[Carne al fuoco] Chi non passa alla storia, passa alla geografia
lunedì 19 maggio 2008 | Scritto da Plex - 2.835 letture |
Consapevoli di non poter passare alla storia, forse succubi di una sindrome di minorità, tipica di chi è erede di chi la storia l’ha fatta, i leaders della costituente stanno utilizzando gli ultimi giorni prima della presentazione delle mozioni in un’accanita discussione di geografia.
Geografia politica per la precisione, dividendosi in agguerrite fazioni che discettano se collocarsi a destra o a sinistra del PD.
Per carità, meglio del vuoto pneumatico che fin qui ha contraddistinto il dibattito precongressuale, ma ciononostante una discussione sterile.
Le possibili collocazioni emerse dal dibattito sono all’incirca due (e mezzo): la prima, in ordine cronologico, è quella proposta e riproposta da più parti di dare luogo a una nuova Epinay, dal nome della cittadina francese dove ebbe luogo il congresso con cui Francois Mitterand tenne a battesimo il PS francese, dando luogo ad un più vasto rassemblement socialista collocato a sinistra del PD. E’ questa anche la posizione della candidata Locatelli, che però non si sbilancia riguardo a come ci si dovrebbe porre rispetto al PD.
Ed in effetti è proprio in relazione ai partecipanti alla Epinay di cui sopra (SD?Rifondazione?Parti del PD?Vaste ma generiche forze della sinistra?) che le possibilità si moltiplicano e la chiarezza si perde dietro all’angoscioso dubbio: unire chi, dentro cosa? L’unica certezza di questa posizione, che vale come una posizione e mezzo, è che dobbiamo stare a sinistra del PD.
La seconda possibilità è stata esplicitata da Gianni De Michelis nella manifestazione fiorentina in cui dichiarava il suo possibile endorsment per la candidatura Nencini (a proposito, Nencini facci un fischio e dicci cosa pensi!): il PS deve diventare una zattera che galleggi tra PD e PDL.
I fautori e sostenitori della prima opzione dovrebbero a mio parere riflettere su alcuni punti:
– il PS ha partecipato alle elezioni con una collocazione dichiaratamente intermedia tra SA e PD, con gli esiti che tutti abbiamo avuto modo di apprezzare.
– La cultura politica e la storia socialista hanno molto più a che spartire con le posizioni espresse dal PD (quando e se si degnano di esplicitarle) che con il massimalismo delle anime belle che popolano la sua sinistra. E pensare di rifondare la sinistra senza coinvolgere il PD è come vincere una partita a scacchi senza usare 9/10 dei propri pezzi…
A Gianni De Michelis risponderei invece che pensare di fare l’ago della bilancia con lo 0,9% nell’Italia veltrusconiana è allo stesso tempo velleitario e offensivo; velleitario perché siamo quattro gatti in mezzo a un mare di cani, offensivo perchè il nome che portiamo ci impone di pensarci e di pensare in grande, a meno di non credere che quando Andrea Costa e Filippo Turati fondarono nel 1892 il Partito dei Lavoratori, l’abbiano fatto per essere “l’ago della bilancia”.
Ma ciò che è più importante capire, stavolta per tutti, è un altro aspetto del problema: che lo si voglia o no il blocco PD – PDL ha cannibalizzato il grosso dello spettro destra-sinistra dello scenario politico italiano, mentre le presenze ingombranti di UDC e Rifondazione si premurano di tappare le falle residue, come la metti la metti il risultato non cambia: NUN C’E’ TRIPPA PER GATTI, NE’ A DESTRA NE’ A SINISTRA DEL PD!
E’ l’idea stessa di circoscrivere in un rigido perimetro di geometria politica l’azione di un partito che si pensa e si vuole socialista, riformista e a vocazione maggioritaria ad essere erronea; bisogna accettare il fatto che l’elettore tende sempre più ad anteporre la tutela dei propri legittimi interessi alla propria connotazione ideologica.
Quello della collocazione è pertanto un finto problema dettato dai riflessi politicisti di chi finge di non sapere che un partito può rappresentare un pezzo di società se e solo se è dotato di radici forti che a quella società lo legano, radici che, disgraziatamente, noi abbiamo perso da diverso tempo.
Non possiamo nemmeno fare finta di non vedere che il tentativo di stabilizzare un assetto bipartitico ha una potenza inerziale in grado di farci sparire in un battibaleno se non disponiamo di ragioni forti e valide che dimostrino la necessità della nostra esistenza. Fin qui ci siamo affidati solo a un’osservazione, pure se di buon senso: “se i socialisti sono presenti in tutta Europa, perché dovrebbero sparire qui in Italia?”. Non è bastato, non può bastare.
