[n.24] Tu chiamale se vuoi duEmozioni
martedì 27 maggio 2008 | Scritto da Redazione - 2.333 letture |
Essendo Labouratorio un po’ manicheo, ma anche integrazionista, divide tutto fra bianco e nero, ma poi li mischia che è un piacere. Ecco quindi un editoriale “splittato” fra due endorsement in vista del Congresso del PS. Un confronto di posizioni politiche … che non è poco visti i tempi!
Non ce ne vorranno i sostenitori della mozione dell’Uias, se per carenza di contatti non l’abbiamo inserita in questo split.
ENDORSEMENT NENCINIANO
Questo è un endorsement critico perché consapevole. Eppure endorsement rimane e trattasi di endorsement per Nencini segretario.
Il profilo politico innanzitutto. Si tratta di un dirigente con buona esperienza politica, giovane per i canoni anagrafici della politica nazionale e che conosce bene il partito che si candida a guidare. Proviene da una regione in cui la preponderanza storica del Pci-Pds-Ds e oggi del Pd ha da un lato rafforzato l’identità emotiva dei socialisti – specie nel periodo post-Tangentopoli, quando proprio i cugini comunisti si dilettarono nella caccia al garofano – dall’altra ha innegabilmente abituato ad una convivenza politico-amministrativa non immune da logiche di sopravvivenza; logiche che non hanno mancato di cozzare con le ragioni di una politica più avventurosa (vedasi il caso RnP).
Come i veri endorsement di stile britannico, questo non è dunque un sostegno con firma in bianco, ma è animato dalla speranza e dalla volontà di contribuire ad un percorso che privilegi l’elaborazione e la proposta rispetto al pur importante aspetto “gestionale”.
In questo senso condivido la volontà di cercare di dotarsi di strumenti utili per costruire una più forte autonomia di proposta politica e programmatica. Iniziative editoriali ed una Fondazione possono essere un buon viatico per riattivare una pedagogia politica che non solo quello socialista, ma anche partiti più grandi, hanno accantonato da troppo tempo.
Ritengo inoltre che sia condivisibile la fotografia critica dell’attualità politica, italiana ed europea, presente nella mozione. Peraltro la parte critica delle tre mozioni è sostanzialmente simile. Mi sembra però che, nell’intenzione di cercare una sfida politica col PD, sia più coerente con un profilo di socialismo liberale quello di essere incalzanti sui temi della modernizzazione economica e sociale, piuttosto che cercare convergenze acrobatiche, quanto poco percorribili, con i resti dell’Arcobaleno infranto per posizionarsi a sinistra del PD.
Leggo questa preferenza non solo sulla base della possibile prospettiva, ma anche sulla base della coerenza con la storia del socialismo italiano, quello democratico e liberale.
In due parole: concretezza e coerenza … almeno si spera!
Tommaso Ciuffoletti
ENDORSEMENT LOCATELLIANO
Il titolo innanzitutto. Sarà perché l’ho scelto io, ma partire dalla politica in un partito che è solito discettare di spartizione di posti che non ci sono è il primo passo senza il quale non ne seguiranno altri.
Il coraggio in secondo luogo. Locatelli è scesa in campo in modo trasparente, con una lettera ai compagni in cui ha manifestato apertamente la propria volontà di candidarsi, in un momento in cui peraltro era chiaro che fosse palesemente svantaggiata. Si è comportata da dirigente più e meglio di tanti altri pseudo-leader e credo che più e meglio di altri possa garantire una gestione di garanzia per tutti.
La mozione in terza battuta. Essa stessa è permeata di una certa tensione ideale per una partito diverso, non più fine a sé stesso ma che riscopra tanto il valore dell’esercizio della democrazia e il pluralismo interno, quanto un proprio autonomo ruolo nella politica italiana. Entrambi questi obiettivi sono accompagnati da programmi ambiziosi ma specifici per una vera e propria rivoluzione della forma partito e per una tanto evocativa quanto impegnativa “Epinay” della sinistra laica, liberale e socialista.
Si può forse accusare di idealismo velleitario queste posizioni. Si può, e però sono convinto che non renderemmo un servizio né a noi stessi né al paese se rimanessimo chiusi nel recinto del realismo e della mera gestione del poco che siamo. Siamo troppo deboli e pertanto inutili per non volare alto.
C’è un’ultima ragione, di carattere personale. Mi sono iscritto al Partito Socialista perché ritenevo che ci fossero, intrappolate in una comunità debole e mal condotta, le risorse culturali ed umane potenzialmente dotate dell’ambizione di riprendere le redini di un paese allo sbando.
E’ probabile che io mi sia sbagliato, cionondimeno, consapevole di voler essere opposizione di qualsivoglia prospettiva minimalista, non posso che reiterare la mia scommessa e sostenere la mozione che più sembra avvicinarvisi.
Andrea Pisauro
SOMMARIO DEL N. 24
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