[Congresso PS] Con amarezza, ma non ci sono speranze
martedì 13 maggio 2008 | Scritto da Redazione - 2.424 letture |
articolo di Nicola Carnevale
Molto è stato detto ed ancora molto si dirà sulla assenza delle forze storiche della sinistra dal nuovo parlamento. Troppo frettolosamente si è tentato di individuare colpevoli e colpe, senza riflettere più di tanto sullo spazio politico che queste forze intendevano occupare e se esso vi era; senza minimamente affrontare un’analisi profonda e radicale degli accadimenti politici che repentinamente avevano trasformato il quadro politico interno e senza una benché minima valutazione su una società iperdinamica che cambia a ritmo frenetico e con disinvoltura. Le proposte politiche delle due forze della sinistra, molto sfumante ed incomprensibili quando presenti, facilmente oscurate dalla violenta teoria del voto utile, non sono state minimamente calibrate in maniera adeguata a nessuna di queste variabili dipendenti.
La Sinistra L’Arcobaleno, è caduta su una chiara ambiguità di fondo che nell’arco del biennio di governo era emersa in maniera lampante: essere al contempo forza di governo e di contestazione. Oggettivamente bisogna dire che la scelta – mai realmente tale ma forse inconscia – che si è trasmessa al proprio elettorato, era quella di essere sì una sinistra di contestazione, ma fin troppo organica al sistema(e non banalmente salottiera). Ovvero, una sinistra la cui pur giusta ambizione era quella di raccogliere il consenso di ribellione, ma che in concreto si è rivelata essere totalmente inadeguata ad assolvere alla specifica funzione antisistema che accoratamente gli veniva richiesta dalla piazza. In prospettiva, questa è un’area ampia e delicata, uno spazio “unicum” a sinistra del Pd, che potrà e dovrà essere necessariamente occupato da una sinistra radicale la cui matrice non potrà che non essere marcatamente comunista. La funzione primaria a cui speriamo sappia assolvere sufficientemente ed in maniera adeguata, sarà quella di mitigare ed istituzionalizzare nella misura massima possibile le rivendicazioni che da questa area prenderanno corpo. In sostanza, un’area di contestazione il cui consenso è da considerarsi fisiologico.
Il PS, frutto acerbo e prematuro della Costituente Socialista incompiuta, al di là dell’insipido leader, è stato del tutto incapace di collocarsi, come da necessità gli era imposto, in un’area marcatamente riformista ed innovatrice, ma sopratutto centrale rispetto ai due grandi contenitori, per poter così assolvere alla funzione che sarebbe stata naturale e vitale per una organizzazione socialista realmente autonomista, quella di essere forza antibipolare. Il fallimento del sistema bipolare, proclamato dagli stessi Berlusconi e Veltroni – come se lo schema fosse stato imposta dai piccoli partiti e non dagli ex Ds e dalla ex Forza Italia in primis – avrebbe dovuto essere l’oggetto primario della campagna elettorale e la motivazione regina per avversare un sistema bipartitico, succedaneo diretto di quel sistema. In una tornata in cui la vera posta in gioco era l’assetto futuro del sistema politico ed istituzionale del paese, non vi poteva essere alcuna visibilità ed alcun consenso per una partito, anzi, per una dirigenza, che innanzi ad un mutamento totale dello scenario politico perpetuava la difesa della vecchia logica di schieramento e di coalizione, considerata a giusta ragione deleteria e fallimentare nell’opinione pubblica. Difesa, resa ancor più evidente dal pietismo protratto e continuato, tutt’oggi portato avanti, di un collegamento mancato con il Pd veltroniano.
Se come detto in precedenza, lo spazio a sinistra del Pd è da considera “unicum”, non vi può certo essere spazio nel futuro per una forza socialista autonoma e liberale, la cui collocazione sia individuabile tra il Pd e una sinistra radicale. Forse, il delitto più grande compiuto dalla miope dirigenza socialista, non è certamente quello di non avere una troupe parlamentare e neanche d’aver sprecato l’ennesima utile occasione, ma di aver colpevolmente bruciato molte possibili prospettive future.