E allora forse, invece che dividerci sulla microfrazione di elettorato che dovremmo vanamente andare a contenderci prima della definitiva vittoria del bipartitismo con annessa nostra sparizione, sarebbe cosa buona e giusta unirci su quelle che sono storicamente e fattivamente le ragioni della fine della diaspora e della nascita del PS. Io ne individuo due, una legata al passato e una legata al futuro:
– tenere viva la Questione Socialista, ovvero quel complesso di questioni che per le più varie ragioni ha sempre costituito il centro dell’anomalia del sistema politico italiano e per ciò stesso costituisce la vera chiave di lettura del tentativo di affermare il bipartitismo in questo paese.
– utilizzare la preziosissima cultura politica di cui disponiamo, quella del socialismo liberale, per elaborare un’offerta di società questa sì alternativa, da destra e da sinistra, al guazzabuglio cattocomunista piddino.
In concreto questo vuol dire due cose:
– linea politica autonomista e corsara, che espliciti nei limiti del possibile la Questione Socialista medesima puntando ad esacerbare le contraddizioni del PD (vi dice niente la questione Giustizia?) e alimentando l’iniziativa per una forza MAGGIORITARIA che si richiami al socialismo. E’ ovvio che una forza di questo tipo non può nascere contro e a sinistra del PD ma solo da una disarticolazione del PD stesso.
– Ideazione di una forma partito capace di creare quegli strumenti di elaborazione necessari a formulare una credibile offerta di società, chiaramente alternativa a quelle attualmente esistenti.
La domanda, molto retorica in verità, è: c’è nel gruppo dirigente socialista, qualcuno che ha il coraggio e le capacità di esplicitare e portare avanti un simile progetto? Ai candidati alla segreteria l’ardua sentenza…
Grande Andrea, bell’articolo…
Non è colpa tua, è De Michelis che sulla scia del piacente doroteismo che lo ha sempre caratterizzato, ha dato modo di distorcere sensibilmente la sua visione. PROGRAMMATICAMENTE ci si può spingere con una zattera tra quei due maxi-scogli, ma resta fermo e perentorio, l’ancoraggio della “zattera”, in modo indissolubile al PSE. Un partito corsaro senza dogmi, che può accadere che ci si ritrovi a sinistra, come a destra del PD. La politica dei due forni ed il ping pong sono assolutamente esclusi.
Solo per fare chiarezza…
Un caloroso abbraccio a tutti i naviganti che ancora ci credono, “maanche” a coloro che talvolta giustificatamente, hanno smarrito la bussola.
Grande Plex, grande Ciuffo…non mollate!!!
Poi su De Michelis farò presenti anche i miei rilievi critici, ma per stasera con bello stanco!
Mi limito a segnalarvi che c’è una frase che parola per parola ricorre nell’articolo del Plex che in quello di Francescaccio!
P.S _ Me l’ha fatto notare l’inappuntabile D’Ippoliti!
Tommy, sarò pronto ad incassare i tuoi puntuali rilievi su De Michelis…
E’ vero, c’è una frase presente anche nellìarticolo di Andrea. Questo è l’effetto del laboratorio comune che avevamo messo su x una mozione e soprattutto la costanza degli ultimi giorni nel vederci e sentirci… oddio, mi sono plexizzato!!!
eh eh, l’avevamo scritta insieme!bene io alla luce delle ultime rivelazioni riabilito De Michelis e bollo l’articolo del Plex come la classica semplificazione giornalistica…(assurgendo così al rango di giornalista…)
Sono d’accordo solo “ipoteticamente” con l’idea di un partito corsaro che non è nè più a destra nè più a sinistra del PD, ma AVanti (cit. // parafrasi da manifesto PSI massimalista anni ’20, e ci andò abbastanza male all’epoca 😀 ). Io, per dire, ho idee su certi temi forse un pò “destroidi” (dal federalismo fiscale a una flat tax con tutta una serie di correttivi) nel dibattito politico italiano, ma teniamo anche conto che: 1) A sinistra del PD c’è di tutto e il contrario di tutto, anche nella stessa Rifondazione dove convivono (penso ancora per poco) i socialisti massimalisti innamorati della falce e martello alla Ferrero, i socialdemocratici vecchio stile di BeVty, i veterobolscevichi alla Grassi 2) Il profilo del PD si fa giorno dopo giorno sempre più indeterminato.
