Caro Enrico, dimostra di non essere stato un poltronaio
lunedì 25 febbraio 2008 | Scritto da Peppe Potenza - 1.275 letture |
In queste convulse settimane che stanno precedendo la presentazione delle liste, il Partito Socialista ha subito delle violente umiliazioni da parte degli attuali dirigenti democratici. Partendo da D’Alema passando per Veltroni, l’arroganza con la quale coloro che oggi si presentano al popolo italiano come il nuovo che avanza ci ha fatto ricordare quella del più vetero comunismo. Forse queste dichiarazioni, anche se ci hanno ferito sono state utili; utili a farci uscire finalmente da un silenzio che stava logorando i compagni che sul territorio si apprestano ad affrontare questa difficile campagna elettorale. E così finalmente si è deciso che l’1 e 2 marzo verrà presentato a Roma il programma e lanciato il candidato premier per quella che si preannuncia la più grande campagna elettorale mediatica della storia della Repubblica Italiana; alcune considerazioni per arrivare preparati a questo appuntamento mi sembrano doverose.
In primo luogo penso che in questa settimana chi provvederà alla stesura del programma non potrà non tenere conto dei numerosi suggerimenti che soprattutto tramite il web stanno giungendo da tantissime compagne e compagni, sia per il valore politico-culturale di questi suggerimenti, sia perché a mio avviso molti di questi sono rappresentativi di un sentimento dell’oggi fortemente diffuso tra i cittadini italiani. Proprio l’interpretazione di questo sentimento dell’oggi, di questa voglia di una buona e rinnovata politica sarà il punto cruciale che ci consentirà di superare o meno la soglia di sbarramento. Se è vero come sono convinto sia, che i cambiamenti veltrusconiani sono dei cambiamenti gattopardiani e che le varie anime che oggi compongono il partito socialista non hanno mai avuto un carattere familistico, ma sono stati espressione di un ideale nelle sue varie forme e accezioni, dunque in grado di far crescere nel proprio seno una nuova classe dirigente, penso sia giunto il momento, proprio cogliendo l’occasione della campagna elettorale, per aprire una nuova primavera socialista.
Quest’ultima non va letta come la rivendicazione di una mera questione giovanilista, ma come il superamento di quello che nel corso di questi ultimi lunghi 14 anni è stato un primum vivere. Vivere e filosofare devono oggi essere coniugati insieme in un unico verbo che dovrà trovare vera espressione in un volto nuovo del socialismo italiano. Non sarebbe forse imbarazzante per l’eterno Berlusconi e per il “nuovo” Veltroni trovarsi in un dibattito con un ragazzetto/a che potrebbe avere l’età dei loro figli o dei loro nipoti, in grado di smontare la tesi del bipartitismo forzato come panacea di tutti i mali della politica italiana e chieder loro cosa abbiano fatto in questi anni per rafforzare la nostra democrazia?
Insomma non un giovane pur che sia tale, ma un giovane politicamente valido, culturalmente preparato, con grinta e carisma, in grado di comunicare i contenuti di un forte programma riformista quale sarà quello del partito socialista. Nella composizione delle liste penso si debba tener conto oltre che del ricambio generazionale, anche della rappresentanza territoriale evitando dunque una testata di lista uguale per tutta l’Italia e della necessità di aprire il partito a quella società civile che ancora crede nella buona politica. Penso dunque al mondo della ricerca, dell’istruzione, del settore no-profit, delle associazioni sindacali. Sono cosciente che buona parte del futuro del socialismo italiano dipenderà dalle decisioni romane dei prossimi giorni e allora non posso non rivolgermi a colui che è stato definito il pesce pilota della costituente socialista, Enrico Boselli.
Caro Enrico, se consentirai l’aprirsi della nuova primavera socialista offrirai la miglior risposta a coloro i quali ti hanno detto di aver fatto le più inimmaginabili alleanze, non per far sopravvivere un ideale, ma solo per tutelare le poltrone di un gruppo dirigente fazioso e nostalgico in nome di un socialismo italiano da tempo tramontato.
Boselli ha tutto il mio appoggio, e dimostra di avere quel coraggio che alcuni, ingenerosamente, continuano a negargli.
Qualcuno ha visto Controcorrente (Sky Tg24 – 26 febbraio)?
Ospiti della serata: Capezzone e Binetti in studio, in collegamento un rappresentante di Famiglia Cristiana (di cui non ricordo il nome).
Una puntata allucinante, almeno per il sottoscritto.
Con un Capezzone nell’angolo che tentava – vanamente – di non affogare nell’oceano di contraddizioni generato dalla loro scelta di campo.
