democrazia”. Forse una “dittaturina, per il momento”, ma comunque, assolutamente, non piu’ una vera democrazia, anzi, non piu’ una democrazia. FULL STOP.. Il vaso lo han fatto traboccare di certo le foto eloquenti del Corriere della Sera ( che Berlusconi voleva nazistare nel 2005, never forget, i repeat, never forget, pls) delle “guerrina civile” di Piazza Navona, come di quelle sprangate alle gambe, violentissime, tirate a uno studente inerme, per terra, a Milano, da un poliziotto di certo, per me, “passionated” per il “sudamerica di fine anni 70″. Ma ancor piu’ le posizioni antiecologiste egoistissime di Silvio Berlusconi, schifate tantissimo anche a un premier, di “non poco leggera” destra ( ma democratica, a differenza che in Italia) come Nikolas Sarkozy, o di destra ” mitigata” come nel caso di Angela Merkel. Uno di Merril Lynch mi ha detto che han fatto anche molto scalpore le idee neoXuxluxclaniste proApartheid, “bianchi di qua, neri di la” di Roberto Cota, ma per me, sotto sotto, ancor di piu’, di tanti fig.etti ma..f..ascisti Berluscones. Ma per un sales di Goldman Sachs, quello che piu’ si trova vomitevole, invece, e’ il tentativo di Slvio Berlusconi di annientare completamente la democrazia in Italia, abolendo l’esercizio delle preferenze in vista delle Europee. Io dico che se Silvio Berlusconi non viene tirato giu ( how? grandi obbiettivi necessitano grandissimi sforzi, questo da sempre), nel 2011/2012 avremo i primi casi di “desaparecidos all’Argentina”, tra Arcore e Corleone, con lui, il tutto ordinante, dalla sua nuova capitale d’Italia di Arco..r..leone stessa. Fin’ora, in qs tipo di ” visions” mai mi errai, spero che cio’ potra’ accadere ora, ma temo, che con lui a continuare a nazicamorristare cosi’, e con l’opposizione alla camomilla di Walter Veltroni e Goffredo Bettini……… Meno male che Massimo D’Alema sta’ decidendo di tornare a essere quello del 96, unico, insieme ad Antonio Di Pietro, a parlare di cio’ di cui finalmente bisogna iniziare a parlare: “ANTIDEMOCRAZIA E DITTATURA”….
Mi piace tantissimo Michele Nistaa, genio assoluto negli affari, ma anche dotato di grande passione civica e democratica. I miei complimenti vivissimi.