Un partito socialista può al suo interno spaziare tra posizioni, per usare una geografia “personalistica”, demichelisiane e locatelliane, e persino se serve allearsi localmente col PdL (al nazionale mi pare francamente un pò troppo, finchè in quel blob ci sono ancora i teocon, e permane l’alleanza con la Lega), ma deve essere una forza di Sinistra senza sè e senza ma: se è vero che è nocivo innamorarsi delle proprie idee, lo è ancora di più innamorarsi di quelle degli altri. Con Martino ci puoi fare un’alleanza di programma, ma se hai le sue stesse parole d’ordine c’è qualcosa che non va. Idem con Calearo o Colaninno Jr. Del resto, di sicuro la Questione Socialista in questo Paese non si può esaurire solamente a aspettare che il PD diventi più garantista e laico. 😉
Dunque, partendo dall’inizio, come ho detto a Firenze io se devo credere a qualcosa voglio credere al partito corsaro. Detto questo, per poterci credere, vorrei che a dichiarare tali intenzioni fossero persone che non si cacano addosso alla prima escursione in mare contro la marina spagnola del PD o di altri …
Inoltre il De Michelis che mi parla di partito corsaro e poi mi dice che Larizza è meglio di Ichino mi convince come uno che sostiene (visto che siamo in periodo di festeggiamenti scudetto) che Rivas è meglio di Cordoba.
Ripeto, anche io sono per un “partito corsaro”, anche se la definizione non mi piace neanche un po’, però non vedi grandi Barbanera tra le nostre fila.
Oltretutto non ne faccio solo una questione di cattiva fede, ma anche di mancanza di risorse umane e intellettuali.
Vedremo se sarò smentito dai fatti.
Quanto agli appunti di Manfredi dico semplicemente che l’idea che vien fuori a leggere le sue parole è quella di una totale passività dei socialisti. Una sorta di sottoinsieme neutro in attesa di prendere carattere a seconda dell’insieme in cui deciderà di agire.
Messa così, ogni soluzione può essere logica … a parte il fatto che sarà inutile.
Beh, ma in un certo senso siamo tutti passivi: la situazione politica è strutturata in modo tale che nessuno dei partiti della piùomenosinistra può decidere autonomamente quali saranno le sue mosse future, nemmeno il PD. Troppe incognite.
Beh … se fosse davvero così, allora evitiamo di farlo questo Congresso. Chiudiamo bottega e andiamo ciascuno per la propria strada.
Io invece credo che il video di Labouratorio di questa settimana sia quantomai azzeccato. E’ una scena di Zorba the Greek, un film che ha un messaggio semplice e grandioso: per essere liberi bisogna essere un po’ matti.
Dalle nostre parti i matti con la tessera abbondano (anche se abbondano pure i ragionieri) … il problema è convincerli che possono essere liberi.
Complimentissimi a Plex!
Ma questo spazio è troppo angusto per commentare quanto e come vorrei, motivo per cui – udite! udite! – mi impegno a preparare un articolo in merito (abbastanza “sparigliante”, vi avverto!) per il prossimo numero…. posto che la Redazione vorrà essere così magnanima nell’accettarlo e pubblicarlo.
Ho già avvertito i miei sgherri filofascisti di provvedere a manganellare qualunque e-mail con allegati articoli fuori dalla linea imposta dalla P-2 che governa Labouratorio.
… purtroppo gli sgherri mi hanno preso in parola e mi hanno già sfasciato due portatili e un monitor …
grazie Mario, siccome Labouratorio è pluralista ma anche Ciuffolettiano, non ti si può garantire proprio nulla…in ogni caso i reparti romani di liberazione nazionale dalla peste fiorentina sono già in azione quindi, a buon intenditor…
Tanto nessuno di noi sopravviverà al golpe del compagno Maggiani, quando marcerà sulla Tommaseda e ci arresterà tutti !
il compagno Maggiani è allineato e coperto, resta solo da capire con chi…
Pochi giorni fa avevo preannunciato proprio qui su Labouratorio, diretto da Tommaso, un mio articolo che doveva trattare dei rapporti interpersonali e comunitari nelle strutture politico-partitiche.
Credo che non serva più.
Mario non ho l’età e l’autorevolezza necessarie per farti cambiare idea, pur tuttavia abbandonare tutto per via di una scelta, non certo fondamentale, di Tommaso mi sembra…fuori dal mondo. E se si iscriveva al PD che facevi?
No problem, Plex! Si può essere stronzi a qualsiasi età….ed io, modestamente, lo sono!
Sai, fino a poco tempo fa, ho avuto modo di lamentarmi spesso della mia inguaribile stronzaggine, ma oggi ho iniziato a rivalutarla. E’ un segno di distinzione!
Per il resto ci sei andato molto vicino: sono fuori da “questo” mondo. E, detto tra noi, non mi dispiace affatto. Contento io, contenti tutti!