Quasi faceva tenerezza quando annunciava ai telespettatori con fierezza la difesa “radicale” dei valori cattolici, il decisivo contributo dei cattolici nella schiacciante vittoria di alcuni referendum, il sostegno radicale alla causa della minoranza cristiana vietnamita perseguitata dal governo comunista di Hanoi, etc.
Ovviamente c’è del vero in alcune sue esternazioni, ma l’operazione nella complessità è più che sospetta.
Di fronte a lui, una preoccupata Binetti scrutava il mostriciattolo radicale. Dopo qualche minuto, la preoccupazione è scolorata in un malcelato sguardo di insofferenza, se non di aperto disprezzo.
Ovviamente, l’agguerrita teodem ha ribadito con forza il messaggio di Famiglia Cristiana:
i radicali hanno una concezione “confessionale” della loro identità,
e questo inquieta i cattolici.
Per evitare equivoci, ma anche per diffondere la possente voce vaticana nei padiglioni auricolari dei sordi (i veri cattolici sono capaci di riattaccare un arto amputato dopo due anni dall’incidente, quindi sapranno bene come ridare l’udito. Ovviamente, solo a chi dimostra castità e morigerati costumi) la “cilicia” ha espresso il concetto almeno dieci volte, sai mai…
Ho vanga e piccone, chi mi aiuta a scavare la fossa che ospiterà i Radicali?
saluti
Cristiano
Sul fatto che Boselli abbia avuto coraggio ho i miei dubbi; Se avesse avuto coraggio questa campagna elettorale per i socialisti sarebbe già dovuta iniziare un minuto dopo le prime dichiarazioni di D’Alema. Nn so come faremo a presentarci come una novità del panorama politico italiano; credo che i voti li raccoglieremo solo se noi militanti oltre a chiedere il voto per il partito chiederemo anche un voto “di fiducia” sulla nostra persona.
La fossa del PD nn saremo certo noi a scavarla; al più se la scaveranno da soli(credo che imploderanno per le forti contraddizioni interne se nn conquisteranno la quantità di potere desiderato)
Ai compagni radicali non posso che dire entrate nelle nostre liste aiutateci a non chiudere la vostra storia, la nostra storia!!!
Ciao Peppe,
solo ora noto di aver scritto erroneamente Capezzone in luogo di Cappato! …
Quanto alla mancata risolutezza dell’azione di Boselli, ciò è stato in larga parte dovuto al tentativo di riannodare l’idea dell’alleanza. Sarebbe da ingenui sostenere che il Partito Socialista non aveva alcun bisogno di un’alleanza con il PD. Un legame che ci avrebbe rafforzato in termini di visibilità e di potere contrattuale, senza perdere di vista le nostre battaglie.
Boselli avrebbe potuto fare il fellone, maschera molto comune nel Parlamento italiano, e accasarsi nel PD conservando la comoda poltrona
Non l’ha fatto.
cordialità
Cristiano
si cristiano però era da ingenui credere che il pd ce l’avrebbe concesso l’apparentamento quando è chiaro come il sole che noi per il pd, dobbiamo semplicemente non esistere in quanto siamo la dimostrazione vivente della vacuità del loro progetto. Dunque sperare in Veltroni è stato sinceramente un errore politico, sperarci così a lungo è stato al limite dell’offesa al buon senso e all’intelligenza.
Sulla miopia e l’intempestività dei quadri socialisti rispetto ad alcune scelte siamo d’accordo, auspicherei però meno auto-lesionismo, osservando la mela non dal baco o, addirittura, dalla sua prospettiva.
C’è ancora del buono in questa mela…
cordialità
Cristiano
allora viva la Mela nel Pugno…MnP
P.S.: W il PS e M chi ci vuole far sparire!!
E oggi questo EVVIVA possiamo innalzarlo nei cieli con vivo orgoglio, se non fosse che i media italiani, contemporaneamente, scomodano grevi ricordi letterari.
L’orrore conradiano, se non fosse talmente radicale da scomodare l’intera civiltà occidentale, è un’algida acquaforte del terrorismo mediatico che ormai dilaga anche in Italia.
Boselli (ognuno aggiunga l’attributo più confacente) non ha letto il discorso di apertura della campagna elettorale poiché Genova è sconvolta dall’ennesimo “crimine sul lavoro”.
La Sala Sivori, vero simulacro socialista, ha elevato a paradigma la voce di un giovane compagno (Federico Pezzoli); e questa voce sarebbe dovuta risuonare in tutti i media nazionali, se non fossi persuaso che oggi questi media rappresentano la quinta colonna dell’orrore conradiano.
Orrore…orrore
Cristiano