L’Italia, il PS e il fattore Paura
lunedì 11 febbraio 2008 | Scritto da Lidano Lucidi - 1.636 letture |
Questa estate mi ha colpito molto un articolo di Giuliano da Empoli: “I moderati messi in fuga non da Caruso, ma dalle tasse”. Ho trovato l’articolo egregio nella sintesi dei dilemmi dei riformisti, in quanto veniva messo in risalto il fattore paura come elemento aggregativo per inerzia.
Condivido l’idea che il fattore paura è la discriminante decisiva per vincere l’elezioni in Italia. Alla base di questo concetto c’è l’assunto secondo il quale si prendono voti non in base alle proprie idee, ma perché il mio oppositore farà molti più danni di me una volta al Governo. Data la società italiana è la migliore strategia cui ricorrere, visto anche il bassissimo tasso di partecipazione dentro i partiti. In una società che ha una percezione della politica non proprio lusinghiera, è molto facile che una politica concentrata contro l’avversario risulti alla fine quella vincente. Bastano due o tre slogan ad effetto ed il gioco è fatto. Perché perdere tempo ad elaborare progetti, basta accusare l’avversario di ogni male che per inerzia aumentano le mie quotazioni. Ma l’Italia ha bisogno di questo?
La necessità di costruire una nuova classe dirigente è un processo ormai non più rinviabile. Chi oggi saprà meglio aprire il suo partito o movimento, chi meglio saprà cogliere le dinamiche sociali, chi baserà la sua azione programmatica non in base all’avversario bensì alle sue idee, potrà costruire un qualcosa di buono in questo travagliato paese. Purtroppo, il fattore paura è decisivo anche nelle scelte partitiche: aderisco in un soggetto più grosso in quanto è sicuro che qualcosa farà, non ci si domanda cosa, ma qualcosa farà. Molti affermano che preferiscono altri movimenti al Partito Socialista perché questo non è un partito di massa, però nel contempo ingrossano la massa di due ircocervi ai lati del PS da essi stessi criticati in quanto ibridi mitologici. Cosa spinge molti all’inerzia? La paura di misurarsi con le proprie idee, la paura di battersi per ciò in cui si crede, la paura di perdere l’elezioni.
La paura del domani, la paura di perdere o non trovare un lavoro, la paura di esprimere le proprie idee, stanno ingessando la politica italiana, e non gli permettono di crescere, di evolversi. Quanti giovani hanno paura di mettere su una famiglia? Quanti giovani chinano il capo per paura? Tantissimi. La paura del futuro condiziona la nostra vita, figuriamoci l’orizzonte politico. Abbiamo bisogno di un sussulto d’orgoglio, abbiamo bisogno di unirsi in ciò che si crede, non in ciò dove è più conveniente stare.
Allora eccola qui la vera sfida politica che oggi c’è in Italia, il PS. Potenzialmente può essere devastante, ha tutto per svilupparsi: collocazione internazionale chiara, posizione laica senza se e senza ma, riformismo puro, riforma del welfare-state, e così via dicendo.
La costituente può decollare e svilupparsi notevolmente se ognuno vince la sfida con la propria paura interna. Molti hanno aderito, stanno aderendo e aderiranno al PD perché lo vedono come soggetto stabile, contraddittorio ma stabile. Non si ha una corretta percezione della posizione socialista. Se mai si è più vicini alle posizione riformiste della costituente che a quelle del PD, però nel bene e nel male si va lì perché è visto come un porto sicuro. Stesso concetto dicasi per la cosa rossa.
Affinché i riformisti rompano con le proprie paure, il PS deve rompere le sue, i suoi tentennamenti, il suo wait and see. È giunto il momento della sfida globale, basta timori, basta reticenze, solo così da questa crisalide uscirà fuori una stupenda farfalla.
Complimenti, ho apprezzato molto questo articolo, perchè, lo riconosco, io sono uno di quelli che ha forti dubbi sul PS proprio in virtù della sua probabile inesistenza parlamentare e territoriale, questo post mi fa riflettere, sull’opportunità di partecipare alla costruzione del PS mettendo da parte la paura di una sconfitta…riflessione che dovrà concludersi entro questa settimana, essendo fissato per il 15 la fine del tesseramento.
Ma, la mia domanda non è retorica, quali condizioni al contorno ci consentono di sperare che il PS cresca e diventi anche solo potenziale forza di governo in una Italia che è tutta e totalmente sottosopra, che sta in Europa solamente a livello geografico ma non di certo politico?
Io non ho aderito al PD, perchè sono di sinistra, ma ho aderito l’anno scorso a SD perchè ritengo due cose:
1) che il futuro della sinistra italiana sia fortemente a rischio e che il faro ispiratore per una sinistra moderna e che conti debba essere il PSE (pur non cancellando la radicalità delle istanze)
2)che stante l’anomalia italiana, in cui le forze di sinistra devono operare (e purtroppo contribuiscono a creare) sia imprescindibile un’unità nella diversità (in varietate concordia), di tutte le forze che si ritengono di sinistra e non aderiscono al PD.
Questi due punti attualmente sono e resteranno disattesi sia per quanto riguarda la sinistra-arcobaleno, che tende ad unificare la sinistra, ma non dimostra novità ed evoluzione politica sostanziale, sia per il PS che (mi auguro) dimostrerà (forse, ma i dirigenti paiono sempre gli stessi o poco diversi) novità nei contenuti e a livello politico, ma declassa l’obiettivo di unificare la sinistra facendo fronte comune contro il pericolo di estinzione culturale e non solo politica.
