[Carne al fuoco] Sulla proposta di Lanfranco Turci
lunedì 19 maggio 2008 | Scritto da Andrew Nat - 2.368 letture |
Ho letto il testo di una possibile mozione avanzata da Lanfranco Turci e ne condivido in pieno le linee guida. Il progetto liberal-socialista è stata una conditio sine qua non di Bertinoro per la realizzazione del PS, ma abbiamo visto la fine che ha fatto questo approccio nel labirinto della Costituente Socialista. Credo che la linea “liberal” in un futuro PS sia molto importante per non far pendere troppo verso sinistra il baricentro del partito. Io credo però che non sono ancora maturi i tempi. Non mi convince insomma la odierna collocazione politica del PS, so come la si pensa, ma non riesco ad immaginare un PS tra PD ed UDC. Io vedo un Partito Socialista in Italia a sinistra del PD in questo momento storico, è ovvio che la migliore delle ipotesi sia che si sostituisca ad esso (questa era una provocazione!).
Seconda cosa che noto: non è spiegato bene come creare il consenso. Va benissimo il dialogo con le varie lobby (solo in Italia sono viste male, alla fine sono interessi come i nostri interessi individuali), per creare una minima riconsiderazione del PS tra i poteri forti, ma la base elettorale come si ricrea? Mi spiego meglio, i futuri elettori come si conquistano? Quali organizzazioni si potrebbero istituire per “attirare” i giovani elettori alla soglia della maturità? Prima c’erano delle persone che si riunivano nelle sezioni, queste venivano considerate come luogo d’incontro non solo politico, ma anche come un luogo naturale della società. Secondo me la risposta non è solo nel partito low cost e su internet. Non basta solo internet, visto anche l’esito delle ultime elezioni e la miriade di blog socialisti aperti nella fase pre-election day (siamo stati uno dei primi partiti cliccati sul web!). Quale sono le “armi” in mano ai pochi militanti per espandere il verbo socialista? Solo questo? Non bisogna secondo me dare per scontato che solo con delle buone proposte autoreferenziali, la gente capisca la nostra politica e ci voti (la destra populista ne è un esempio lampante). Bisogna essere presenti in modo continuativo sul territorio e spiegare bene cosa si vuole fare.
Noi siamo Socialisti perchè amiamo la socialità. Noi siamo animali sociali e viviamo per il sociale. La TV ha abbattuto il nostro modus operandi, fatto di rapporti egualitari tra uomini di diversa estrazione sociale in quei luoghi d’incontro. Internet ha agevolato la comunicazione tra persone, ma ha solamente incentrato il suo aspetto veloce e comodo, relegando la comunicazione a qualcosa di freddo e asettico. Quello che voglio dire insomma è che ha rinchiuso a casa l’animale sociale che è insito in tutti gli essere umani. La comunicazione non è solo sfruttare la tecnologia per by-passare le nostre difficoltà di apparire in TV. La comunicazione è qualcosa di altro per un socialista. Si fa una buona comunicazione al cittadino(qui Bebo mi può dare un mano visto il suo lavoro), che ci dovrebbe votare in futuro, solo se noi saremmo un gruppo unito, un gruppo di animali sociali che creano come si dice una “rete sociale”. Creare dei tessuti sociali che stiano vicini ai reali bisogni della gente . Io poi mi riferisco in primis al bisogno sviscerato di ogni ragazzo di partecipare, di essere cioè all’interno di un qualcosa che sia allo stesso tempo un contenitore politico ma anche un contenitore di unione sociale. Spero di non aver detto solo delle cose oscene, ma abbia dato un contributo alla causa.
Grazie per la risposta
Concordo pienamente. Dobbiamo ricostruire un rapporto nella società, tanto più che siamo stati cancellati dai mass media. E questo non vuol dire solo intrecciare i rapporti con i sindacati, vuol dire tornare a fare politica nei quartieri, e riscoprire la tradizione “aggregante” e di aiuto del Socialismo Italiano: un nuovo mutualismo.
Fatico a comprendere la dicotomia “Internet/Società”. Una dicotomia insanabile, quindi, anche fra l’agire online e l’agire nelle strade.
Sono semplificazioni retoriche poco utili alla comprensione del reale. In primis perchè non li ritengo due modi diversi di operare, in secundis perchè quand’anche lo fossero non capisco perché l’uno debba escludere l’altro.
No Tommy (con questo faccio un tributo algi Who) nessuna dicotomia. La mia non vuole essere una gligiottina che cade sulla testa di chi vuole operare su internet, anche perché sarei un idiota a pensarlo, ci scrivo! il mio era uno spunto per dire che anche con l’apertura di blog o altro non si sono avuti gli effetti sperati. Internet si, ma che sia un qualcosa di combinato con il reale, se no sembriamo plastificati anche noi e lontani. Il problema è che non so cosa, ma questa era la mia provocazione e se così si può dire, lo spunto della mia lettera aperta.
No, vabbè, ritenere che il PS abbia fatto una buona campagna online è essere troppo generosi! Il PS ha scoperto la Rete nelle ultime due settimane di campagna di elettorale. E’ quanto basta per dire che anche su quel fronte siamo stati totalmente deficitari.
la rete è necessaria per mettere in comunicazione degli attivisti isolati, intercettare giovani cervelli e diffondere materiale tra gli appassionati ma non porta voti.
La lezione del referendum sulla 40 dovrebbe ormai essere acquisita.
e vorrei dire : MENO MALE che non porta voti! avete idea del sovradimensionamento online delle minoranze fasciste e vetero-marxiste?
guarda socialista eretico mi hai tolto le parole di bocca ehehe…