[Mundialito] La crisi alimentare internazionale
mercoledì 7 maggio 2008 | Scritto da Lidano Lucidi - 2.076 letture |
Negli ultimi mesi l’aumento del prezzo dei generi di prima necessità hanno toccato punte molto preoccupanti. L’Italia è stata investita da un’ondata di rincari di pane, pasta, farina, verdura ed altro mettendo in crisi le finanze delle famiglie. A livello mondiale poi, recenti studi hanno denunciato il rischio che 100 milioni di persone possano soffrire la fame. Ad avvalorare le preoccupazioni arriva anche la denuncia del PAM (Programma Alimentare delle Nazioni Unite) che esprime profonda preoccupazione della situazione creatasi in pochissimo tempo. Milioni di persone si sono avvicinati alla soglia della carestia in soli sei mesi, e questo per il forte aumento dei prezzi degli alimenti. Le ragioni sono diverse, ma due in particolare meritano attenzione.
La prima è quella legata ai biocarburanti e la seconda agli hedge found. Sulla questione del biocarburante si sta aprendo un forte dibattito. In molti scientificamente mettono in dubbio la loro reale efficienza ambientale, mentre altri puntano il dito sul rapporto coltivazione/benefici. La coltivazione di biocarburante sottrae ettari di terra alla piantagioni di alimenti da tavola e questo fa sì che i prezzi di questi aumentino. Quello che doveva essere l’argine al petrolio rischia di fare più danni che altro. Il Brasile, per esempio ha molto puntato su questa coltivazione, addirittura punta ad essere il primo produttore mondiale e si sta organizzando anche per l’esportazione massiccia.
Questa politica energetica è stata molto criticata dal boliviano Evo Morales e dal peruviano Alan Garcia. La loro accusa è che le coltivazioni di bioetanolo fanno aumentare i prezzi dei generi alimentari e a pagarne le conseguenze sono soprattutto i paesi poveri. I due puntano il dito contro il Brasile di Lula. La tensione non sembra diminuire. L’Europa, e l’Italia in particolare, guardano al biocarburante con determinazione. Molte risorse finanziarie infatti sono state sottratte in altri settori agricoli per destinarle a queste colture. A questo punto forse sarebbe auspicabile uno studio più approfondito costi benefici.
Il clima comincia ad arroventarsi anche perché anche sul cibo si specula come se fosse una merce qualsiasi. La denuncia arriva direttamente da Strasburgo e a farla è Martin Schultz il capogruppo del Partito Socialista Europeo. Schultz ha tirato in ballo gli hedge found, che controllano pesantemente anche il settore agro-alimentare in borsa e negli scambi mondiali.
Il Partito Socialista è stato sempre critico nei confronti degli hedge found, autentiche macchine mangia soldi che si sono contraddistinti ultimamente per le bufale dei mutui che stanno provocando miliardi di dollari di perdite in tutto il mondo. La speculazione controlla ormai l’economia mondiale, si specula sugli immobili, sul petrolio, sulle valute, ed oggi prepotentemente sul cibo. Ben inteso, la speculazione c’è sempre stata, ma il sistema hedge found oggi è più preoccupante che mai. È lecito speculare sul prezzo del cibo come si fa con l’oro? Questa domanda l’ha posta Schultz a nome del PSE nel Parlamento Europeo. Con piacere avrei ascoltato la risposta dei popolari europei e di quelli nostrani. In nome del liberismo si può tutto?
Ciao Lidano!
Torno su questo tuo articolo per segnalarti che oggi – su ItaliaOggi! 😉 – c’è un mio articolo che tratta proprio del ruolo della speculazione finanziaria sui mercati dei futures agricoli!
Un carissimo saluto,
Tommaso