però dire che lo spazio politico che non c’era a sinistra del PD c’era al cenro è parimenti illusorio. Secondo me dobbiamo smetterla di ragionare di spazi politici in senso stretto, ma iniziare a considerare che l’elettore medio, vieppiù se “centrista”, non ha più una connotazione ideologica definita. E’ banale ma bisogna ripartire dai contenuti e non dagli spazi politici…soprattutto se si è piccoli
Ma si abbia la decenza di sparire!!!Per favore da cosa si vuole riiniziare è chiaro ormai che c’è più motivo dell’esistenza di un partito socialista e riformista.Sicuramente a sinistra del Pd ci saranno novità obsolete vedi rifondazione guidata da Ferrero ma per quanto riguarda il Ps mi sembra sia giunta l’ora di guardare in faccia alla realtà.Ovvero che il socialismo riformista è stata l’unica ideologia a uscire se non vincente per lo meno integra dal’900.Richiamarsi ancora a tale ideologia sarebbe inutile visto che di socialisti riformisti ne è pieno il Pd quanto il Pdl quindi visto anche il risultato elettorale x favore BAsta!!.Spero che il congresso si conlcluda con una bella brindisi e conseguente sbronzata collettiva sulle note dell’internazionale e poi tutti a casa!!
Diamo a Nencini la possibilità di farsi la sua carrierucola nel calderono veltroniano e basta smettiamolo di riscaldare ancora una volta sta zuppa ormai fetida.Lo so è duro da accettare ma non ci sono alternative meglio perire oggi che rimanere in stato vegetativo fino a chissà quale altra mazzata elettorale.
Caro andrea, quando parliamo di spazio politico, io personalmente, faccio coincidere questo con i temi, o meglio, i cosidetti contenuti. Come si può stare a sinistra del Pd e portare avanti uno schema antibipolare, proprio in una posizione in cui questo per sopravvivere è richiesto?E poi, caro Andrea, dire forza centrale è totalmente diverso da essere forza di “centro”. Una forza centrale si colloca in una dimensione di dialogo, confronto, alleanza a 360 gradi, ponendo come fattori dirimenti della sua scelta di collocazione di alleanza, se vi è, proprio i caratteri programmatici.
Per il resto, concordo con gionny, una storia è finata. Bisogna aprire una nuova pagina e capire come sia possibile far vivere e ridare una funzione fattiva e reale, ad una storia, ad una cultura, che ancora può dare tanto. Ma il Ps, come molti di noi lo immaginavamo, forse, non esisterà più.
D’accordo con gionny sul fatto che il Socialismo riformista è stata l’unica ideologia ad uscire integra dal XX secolo. Però non condivido il suo rimedio, cioè quello di sparire perché non serve dato che ci sono già. Il fatto è che se pure unissimo il riformismo socialista del pd e della pdl non ne faremmo uno compiuto.Secondo me il problema veo è un altro. Gionny il problema è che quando esisterà Silvio Berlusconi e Forza Italia i socialisti (transfughi del PSI) si sentiranno più tutelati a destra che a sinistra. Paradossalmente il vero problema non è il PD ma la PDL…Noi dovremmo non solo sperare che il PD sia ancora più centrista, ma la PDL in futuro sia ancora più connotata da ex AN, tanto da far tornare quel socialismo liberale a sinistra.
ma infatti io non dico di stare a sinistra del PD, dico che tu dicendo che bisogna creare un soggetto a destra del PD commetti un errore speculare a chi dice che deve stare a sinistra del PD stesso.
Quali sono i contenuti che secodno te sono a destra del PD che dovremmo riaffermare?
Se ti riferisci per esempio alle battaglie liberali per l’affermazione di una cultura del merito, ti risponderei che queste sono proprio le questioni per le quali è più urgente ribadire la loro connotazione di sinistra. Perchè è questo il nocciolo della Questione Socialista, perchè è questo il modo di sanare l’anomalia italiana. L’autoconfinare al centro o a destra contenuti riformisti significa rassegnarsi all’anomalia italiana…
Bisogna sparire se non ci si rinnova ideologicamente,certo che l’Italia ha bisogno di una forza quale il Ps( o meglio la Rosa Nel pungo)ma non ci si può riproporre con le stesse logiche di sempre dopo un 0.9% specialmente!!!E’ inutile stare a decidere quale mozione scegliere se dietro questo non c’è niente se non una parte della dirigenza nazionale.