Quando la nave affonda, affonda per tutti, e questo pare non interessare il PS…questo mi fa pensare…
il problema del Ps è indubbiamente la dirigenza, è questo è forse un buon motivo per aderire, come ho fatto io, almeno proviamo a cambiarla, visto che le coordinate sono giuste. Le condizioni al contorno (formazione scientifica la tua?) che ci garantiscono che il PS è destinato a crescere sono il fatto, su cui non ho il benchè minimo dubbio, che il PD si rivelerà nel breve periodo un fallimento di grande portata, se non da queste elezioni dalle prossime. Dunque stiamo seminando per il domani. Ma le radici sono solide come si può evincere dal bell’articolo del buon Lidano e dai tanti, tantissimi giovani di grande valore che stanno contribuendo a costruire il Partito Socialista che verrà.
Si, formazione scientifica … 😀
Tu dici che il partito democratico sarà un fallimento nel breve periodo, io dico invece che la strategia a lungo termine del PD come della CDL o come cavolo si chiama ora, è quella di esautorare culturalmente, prima ancora che politicamente in parlamento, ogni forma di sinistra presente nel paese.
Per questo ritengo importante che la sinistra si presenti unita.
Non sono convinto che il PD sarà un fallimento, non sempre, in italia quasi mai, le buone idee sono le idee piu forti e più diffuse (presupposto irrinunciabile alla tua speranza sul futuro del PS)
Il tuo ragionamento sarebbe corretto, in una situazione in cui, carsicamente, come dice qualche dirigente di sinistra, noi scomparissimo per riapparire più forti dopo la fine di questo nuovo centro, ma non tieni conto del costante martellamento di quindici anni del berlusconismo antisinistra (comunista secondo le sue farneticazioni).
Una delegittimazione sistematica, un cambio totale di prospettiva culturale, anche lessicale, ci ha portati a svanire e mutare fino ad arrivare allo scempio del partito democratico.
Io chiederei un accordo con la sinistra arcobaleno, un accordo di programma.
Non mi dite che non è possibile per radicale diversità, quando la stragrande maggioranza delle posizioni di rifondazione (per citare il partito maggiore del gruppo) sono state riconosciute da intini stesso come socialiste.
Se con la sinistra arcobaleno ci sono posizioni in campo economico differenti, con il partito democratico c’erano posizioni sui diritti civili diametralmente opposte, eppure i dirigenti del PS hanno tentato comunque l’accordo ancora fino a stamattina e domani delibereranno…
io penso che nel brevissimo periodo l’accordo con la sinistra arcobaleno non conviene elettoralmente nè al Ps nè alla SA. Però al senato un sistema incrociato di desistenze può essere un’arma da non sottovalutare. Detto questo su Rifondazione convengo con te, salvo che
1- la minoranza di Rifondazione è più comunista della salma di lenin e non è poi così minoritaria
2- Diliberto il socialismo europeo non l’ha mai visto manco in cartolina
3- Pecoraro Scanio l’ambientalismo non l’ha mai visto manco in cartolina
Io son fisico tu?
Ingegnere, mancato fisico (la mia prima iscrizione universitaria fu a fisica…però riprenderei volentieri se avessi il tempo…e la certezza di non infilarmi in un ginepraio burocratico di esami dati/non dati/ce l’ho/mi manca..)
Concordo con le tue tre osservazioni, le ho vissute da iscritto SD (o ex, qualora decidessi di non rinnovare per iscrivermi al PS, cosa che sto valutando seriamente) che ha tentato di dialogare con militanti di rifondazione sui piu svariati temi…sui verdi…beh..preferisco non fare polemiche (anche di natura tecnico/scientifica)
un ingegnere…coi fisici un pò rivali un pò compagni, mi ricorda qualcosa!
perchè non scrivi un pezzo per Labouratorio sul travaglio che attraversa Sd?se no scriviamo solo dei travagli del Ps sai che palle…
Di dove sei?
Ti ringrazio dell’offerta ma non saprei cosa dirti direttamente.
Sono di Genova (tu?), non proprio città, e attualmente sezioni e circoli o comunque li si voglia chiamare, qui in zona non ce ne sono, tranne a Genova.
Per ragioni di lavoro mi è difficilissimo partecipare alla vita dell’associazione, e mi pare di osservare una certa perdita di entusiasmo (la mia impressione è dovuta al fatto che ho perso da tempo i contatti con i compagni di Genova anche per via telematica).
Certamente la colpa è anche un po mia e dei miei impegni.
Quello che posso dire è che ho cercato di partecipare a varie riunioni di militanti di partiti aderenti alla sinistra arcobaleno, in particolar modo parlo di rifondazione, e ho visto posizioni e atteggiamenti molto diffidenti nei confronti del progetto comune di unificazione, nei confronti di SD stessa,addirittura nei confronti dello sbocco di forza di governo e la discussione nazionale sul simbolo e sul nome (personalmente lo trovo indice di una mancata unità e identità, nomina sunt consequentia rerum), mi è parsa l’apoteosi della demenza.
beh quando ti capita di andare a una riunione e vuoi scrivere una cronaca, anche scherzosa o scanzonata…insomma ce piace il pluralismo…a Genova abbiamo il buon Matteo Pugliese fiero avversario del PD. Io sto a Roma, a diretto contatto con le stanze del potere…
beh Andrea non credo che potrò partecipare ad altre riunioni nè riferire qualcosa, perchè ho aderito anche io al PS (sempre a meno di errori o problemi telematici…
) e spero di non pentirmene…
con la speranza di influire alle sue scelte politiche, e personalmente sono di quelli che ritiene imrescindibile un accordo più o meno stretto con la sinistra arcobaleno e un cammino comune in futuro.
Saluti
piu che influire volevo dire partecipare alle sue scelte politiche..per il poco che conto chiaramente…
Roberto mi fa molto piacere…anche io spero di non dovermene pentire di questa iscrizione!